Capitolo 32

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Avevo ancora il sangue amaro di quella discussione che mi frugava nelle vene quando sono rientrata a casa. La prima cosa che ho fatto è stata mettermi a letto, improvvisando un mal di testa,per non incrociare Ross che, nel mentre, era ancora di sotto.

Non riuscivo a dormire.

Non riesco tutt'ora.

Quando si arrabbia, mi mette quasi paura.
Non l'avevo mai visto così.
Non avevo mai avuto modo di vedere questo suo "lato".
Mi è sempre sembrato il tipico ragazzo della porta a fianco..timido,dolce..simpatico.
Noi abbiamo sbagliato,in tutti i sensi.

Ho cercato di andargli incontro. Ho provato a spiegargli che forse sarebbe stato meglio se ci fossimo incontrati da qualche parte per parlare. Ma lui non ne ha voluto sapere. O meglio, ha usato la "scusa" del non avere tempo.
È vero.
Ma è una vita che si è scelto lui.
E che purtroppo a me, se è davvero così irrequieta, non sta bene.
Non riesco a sopportarla, a reggerla. Io ho bisogno di qualcuno che ci sia,sempre e comunque.

Ho cercato di trovare una giustificazione a tutta quella sua sfuriata;
Forse la situazione venutasi a creare non è che gli abbia fatto così tanto piacere..e c'è da capirlo.
Anzi, io..LO CAPISCO.
Ed è per questo che ho voluto chiamarlo e chiedergli aiuto!
Ma lui purtroppo ora mi sembra troppo preso dal lavoro,da quel che fa..dalla carriera.
E non so se sia effettivamente in grado, quando smetterà,di ricolmare quei vuoti che sta lasciando man mano dentro di me.

Ross mi raggiunge. Faccio finta di essermi addormentata. Ormai, mi riesce bene. Si posa accanto a me e non ci mette poi così tanto tempo per addormentarsi.

Chissà cosa starà facendo, ora.
Se,come me, mi starà pensando e starà riflettendo su quello che siamo detti. Molto spesso l'impulsività gioca brutti scherzi. Soprattutto quando si è nervosi, ormai è risaputo.
Ne butti fuori di tutti i colori e soltanto dopo ti accorgi di quanto, quelle parole, possano aver fatto male.
Io me ne sono pentita..subito.
Però c'è una gran cruda verità in tutta questa storia.
Nonostante tutto..

È venuto alla luce il fatto che..nel bene o nel male, teniamo l'uno all'altra.
Ci teniamo.
Io tengo a lui e lui tiene a me.

Lui non perde le staffe quasi mai.
Quando lo fa, è perché allora è rimasto davvero deluso da quella determinata situazione.
Ma io non volevo deludere nessuno.
Non volevo offenderlo.
Ma non volevo nemmeno che offendesse me.
Non è colpa mia.
Non è assolutamente solo colpa mia.

Guardo il soffitto e non posso fare a meno di ripensarlo.
Non me lo aspettavo che sarebbe andata a finire così.
Prendo il cellulare e controllo il suo ultimo accesso su Wathsapp.

È online..ed è molto strano.

Non so perché, ma tengo aperta la sua chat..fissando e rifissando quegli ultimi messaggi scambiati..dove non vi era ancora alcuna traccia di nervosismo e incomprensioni, che hanno caratterizzato questi ultimi minuti passati al telefono insieme.
Tenendo aperta la conversazione..
È come se..
potessi, in qualche modo..
farmi notare..e dire:
"Sono qui.
Sono online anch'io.
Cosa abbiamo fatto.
Ti sto pensando.
Scrivimi".

Ma ovviamente non è così. Non è questione di magia, come vorremmo.

Lui chissà con chi starà parlando..e io invece mi ritrovo quassù, tra il buio della stanza, a farmi divorare da una strana ansia.

Ho un sussulto quando vedo comparire accanto alla sua foto profilo, la scritta:"Sta scrivendo.."

Compare.

Scompare.

Ricompare.

E poi scompare di nuovo.

Lino e Alessandra, oltre la complicità.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora