Capitolo 3.

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Il display della sveglia sul comodino segna che sono già le 07:00. Ho dormito poco anche questa notte preferendo passare le ore a leggere pur di non perdermi nei miei pensieri, ora mi sento così stanca che vorrei poter restare nel letto a poltrire ancora.

Peccato non possa perdere altri giorni di scuola!

Mi alzo restando seduta sul letto a fissare la poca luce che entra dalle tapparelle. Sembra una bella giornata fuori, proprio in netto contrasto con il mio umore grigio.

Il mio telefono è ormai spento da giorni, non solo per evitare messaggi e chiamate da Josh, ma soprattutto per non controllare i social.

Non so se la notizia che tra me e lui sia finita sia mai potuta arrivare a qualcuno. Probabilmente no visto che me ne sto sempre sulle mie. Forse mi faccio troppe paranoie per nulla, ma se ripenso a sabato mi chiedo in quanti abbiano notato la mia presenza insieme a Noah alla festa di Mackenzie o se qualcuno si è chiesto che diavolo ci facessi io lì invece di essere con il mio ragazzo.

Capisco dai rumori che provengono da sotto che sono ormai tutti svegli e visto che il mio stomaco inizia a reclamare del cibo decido che è il momento di scendere, ma prima ho bisogno di una doccia e almeno di un filo di correttore per coprire le occhiaie ed evitare di sembrare uno zombie.

Raggiunta la cucina dopo essermi preparata trovo mia madre raggiante, «Buongiorno tesoro! Oggi ti accompagna papà a scuola.» ed io mi limito a farle un debole sorriso mentre prendo posto a tavola.

Bevo un po' di latte, mangio qualche biscotto e lascio che Jamie mi racconti qualcosa così da distrarmi ulteriormente.

In questi ultimi giorni ho passato davvero poco tempo in sua compagnia. Ero così presa da me che ho finito per non leggergli neanche una favola prima di andare e dormire. Ma non è l'unico che ho trascurato...

Papà ha capito da solo che la mia relazione con Josh è finita, non ha proferito parola al riguardo e mi ha dato il tempo che mi serviva per metabolizzare lanciandomi qualche sguardo ogni tanto per farmi capire che lui c'era.

Lui è così. È taciturno e preferisce stare sulle sue, ma quando nota qualcosa che non va cerca sempre di dimostrare anche con poco che su di lui posso sempre contare. Gli basta uno sguardo proprio come adesso per capire che non ho assolutamente voglia di tornare a scuola.

Mentre la mamma è impegnata con Jamie mi si avvicina, «Sei sicura di voler andare? Potresti venire in ufficio con me.»

Scuoto il capo. «No, grazie. Devo, non posso restare per sempre chiusa in casa.» 

Non voglio farli preoccupare, andrò a scuola e recupererò questi giorni persi.

Mi riprenderò presto.

Papà mi lascia un bacio sul capo e alzandosi da tavola mi fa cenno di seguirlo. «Bene, noi andiamo. Ci vediamo stasera amore. E tu non far arrabbiare la mamma monellino!» annuncia lasciando un bacio al volo sulle labbra a mia madre e spettinando i capelli a Jamie.

Io lo seguo con lo zaino in spalla fino alla sua auto, prendo posto sul sedile del passeggero per poi allacciare la cintura.

«Ancora sicura?» mi domanda prima di mettere in moto.

Annuisco convinta, "Andrà bene!" continuo a ripetermi durante il tragitto.

«Verrò a prenderti all'uscita. Qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi, va bene?» si sporge dal finestrino premuroso come sempre.

«Tranquillo papà. Ci vediamo pomeriggio!» lo saluto e mi dirigo in cortile.

Ci sono già molti studenti in attesa che suoni la campanella. Stringo forte i manici dello zaino per infondermi sicurezza e prendo un respiro.

I want You || Noah CentineoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora