Capitolo trentacinque

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Non le piacque come all'improvviso Axl avesse cambiato atteggiamento nei suoi confronti, né tantomeno le libertà che ne seguirono e che le produssero un impercettibile brivido di disgusto lungo tutto il corpo. Da disinteressato quale era stato fino a qualche minuto prima,
aveva azzerato d'improvviso le distanze, posandole i palmi caldi contro la pelle delle braccia e le aveva sorriso.

Se non avesse fiutato la beffa nella quale si stava involontariamente cacciando, avrebbe potuto pensare a una sorta di amichevole conversazione con l'uomo che più di ogni altro aveva passato gran parte del tempo con Steven, durante quell'ultimo anno. Si potevano contare sul palmo di entrambe le mani le volte in cui lei e Axl Rose si erano incontrati di persona, in quei mesi, e mai il cantante aveva mostrato tale affetto nei suoi confronti. Avevano conversato, scambiato qualche battuta ma nulla più che formale conoscenza.
Almeno fino ad allora... e la cosa le parve strana, molto strana.

Era pur vero che parlavano ormai da più di un paio d'ore, perché durante la festa si era ritrovata a chiacchiere insieme a Steven e Axl, tra un sorso di whisky e l'altro. Avevano parlato inizialmente del più e del meno, buttando giù qualche domanda sulle reciproche carriere e ottenendo da tutti i fronti risposte vaghe, lasciate alla quasi libera interpretazione forse per il bisogno di staccare dal lavoro e successivamente, mano a mano che gli interessi erano divenuti sempre più comuni, la conversazione aveva iniziato a diventare interessante, viva e parlare con Axl era stato un vero e proprio piacere.

Era intelligente, spigliato e divertente, di ampie vedute, ma quando c'era da difendere le proprie idee rimaneva fermo sulle sue convinzioni e ci si fossilizzava dentro. Slash lo aveva descritto in maniera perfetta. E senza volerlo il discorso aveva virato verso ciò che più di ogni altra cosa i due amavano: la musica, il suonare.

- Tu, Axl, sei una fottutissima testa di cazzo orgogliosa. Devi richiamare Slash, Daff, Izzy e Steven per una Reunion. Una vera Reunion: i Guns al completo e come ai vecchi tempi. Immagina il pubblico, immagina la macchina dei Guns N' Roses mettersi nuovamente in moto dopo trent'anni... non sarebbe una macchina, ma un fottuto carro armato che avanza sopra macerie e teschi, schiacciando tutto ciò che incontra...-

Steven li voleva insieme, come ai vecchi tempi, la band più pericolosa degli ultimi trent'anni. Non era un segreto, lo aveva già proposto mesi addietro e Axl, come la scorsa volta, ne aveva riso ed era uscito a prendere una boccata d'aria. Liv lo aveva seguito, aveva bisogno anche lei di aria fresca e calma.

Non si erano detti molto e Axl aveva risollevato la sua cortina di gelida protezione, limitandosi a rispondere in maniera fredda al paio di domande che Liv aveva posto per rompere il disagio del silenzio attorno a loro. Fu Axl a sciogliere il ghiaccio che aveva contribuito a costruire dopo un po', mentre entrambi fumano in silenzio.

- È vero quello che si dice? Che ti sei fatta scopare da Slash in una piscina del Canada?- aveva chiesto senza giri di parole e Liv per poco non si era strozzata con il fumo che stava aspirando.

- Possiamo glissare sopra l'argomento?- gli aveva chiesto a sua volta, guardandolo in quegli occhi azzurri privi di emozioni.

- No, non possiamo. Quindi cosa sei? La sua amante o ve la siete spassata?- aveva domandato ancora, portando la sigaretta alle labbra.

Liv si trovò a sospirare e guardando poi il cielo privo di stelle - Siamo amici... - aveva concluso e aveva spento la sigaretta accanto a quella di Axl che, improvvisamente le aveva sorriso. Aveva notato una nuova luce nei suoi occhi cerulei, era una fiamma pericolosa quella, ma non ci aveva badato molto finché non si era trovata con i suoi palmi grandi che scivolavano lenti contro la pelle delle braccia.
Liv era rimasta a guardarlo, come a cercare di capire il perché di quel cambio repentino nei suoi confronti. Aveva visto un movimento nello sguardo, Axl aveva spostato gli occhi dal suo viso a qualcosa dietro lei e aveva avvicinato le labbra al suo orecchio subito dopo aver deposto un bacio sulla guancia. E aveva pronunciato due semplice parole:

Sweet child of mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora