Spinse con forza il pigiama nella valigia e si scostò una fastidiosa ciocca di capelli che le solleticava incessabile la punta del naso. Afferrò il piccolo Beauty-case e si trascinò in bagno per dare un po' di vita a quel viso che sapeva sembrava uscito da un incontro di box, tanto aveva pianto quella notte, inseguito all'incontro-scontro con lui.
Che fosse dannato!
Che fosse maledettamente dannato per averle fatto un torto del genere. Sebbene non avesse più sentito volare una mosca, nell'altra stanza, non era riuscita a controllare la delusione e il dolore che lui era riuscito a provocarle: un dolore intenso e costante alla bocca dello stomaco, accompagnato da un sordo e violento battito cardiaco che pulsava feroce contro le ossa dello sterno.
Se le avessero chiesto cosa sentiva in quel momento, avrebbe usato una sola parola: voragine.
Guardò il riflesso allo specchio e quasi stentò a riconoscersi. L'incarnato era più pallido del solito e le labbra avevano perso il loro naturale tono, parendo smunte e vuote, due petali avvizziti. Gli occhi, dalla sclera arrossata, erano ancora lucidi e quello che ne risaltava perfettamente, in quel quadro, erano le borse gonfie, tra il pallido e il violaceo, sotto le palpebre che offuscavano il suo sguardo.
Si sciacquò il viso con acqua fredda e tamponò la pelle prima di stendere un velo di crema sull'ovale per preparare il viso alle magie del trucco. Doveva far scomparire quel gonfiore, in un modo o nell'altro ce l'avrebbe fatta.
La colazione le fu consegnata in stanza dopo le dieci, ma il leggero fastidio lasciatole dall'alcol ingurgitato la sera prima non le permise che mangiare solo pane con un sottile strato di burro; per il caffè avrebbe atteso ancora un'oretta. Afferrò il cellulare e controllò la casella posta elettronica in attesa di vedere la mail che le avrebbe permesso di cambiare aria per un po'; eccolo lì, il biglietto elettronico per la prima classe le era stato inviato e l'imbarco era previsto per le ore quattro e quaranta del pomeriggio.
Il suo manager era un vero mago e non lo avrebbe cambiato per nulla al mondo. Lo aveva contattato al risveglio, incurante di che ora fosse in California, e gli aveva chiesto di trovarle un volo di rientro a casa per il pomeriggio. Aveva bisogno di staccare da tutto quello, di allontanarsi da quell'uomo e dalla sua ritrovata fiamma. Sebbene non fossero una coppia, loro due, e Liv lo sapeva bene, accantonarla così e senza il minimo rispetto le aveva fatto veramente male.
Sapeva che era stata una provocazione quella di Slash, dettata forse dalla finta ed errata idea che si era fatto su lei e Axl, ma non aveva avuto un briciolo di correttezza nei suoi confronti, quella notte.
Ma in fondo quello era Slash.
Aveva sperato nelle ore antecedenti l'alba che lui tornasse da lei, bussasse alla sua porta e se non avessero risolto il tutto con del sano sesso, almeno fosse tornato per litigare, per confrontarsi.
Trascinò la valigia giù dal letto e la accantonò accanto alle altre, adagiate nell'angolo tra il comò e la finestra. Guardò l'ora, erano quasi le dieci e quaranta quando sollevò la cornetta del telefono interno, pigiando il tasto zero prima di comporre il numero della stanza di Steven.
- Sì- la voce dall'oltretomba del padre la fece sorridere.
- Non hai più l'età per fare l'animale notturno, Steve...- disse ridacchiando Liv, stendendosi sul letto e piegando le ginocchia fino quasi a far toccare cosce con polpacci.
- Sono sveglissimo. Che succede, tesoro?- chiese nel tipico roco sussurro di chi non ha ancora schierato la voce dopo il sonno ristoratore.
Liv sospirò e spostò la testa verso la parete contro la quale aveva lanciato abat-jour e un vaso di coccio durante quella nottata movimentata. L'impatto degli oggetti aveva rovinato l'intonaco che si era sbriciolato lasciando una chiazza sbucciata sul muro. - Quando possiamo vederci? - chiese senza aggiungere altro.
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Sweet child of mine
FanfictionLasciatevi trascinare dalla passione appena sbocciata tra Slash e Liv, incontratisi per la prima volta nel 2014, anno in cui è ambientata anche la storia. Durante il Let Rock Rule Tour degli Aerosmith, dove Slash e la sua band dei Cospirators apre i...