Capitolo 7.

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Noah ferma la sua auto nel parcheggio di una tavola calda, abbastanza distante dal nostro liceo. Dall'insegna rossa presente fuori dalla struttura deduco che il nome del locale sia Cargo.

«Finalmente! Ho una fame.» Oliver frettoloso si slaccia la cintura per precipitarsi fuori dalla vettura. Noah mi guarda dallo specchietto retrovisore invitandomi con lo sguardo a seguirli.

Giunti all'entrata Oliver mantiene la porta per farci passare, «Dopo di lei signorina!»

Il locale è piccolo, ma confortevole. Le pareti sono di un giallo tenue, non ci sono poi molti tavoli e tutto è perlopiù in legno, anche l'enorme bancone dove i ragazzi si fermano.

«Buona sera Katia!» Noah saluta la signora dietro il bancone con indossa una camicetta bianca e un grembiule molto carino sul beige a cui è attaccato un cartellino con scritto il suo nome, i capelli biondi sono legati in uno chignon ordinato e ci rivolge un sorriso gentile.

«Buona sera, ragazzi. Come state?»

Si accorge solo dopo di me che sono coperta dai due ragazzoni «Non mi presentate la signorina con voi?»

Decido di fare da sola, mi sta già simpatica, «Emma, piacere.»

«È una nostra amica, andiamo anche a scuola insieme, praticamente siamo inseparabili dalle elementari.» spiega velocemente Oliver mentre attento si guarda intorno, credo alla ricerca di un tavolo.

«Il vostro posto è sempre libero, proprio lì accanto alla finestra.» indica con lo sguardo quello che a quanto pare è il loro tavolo abituale e al biondo iniziano a brillare gli occhi.

«Sempre gentile, Katia.» le sorride Noah facendola quasi arrossire.

Possibile che questo ragazzo faccia quest'effetto a qualsiasi essere femminile?

«Sì, Katia, dovremmo farti una statua!» esulta Oliver prendendomi per mano e trascinandomi al tavolo.

«I soliti?» chiede la donna alle nostre spalle.

«Sì, per tre!» ordina il ragazzo di fronte a me facendo segno con la mano.

Prendiamo posto e mi guardo intorno, sembra davvero carino.

«Venite spesso qui?» chiedo distraendoli dalla loro conversazione sulla prossima partita di football.

«Oh, si. Praticamente dall'anno scorso. È il nostro ritrovo per dopo le partite e a volte anche il sabato sera, quando non abbiamo nulla da fare.» spiega Oliver e nel frattempo Katia arriva con un vassoio.

Posa i tre bicchieri in vetro con della Coca-Cola, ghiaccio e cannucce a strisce rosse e bianche.

«Ecco a voi. I panini e le patatine sono in cottura. Emma, hai preferenza per le salse?» domanda gentile porgendomi la bibita.

«Sì, grazie, per me solo ma-»

«Solo maionese e la carne ben cotta. Come il mio insomma.» ma continua per me il riccio.

Lei ci guarda con un sorrisetto complice ed io fisso il ragazzo che ha parlato al mio posto sorpresa.

Non credevo se lo ricordasse!

La donna lascia il nostro tavolo per dirigersi dietro il bancone ed entrare attraverso la porta scorrevole, dove presumo ci sia la cucina.

«Beeene! Io vado un attimo al bagno. Che nessuno tocchi il mio panino se non sono ancora arrivato, chiaro?» avvisa Olly alzandosi dalla sedia e mentre si dirige verso i bagni fa segno a Noah di tenerlo d'occhio facendolo ridacchiare.

I want You || Noah CentineoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora