- Parte prima. Finale -

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- Mia! Apri tu la porta, per favore? Sto finendo di lavare i bicchieri!- urlò Liv dalla cucina scostando con la spalla la ciocca sfuggita dalla coda, che le pizzicava il mento senza darle tregua. Soffiò quel piccolo ciuffò molesto e si voltò per guardare oltre la cucina. - Mia!- urlò ancora

- Sì, sì, rilassati santo cielo!- la sentì borbottare mentre il ticchettio dei tacchi rimbombava per tutta la sala.

Insaponò l'ultimo bicchiere e lo avvicinò al getto dell'acqua calda, reclinando indietro la testa e roteandola per alleviare la tensione accumulata alla base del collo, dopo la sfiancante corsa mattutina al il parco situato a pochi metri da casa.

- Liv! Hai un nuovo fidanzato?-

Mia comparve alle sue spalle stringendo tra le braccia un enorme e bellissimo mazzo di rose rosse, dal quale faceva capolino una bustina bianca anonima.

Asciugò le mani alla meglio mentre osservava sua sorella studiare quel capolavoro floreale, composto, a occhio e croce, da una quarantina di boccioli vermigli. Forse avevano confuso destinatario, forse erano per la Liv che abitava in fondo alla strada...

- Per caso ti sei assicurata che fossero per me... o per te, prima di prenderle? Guardale? Chi mai manderebbe tutte quelle rose?- chiese avvicinandosi e toccando uno dei soffici e profumati petali.

- Un tuo ammiratore? Un fan? Prendi il vaso che questo mazzo pesa più del mio cane!-

Liv rimase ferma sul posto a osservare la composizione, quasi non avesse sentito le parole che Mia le aveva rivolto. Batté le palpebre dopo essere stata richiamata nuovamente all'ordine.

- Sì, scusami. Stavo pensando a questo mazzo- disse andando a prendere il contenitore dentro alla cristalliera in sala, appena fuori dalla cucina - e al fatto che il fattorino riceverà una bella strigliata appena sapranno che i fiori non sono giunti a destinazione. Controlli il biglietto, per favore Mia? Non voglio le rose un'altra -

Strinse a sé il vaso e tornò in cucina, passando accanto alla sorella che, biglietto alla mano, la fissava a bocca aperta senza emettere un fiato. Strano, molto strano che Mia fosse rimasta imbambolata.

- Che hai?- le chiese mentre prendeva i fiori e li sistemava nel vaso pieno per metà di acqua. - allora? Chi me li manda questi fiori? Sembra che tu abbia visto un fantasma o qualcosa del genere. Sputa il nome, dai -

- Slash...-

Liv, che stava sistemando per bene il mazzo, allargando i boccioli gli uni dagli altri, rimase impietrita. Si sollevò e guardò oltre il vaso, verso la figura silenziosa di Mia che, imbronciata, era tornata a fissare il biglietto.

Non lo sentiva da settimane ormai, ma era il suo pensiero fisso la mattina, al risveglio, e l'ultimo la sera, prima di coricarsi, e spesso le faceva visita anche di notte, in sogno. Il suo intento di mettere distanza tra loro due per fare chiarezza era stato un enorme buco nell'acqua e più cercava di tenerlo lontano dalla sua testa più il ricordo la sommergeva, proprio come le acque che si chiudono sopra al sasso scagliato con prepotenza.

E quelle rose erano giunte precisamente al momento sbagliato... o giusto, dipendeva da come la si vedeva quella situazione, perché lo avrebbe rivisto da lì a poco, in un paio di giorni circa, giusto per la fine del Tour.

Si era tenuta per davvero alla larga da Slash, durante quei quindici giorni?
Certo che no! Lo aveva stalkerato via web, attraverso video dei Gig, foto dei fans e più di una volta era stata tentata di mandar lui un messaggio, dato che possedeva il suo numero privato, ma ogni volta aveva desistito, sotto le minacce tutt'altro che velate di Mia

" Mi manca, Mia"

" No che non ti manca, quel vecchio porco indomito"

" Perché così tanto rancore nei suoi confronti?"

Sweet child of mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora