Capitolo 18

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~Perché un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte.~

-Alessandro Baricco

La voce dell'hostess all' altoparlante annuncia che siamo quasi pronti per partire. Le partenze, mai come ora, mi hanno trasmesso una così tale  angoscia addosso. Qualche settimana fa, sarei stata più che lieta di ritornarmene alla mia vita di città, lì fra gli inglesi dall'accento scabroso del mio rione. Ad oggi, invece, sarebbe l'ultima cosa che intenderei fare. Osservo le nuvole fuori dall'oblò e quale momento migliore per pensare.

Alla fine, aveva ragione lui

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Alla fine, aveva ragione lui. Noi non siamo soltanto colleghi.
Non siamo semplici amici.
Noi, siamo NOI.
Avrei potuto scegliere;
In quel momento, avrei potuto  urlare:"Lasciami!
Io appartengo già a qualcun altro.."
Lasciami stare, abbiamo già fatto troppi danni..
E invece,quell'ipotetico "LASCIAMOCI"...è diventato "AMIAMOCI".
Un banale scambio di lettere e il significato è tutt'altro.
Questo serva da lezione:
piccoli cambiamenti apportano modifiche enormi, strabilianti, forti.
Pochi minuti, e quel sogno che rivive ancora in me, purtroppo,deve svanire.
"Deve, dovrebbe"...
ma non so quanto possa essere in grado di riuscirci..
il ricordo è ancora così fresco,magico, surreale.
Dopo quell'abbraccio,siamo usciti dalla mia stanza e, tenendoci per mano, ci siamo salutati all'entrata dell'aereoporto.

Mi ha fatto compagnia durante il tragitto in taxi ed è proprio lì infatti, che ci siamo guardati per l'ultima volta.
Non abbiamo proferito parola per tutto il tempo..Non potevamo!
Tutto quel che avremmo voluto dirci, ci avrebbe esposto ad un gran rischio, seppur il conducente sembrava fin troppo sbadato per darci ascolto.
È già una fortuna che nessuno ci abbia beccato insieme, a salire sullo stesso taxi.
Anche se, d'altra parte, non ci sarebbe stato nulla di male.
Io dovrei dirgli quello che penso;
ma dovrà pur esserci un'occasione adatta per farlo.
Il caos serpeggia dentro di me, la testa è in confusione, il cuore in tumulto.
Alessandra invece, è appena arrivata a Londra.
Si, sono arrivata a casa.

Speravo di trovare una buona accoglienza, ma a quanto pare oggi la giornata vuole riserbarmi sorprese.
Ross: "Ah!Here is the sleeper!"(Ah!Ecco la dormigliona!)
Sorrido nervosamente.
Ross:"The beds are so comfortable in that hotel, that is very popular?"(I letti sono talmente comodi in quell' albergo, tant'è che è gettonatissimo??)
Improvvisamente alza la voce.
Alessandra:"What?"(Cosa?)
Ross:"Oh yes, the beds are VERY SOFT!"(Oh sì, i letti sono morbidissimi!)
Alessandra:"What are you saying?"(Che stai dicendo?)-chiedo, inesorabilmente in tensione.
Ross:"Hahahahaha"-fa una risata isterica.
Io non riesco a capire cosa voglia insinuare.
Ross:"You know..."(Sai...)-prende in mano la sfera di vetro che abbiamo come soprammobile in salotto e inizia ad osservarla da vicino. Quando fa così, è nervoso.

 Quando fa così, è nervoso

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Lino e Alessandra, oltre la complicità.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora