Capitolo undici

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Il party nel Backstage era iniziato da un'ora circa e, mano a mano che i minuti passavano, fiumi di ragazze bellissime, magrissime e svestitissime attraversavano l'ingresso sul retro per poi trovarsi, sorridenti, nell'area adibita alla festa post concerto.

Liv, dal bancone del bar allestito solo in serata, le osservava raggiungere il centro pulsante del party, come dive impegnate a sfilare sul loro personale red carpet, divorate da avidi occhi maschili che si posavano su seni e sederi. Non seppe a chi venne l'idea di invitare modelle al dopo concerto, ma lo trovò maschilista e per nulla divertente.

La musica assordante rendeva difficile qualsiasi tipo di ascolto da dove era seduta, e chiese un altro bicchiere di quel dolcissimo nettare leggermente alcolico al sapore di cocco, che il barman sudamericano le aveva precedentemente preparato; arrivò alla velocità della luce con tanto di sorriso d'accompagno.

Ringraziò e mantenendo la posizione spalle alla sala, prese a sorseggiare distrattamente il suo cocktail, nella penombra in cui era immersa l'intero locale. Voci maschili iniziavano a mescolarsi con quelle femminili che alternavano risatine a frase più o meno articolate e in quel momento pensò che forse lei, in quel contesto, non c'entrava assolutamente nulla.

Sola al bancone del bar, Liv giocherellava con la cannuccia della sua bevanda alcolica, consapevole che forse avrebbe passato l'intera nottata appollaiata in quello sgabello. Ballare sola non le sembrava assolutamente sensato, tantomeno dar fastidio ai componenti delle band che, in quel momento, ancora non si erano visti o almeno non si trovavano nelle più prossime vicinanze.

- Vuole qualcosa da mangiare, Signora?- le chiese garbato il giovane sudamericano, ma Liv rifiutò scuotendo la testa prima di staccare le labbra dalla cannuccia e ringraziare.

Chinò lo sguardo sul cellulare stranamente silenzioso, persino Mia in quel momento aveva altro da fare, e sbloccò lo schermo del telefono, giusto per far passare qualche secondo e tenersi impegnata. Non arrivò ad aprire la chat che un paio di mani dalla pelle di una di tonalità più scura delle sua le si pararono di fronte. Sollevò lentamente lo sguardo e trovò nuovamente il viso del giovane barista che la osservava con un sorriso ferino stampato in viso. Battette le palpebre e staccò la bocca dalla cannuccia nera, infilata nel grande bicchiere di plastica dura.

- Sei Liv Tyler, giusto? La figlia del cantante degli Aerosmith?- chiese visibilmente esaltato dalla scoperta, passando a una conversazione molto meno informale. Liv dovette avvicinare il busto leggermente in avanti per capire bene cosa il giovane volesse. La musica sparata a quasi tutto volume e il chiacchiericcio di sottofondo rendevano una ipotetica conversazione molto difficoltosa, se non si stava più che vicini. Chiese al ragazzo di ripetere la domanda e lui, paziente, le si sporse in avanti diminuendo ancor di più la distanza per riformulare la frase detta qualche secondo prima.

- Dicevo... sei Liv Tyler? La figlia del cantante?-

Liv annuì e si sorbì, nei successivi cinque minuti, la sua intera filmografia con tanto di recensioni con voto non richieste. L'unico punto a suo vantaggio, in tutto quel discorso, era che, a detta del giovane, era brava a impersonare figure fantastiche... qual orribile critica senza senso le era stata mossa e non seppe se alzarsi e andarsene, risultando scortese, oppure affogare le noie in una serie infinita di Pinacolada.

Con la coda dell'occhio vide sedersi accanto a lei una ragazza mulatta, dalle braccia elisi e lunghi capelli ebano lisci a coprirle parte dell'arto. Voltò il viso nella sua direzione e, sorpresa delle sorprese, davanti al suo sguardo si stagliò fiera la figura sottile di Maya, la modella dai tratti somatici esotici conosciuta giusto il giorno prima alla festa in onore delle band. Era bellissima fasciata in un tubino nero, impreziosito da eleganti punti luce sparsi qua e là sulla stoffa. I capelli neri e lucidi, lasciati sciolti,  la avvolgevano come una stola preziosa, coprendo l'intera schiena da occhi predatori. La particolare illuminazione violacea dell'area allestita per la festa rendeva la sua figura ancora più sensuale e misteriosa, conferendole quel tocco di esotico che tanto la distingueva dalle altre bellezze californiane e sudamericane.

Sweet child of mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora