Capitolo Venti -Problemi con la legge? -

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-Eravamo gente tosta, incasinata e senza controllo. Pensa che una volta, nel lontano 1983, ci prendemmo a sputi con il pubblico. Fu un concerto... wow... memorabile. Partecipammo a un festival all'aperto, in estate, si chiamava Street Scene e noi dovevamo aprire l'esibizione dei Fear, la sola punk band di L.A. che meritava considerazione, ai tempi. Fatto sta che arrivammo con la nostra macchina scassata, parcheggiammo e scendemmo con la stumentazione appresso, e una folla ci attraversò come inseguita da chissà che mostro mitologico. Non capimmo subito cosa stesse succedendo, solo quando ci avvicinammo al palco riuscimmo a vedere. Praticamente i fan dei Fear avevano scatenato una rissa epica, devastando tutto. Così fummo spostati su di un altro palco e suonammo dopo i Social Distorton, l'amatissima punk band locale. La nostra entrata in scena scatenò una rivolta, una sorta di guerra... una guerra di sputi, ai quali logicamente rispondemmo. Ricordo che mi spostai vicino a Izzy, in quel lato destro del palcoscenico dove lui suonava e insieme sputammo sopra tutte le teste dei presenti. A metà esibizioni eravamo uno spettacolo orribile: pieni di muco verde che col caldo era diventato puzzolente e sciolto. Ma fu un'esibizione memorabile, idilliaca e piena di energia - rise poggiando la guancia contro la testa di Liv.

- Che schifezza, Slash. Eravate dei lercioni- rispose ridacchiando, prima che il chitarrista proseguisse con il suo racconto.

- La volta successiva dovevamo aprire l'esibizione dei Poison, riuscimmo e scatenare talmente tanto la folla che resero il palco pericolante. E fu bellissimo vederli arrivare, coperti di lustrini, capelli cotonati e trucco per poi trovare il palco inutilizzabile- rise al ricordo e la guardò prima di continuare.- Una principessa come te sarebbe stata inorridita da come eravamo- rise ancora e le baciò la fronte.

- Ma ero una bambina allora. Cominciai ad apprezzarvi all'età di sedici anni e vediamo... era il novantatre. Oh sì, ricordo i Guns, allora... - ridacchiò e si mise a cavalcioni su di lui, lasciando che i capelli ricadessero attorno ai loro visi. Lo baciò, ma appena Slash le afferrò i fianchi con le mani, lei scivolò via ridendo alle proteste del chitarrista.- Prima mi racconti di te...-sussurrò accomodandosi ancora una volta al suo fianco. Lui, in risposta, spostò i ricci dal viso e brontolò una serie di parolacce, maledicendo la curiosità femminile.

- Che altro vuoi sapere?-

- Vediamo... uno dei casini più grossi nel quale vi siete, o ti sei cacciato, lasciando perdere le camere d'albergo sfasciate durante i concerti?-

Slash la guardò, ma mantenne la bocca chiusa per qualche secondo che a Liv parve infinito. Si morse il labbro inferiore e sostenne il suo sguardo nero, che non seppe ben identificare. Pareva contrariato, imperscrutabile e terribilmente distante. Aprì la bocca per scusarsi, per lasciar cadere quella sua richiesta forse troppo esplicita, dato che non erano nulla più di due semplici amanti e lui non era proprio il prototipo di persona disposta a mettere bianco su nero la sua vita. Ma Saul le posò l'indice sulle labbra, bloccando le parole che stavano per uscire da quella bocca che lo aveva stregato.

- La maggior parte dei casini nei quali sono o siamo finiti è stato il risultato di esperienze alcoliche o di uno stadio avanzato di fattanza. Il periodo in cui venni accusato di stupro ero solito farmi in vena e bere fino a stordirmi- interruppe il discorso e la guardò con la coda dell'occhio. Liv aveva gli occhi sgranati e lo fissava a bocca aperta.

- Ti hanno accusato di... violenza carnale?- disse lei in un sussurro e non riuscì ad aggiungere altro. La mano andò lenta a sfiorare la guancia, la stessa che venne percossa mesi prima da quello che avrebbe dovuto essere l'uomo che avrebbe dovuto difenderla e amarla per il resto della sua vita. Non aggiunse altro, Liv, e lasciò a lui la scelta di continuare il discorso o lasciarlo cadere, e non avrebbe neppure lasciato trasparire quanto quelle parole le avessero fatto male, l'avessero lasciata interdetta, pur sapendo, o sperando in cuore suo, che quello che Slash si apprestava a dire fosse solo un tentativo di imbroglio una ritorsione alla sua persona.

Sweet child of mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora