Epilogo - parte due-

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- Slash, sei nervoso per caso?-

Liv osservava il chitarrista saltellare sul posto e scuotere spalle e braccia mentre il capo, con il cilindro già calato in testa e i Ray-Ban a schermate lo sguardo, era reclinato all'indietro.

La guardò e sorrise prendendo a divaricate e stringere le gambe, alternando così i piccoli saltelli sul posto.

- Vieni qua, chitarrista- gli disse alzandosi dal divanetto e raggiungendolo mentre sentiva il boato del pubblico urlare quel nome, come se fosse a una partita di calcio e non a un concerto.

Appena gli fu accanto lui interruppe quel moto e Liv gli prese il viso tra le mani, posando le sue labbra contro quelle di lui.

- Il grande Slash che trema come una foglia- ridacchiò contro quella bocca e lui le morse il labbro prima di stringerla a sé.

- Non sto tremando. Mi sto cagando sotto-

- Ma cosa vuoi che sia! È un concerto come un altro! E il peggio lo hai affrontato qualche giorno fa- gli rispose sfilandogli gli occhiali per guardarlo negli occhi, quegli occhi che lei amava.

- Quello non era nulla... Sono passati quasi venti anni e...-

- Dieci minuti all'inizio!-

Una voce irruppe nella sala dove Slash si stava preparando all'evento dell'anno e si staccò da Liv, voltando la testa verso il ragazzo fermo sulla soglia. Annuì e tornò a guardarla baciandola ancora una volta sulle labbra.

- Andiamo -

- Andiamo e incendiali!-

Raggiunsero il backstage dove dei piccoli televisori trasmettevano lo stesso video che in quel momento stava scaldando il pubblico di Las Vegas, attraverso dei maxi schermi sopra il palco. Erano già tutti pronti, ognuno cercando di gestire l'adrenalina a modo suo. Axl, seduto su di una sedia, massaggiava la gamba incidentata sollevata ad altezza di bacino; Duff camminava instancabile in tondo, scostando le moleste ciocche di capelli che gli pizzicavano il naso; una magrissima ragazza dai capelli celesti parlava con il batterista, mentre Fortus era piegato sulle ginocchia, in equilibrio sulle caviglie.

I Guns stavano per conquistare Las Vegas.

Sorrise a Slash che raggiunse gli altri e guardandoli nuovamente insieme, lui, Duff e Axl, non poté non ripensare a quel testone di Izzy. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta, l'averlo lì, dove sarebbe dovuto essere. Non aveva nulla contro Fortus, ma per lei Izzy rimaneva insostituibile: la vera anima dei Guns. Per non parlare di Steven o Matt...

- Cinque, quattro, tre, due, uno...-

La voce del tecnico avvertì che lo show stava per iniziare e che i musicisti dovevano prendere posizione sul palco, accanto alla seduta di Axl, al centro dello stage. Slash si voltò verso Liv e lei gli soffiò un bacio, mimando un ti amo al quale seguì la risposta del chitarrista, che mosse le labbra scandendo a sua volta ti amo, baby e lo vide seguire gli altri stringendo la sua chitarra rossa tra le mani.

Lentamente Liv raggiunse le quinte del palco, pronta per godersi quella seconda data del tour mondiale che si era aperto al Troubador, per solo cinquecento posti, solamente sette giorni prima, il primo aprile del diemilasedici.


Eccoci giunti alla fine di questa storiella. È dura mettere FINE, ma devo farlo.

A seguito pubblicherò l'epilogo B e mi piacerebbe sapere quale avete preferito tra i due.

Allora, piaciuta la storia?
A me sì!! 😂😂❤️

Se volete passare a dare una vista alle altre storie sui Guns, il mio profilo ne ha attive un po'.

Ho ancora in bozza una nuova storia su Slash, terminata e mooolto strana. Comincerò a pubblicarla appena avrò finito Don't Damn me.

Sweet child of mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora