Sweet child of mine

Capitolo trentadue

Il viaggio dalla zona collinare di Mulholland, nella quale era situata la sua enorme villa in Slash's style assieme a molte altre di note celebrità, tra cui anche la modesta residenza di Liv Tyler, a Inglewood, dove si sarebbe tenuto il concerto da lì a poco, fu breve (solo venti minuti di auto considerando il traffico serale) e abbastanza noioso, ma aveva bisogno del silenzio opprimente che saturava il veicolo.

Prima di uscire di casa aveva salutato i suoi due piccoli ragazzi, tenendoli stretti e sollevandoli entrambi da terra tra le braccia, per un tenero arrivederci e aveva accarezzato sia il gatto, il suo gatto, che il piccolo Foxy, ma con Perla si era dimostrato un estraneo. Erano diventati estranei dal giorno in cui aveva rimesso piede in casa, quasi trenta ore prima.

Perla aveva fiutato immediatamente il tradimento del marito, e non solo quello fisico, sessuale, ma aveva letto nei suoi occhi stanchi gli eccessi ai quali si era abbandonato nel frattempo, e Slash, dal canto suo, non aveva fatto nulla per nasconderle la verità, anzi, aveva aumentato le distanze tra loro gettando basi ancora più solide per il tracollo del loro matrimonio durato dodici anni.

Erano stati insieme una vita, lui e Perla, quasi venti anni, se si escludevano gli incontri occasionali e, sebbene avessero condiviso molto e avessero dato vita a due meravigliosi bambini, il tempo della coppia felice era terminato, da un pezzo.

Arrivati a destinazione, un parcheggio interno all'area riservata ai soli ospiti della serata e allo staff, Slash aiutò a scendere dalla monovolume le sue cose, caricando su di un
carrello le quattro chitarre che avrebbe utilizzato per lo spettacolo, più due portate come riserva, nell'eventualità fossero saltate corde alle principali.

Dopo essersi accertato di aver preso tutto dai sedili posteriori, si avviò verso il backstage dove incontrò Myles e gli altri intenti a chiacchiere per scaricare la tensioni pre esibizione. Con loro vi erano anche le compagne.

Alexandria sorrideva accanto a Frank, i lunghissimi capelli biondi le incorniciavano il viso da angelo.

Selena, alla sinistra di Myles, fu la prima a vederlo e a salutarlo rivolgendogli una timida alzata di mano alla quale seguirono gli sguardi degli altri, accompagnati da chiassosi saluti di benarrivato.

- Hai visto il cielo, Slash? Sarà una bella serata di merda- bofonchiò il batterista, sospirando. Slash portò le mani ai fianchi e si voltò, quasi a voler scorgere, forse, quel cielo al di là delle pareti e delle porte.

- No. Mi credi che non c'ho fatto proprio caso? Speriamo non ne butti troppa- rispose con una alzata di spalle prima di vagare ancora con lo sguardo attorno all'area. Guardò l'orologio poi estrasse il cellulare dalla tracolla che indossava, accigliandosi per non aver ricevuto alcun messaggio da parte di Liv. Avrebbe dovuto già essere lì. Afferrò Myles per il braccio e lo trascinò in disparte.

- Cosa?- chiese l'amico inclinando lievemente la testa, lo sguardo appena accigliato.

- Hai visto Liv? Avrebbe già dovuto essere qui - rispose Slash abbassando il tono di voce per non dare nell'occhio. Non voleva curiosi attorno. Si voltò appena sopra la spalla per dare un'ultima vista alla stanza prima di tornare a guardare Myles che appariva visibilmente confuso.

Il cantante raggiunse con poche falcate il tavolino dove erano state sistemate bevande e una macchina del caffè, e ne versò per entrambi su di una tazza che poi gli porse.

- Sarà nel camerino del padre a prepararsi o magari sarà impegnata, che ne so io, forse con qualcuno in una delle stanze... - fermò il discorso quando vide l'ombra della gelosia, o almeno quello gli parve, attraversare lo sguardo del chitarrista. - Slash, mi spieghi cosa ha quella donna che le altre non hanno? Non sembri tu, amico. Ti sei preso una sbandata, e ci può stare, ma ricorda che sei sposato e avete fatto già casini. Una scopata va bene, due anche, ma niente di più; non puoi- disse sostenendo lo sguardo nero del chitarrista.