Capitolo cinque

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Slash continuò a far scorrere lo sguardo sulla figura della giovane donna al suo fianco e abbozzò un sorriso appena la vide voltarsi ancora una volta verso di lui.

Avrebbe potuto giurare che quel sorriso fosse tanto autentico quanto incredibilmente timido, o forse innocente, ma non ne capiva il motivo, in fondo anche lei apparteneva al mondo del successo. Era una modella e un'attrice e, per di più, la figlia del vocalist degli Aerosmith. Doveva essere abituata a certe situazioni e, seppure a detta sua lo considerava divino con la chitarra, era pur sempre la figlia di Steven Tylor e di leggende del Rock ne doveva aver conosciute parecchie in tutta la sua vita.

Sweet child of mine terminò e le note di Crazy si sprigionarono seducenti nella sua testa. Si rilassò contro lo schienale della sua poltrona e sorrise, mentre frammenti del video della canzone gli passavano lenti davanti agli occhi in un esplosivo cocktail di femminile sensualissima.

- Questa è... wow- ammise a voce alta e Liv annuì, ripetendo le parole del chitarrista che voltò la testa verso di lei, scoprendola con gli occhi chiusi e le labbra schiuse in un delizioso sorriso.

- Grand bella canzone e gran bel videoclip- rise Slash, guadagnandosi l'attenzione della donna, che nel frattempo canticchiava la intro tra sé e sé. Due occhi blu si posarono divertiti su di lui e si assottigliarono cercando di rendere l'espressione birichina. Liv si voltò appena verso il chitarrista, puntandogli contro l'indice a mo di rimprovero, sollevando un sopracciglio curato.

- Gran bel videoclip, eh Mr Slash?-

Slash inclinò divertito la testa e, giusto per rimarcare il gioco appena iniziato da Liv, ruotò il busto per trovarsi perfettamente di fronte a lei, che continuava a osservarlo con un leggero sorriso sulle labbra.

- beh, gran bella ragazza. Molto apprezzata dallo Slash ventottenne di allora- che gli venisse un colpo, un altro per giunta, visto che quelli accumulati in tutta la vita potevano essere pochi, stavano flirtando proprio a qualche metro dall'ignaro Steven.

Liv fece spallucce, spostando poi lo sguardo da quel volto che tanto aveva sognato anni prima, e che non poteva negare le facesse tutt'ora uno strano effetto, allo schermo del suo cellulare per abbassare di poco il volume della musica. Le parole che le uscirono dalla bocca erano più rivolte verso lei stessa che verso Slash al suo fianco.- Alicia era gettonatissima sia per il suo carattere frizzante che per la sua bellezza californiana. Era come una calamita. Tutti ne erano attratti, uomini e donne- e si voltò a guardarlo con un sincero sorriso sulle labbra.

- Beh, signorina Tyler, peccato che mi riferissi alla ragazza mora del video, quella con...- la frase venne interrotta da una mano che calò sulla spalla del chitarrista e, voltatosi a guardare il proprietario, ringraziò la sua buona stella di non aver completato la frase, o la gaffe sarebbe stata epica. Tolse l'auricolare dall'orecchio e posò la sua di mano su quella del cantante.

- Bene, di che video si stava parlando?- chiese incuriosito ai due ,che ne frattempo erano scoppiati a ridere, Slash chinando la testa e lasciando che i ricci gli coprissero il viso e Liv riportando lo sguardo sul cellulare per mettere in pausa la musica.

- Parlavamo del video crazy. Uno dei più belli di quegli anni... Guns a parte- rispose Slash tornando a guardare Steven che nel frattempo aveva preso a volo un Flute dal vassoio di una delle Hostess che attraversava ancheggiando il corridoio del veivolo.- Forza, man, alza le chiappe e vieni di là con noi. Ti spiace se te lo rapisco per un pò, tesoro?- chiese guardando la figlia.

- Assolutamente no. Io vedrò di riposare un pò nell'attesa del pranzo- detto ciò afferrò l'auricolare che Slash le porse e reclinò il sedile per lasciarsi scivolare contro la spalliera. Infilò entrambe le cuffiette alle orecchie e, chiudendo gli occhi, riavviò la playlist musicale da cellulare.





Il Jet atterrò in perfetto orario all'aeroporto di New York e, appena fuori dal grande spazio aereo, l'intero staff con band al completo salì su due monovolume neri con finestrini oscurati che attendevano parcheggiate appena davanti alle porte scorrevoli. Liv consegnò la sua sacca all'autista e notò che le valigie erano state già ben sistemate nel portabagagli assieme ad altre.

Vide Slash salire nell'altra auto, chiacchierando con Joe Perry e si rese conto che, nonostante ormai avesse quarantanove anni, se aveva fatto bene i conti, conservava ancora lo stesso fascino innato di più di venti anni prima. Selvaggio, misterioso maledettamente sexy.

Si accomodò accanto al manager, alla donna, Nancy, che poi seppe essere una sorta di segretaria personale tutto fare della band e un altro paio di persone che non aveva mai visto prima, probabilmente gente dello staff. Prese il suo smartphone e digitò un semplice messaggio di saluto alla sorella. La risposta arrivò istantanea, come se Mia stessa già usando il telefono per altro.

" Siete arrivati?"

" Sì. Ora andiamo in Hotel, poi ci sarà una piccola intervista stampa sempre in Hotel, nella sala convegni."

Attese il messaggio di risposta che Mia stava digitando, tenendo lo sguardo fisso nello schermo.

" E l'orco che dice? "

" Orco... C'ho fatto tutto il viaggio di andata accanto e ti garantisco che è simpatico, gentile e..."

Storse la bocca e mandò il messaggio con i punti di sospensione, sorridendo prima di guardare fuori dal finestrino il caos che regnava in quella città.

" Te lo sei fatto in bagno... ma lo sai che è a rischio infarto, l'omone? Poi passerai alla storia per quella che ha ammazzato Saul Hudson, in arte Slash"

Liv rise e chiuse la conversazione con un veloce saluto e un ci sentiamo poi. Quando voleva, Mia sapeva essere proprio insopportabile, una stronza insopportabile. Ripensò alle parole di Slash riguardo il video di Crazy e sospirò. Chissà se lo aveva detto per gentilezza o per altro, fatto sta che era stato interrotto sul più bello del loro giochino. Liv sapeva di essere stata bella da ragazza e sapeva anche che quei giovani scapestrati, i Guns, non erano mai stati stinchi di santi in tema di sesso e droghe, ma in fondo tutte le band rock erano così, da che mondo e mondo la trasgressione era il loro bigliettino da visita.

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