Ricordo

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Mi trovo in una zona che non conosco bene, è buio e a quanto pare sembra che sia finita in un vicolo sperduto. 

Sento freddo.

Perché sono a piedi nudi? 

La testa gira così tanto, devo reggermi! 

Lì c'è un muro.

Ho i ricordi annebbiati. 

Cosa diavolo è successo? 

Aspetta Emma, pensa.

Ah, sì!

Ero seduta al bancone e sono uscita un attimo a prendere una boccata d'aria.

Faceva davvero caldo lì dentro!

Cerco barcollante le mie scarpe.

Chissà dove sono finite?

Rido mentre inciampo sui miei stessi piedi.

Sono sempre così goffa!

Sto per cadere.

E sarei finita sicuramente a terra, se non fosse per qualcuno che mi tira prontamente su.

Sento un odore familiare, un profumo che sa di casa e di buono.

«Dove sono finite le tue scarpe?» 

Sento la voce ovattata, lontana quasi, nonostante il mio salvatore mi tenga tra le sue braccia.

Riconosco quella sensazione di calore, è come se fossi finalmente al sicuro.

«Sei il mio cavaliere?» 

Singhiozzo.

Non ricevo risposta, sento solo le mie gambe alzarsi da terra e il calore del petto del ragazzo che mi regge.

Mi tiene come se fossi una principessa!

«Eccole!» 

Una voce femminile si avvicina.

«Suo padre la ucciderebbe vedendola ridotta così. È davvero ubriaca! Come la portiamo a casa, ora?» 

«La porto io in braccio.» 

«Sei fuori!? Siamo a piedi? Non abbiamo neanche un passaggio.» 

Li sento litigare, ma le braccia di lui continuano a stringermi forte al suo corpo.

«Ce la faccio Tay. Smettila! Ora andiamo, prima che mamma vada a controllare in camera tua se state dormendo.» 

Lo sento muoversi.

Mi accoccolo meglio al suo petto e prima che la stanchezza possa prendere il sopravvento lo sento sussurrarmi: «Perché hai dovuto bere così tanto Emma?»

Mi risveglio, ho la testa che fa male e lo stomaco sottosopra.

Sono stesa sul letto in camera di Noah.

La luce fioca della lampada sul comodino mi dà fastidio agli occhi che tengo a fatica aperti.

Sento la voce di Noah che riecheggia nella stanza. È bassa e sono sicura stia parlando con qualcuno al telefono. 

«Sei un coglione! Non te la meriti.»

Sembra arrabbiato, molto.

Poi sento un panno umido che viene poggiato sulla mia testa.

I want You || Noah CentineoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora