Capitolo trentotto

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La discesa parve infinita e l'elettricità saturava la cabina che scendeva lentamente. Liv dava le spalle a Slash che la guardava in silenzio. Affondò le mani nelle tasche dei pantaloni e si guardò le punte delle comode scarpe da ginnastica mentre deglutiva saliva. Appena le porte si aprirono lei schizzò fuori e si voltò sopra la spalla fermandosi solo un momento per accennargli un sorriso enigmatico. Slash si accigliò non comprendendola e la chiamò, non sapendo bene cosa dire ma riuscì a catturare nuovamente la sua attenzione.

- Stavo andando a mettere qualcosa sotto i denti. Verresti con me? Ti offro un cappuccino o un caffè nero- disse avvicinandosi mentre sfilava le aste dei suoi Rayban a goccia dal collo della maglietta.

- Ok. Avevo bisogno di caffè, grazie- rispose seguendolo fuori dall'hotel.

Slash infilò gli occhiali da sole e sistemò il berretto in testa, schiacciando l' umida chioma riccia, fresca di doccia, che ricadde ancor più voluminosa ai lati della testa. Attraversarono la strada, l'uno accanto all'altra seguiti a ruota da due uomini della sicurezza, e senza proferir parola raggiunsero lo Starbucks parallelo all'hotel. Come al solito una serie di curiosi e di fan si mossero assieme a loro, creando una specie di scudo umano al quale Slash era ormai abituato.

Entrati nel locale fu assegnato loro un tavolo appartato su di un piccolo soppalco, mentre le guardie del corpo, gestivano gli avventori di foto e autografi. Li avrebbe accontentati, come sempre, ma dopo il pasto e dopo aver parlato con lei.

- Io... Slash... mi dispiace per ieri. Ero su di giri e...- fu Liv a spezzare il silenzio e Slash incrociò le dita sopra al tavolo, divaricando i gomiti, ascoltandola in silenzio. - Hai capito, dai- concluse in leggero imbarazzo-

Lui sorrise.- Stentavo a riconoscerti. Eri una furia impazzita -

- Non so se te ne rendi conto, ma hai fatto sesso con quella donna contro la parete della mia camera, senza pensare a come mi sarei potuta sentire io- rispose accigliandosi e cambiando tonalità di voce. Si era alterata al solo ricordo.

- Sì, corretto. Ora vorrei chiederti io una cosa, dato che ne stiamo parlando. Perché Axl? Dopo tutto quel che sai, dopo che ti ho parlato di lui, con chi ti trovo a flirtare? proprio con l'unico uomo che avrei voluto lontano da te anni luce. Dimmi una cosa... avete scopato?- chiese lui facendosi pericolosamente serio.

Liv si accigliò e incrociò le braccia, sollevando la schiena il più possibile. - Vuoi sapere cosa mi ha fatto più male di tutto questo? La tua mancanza di fiducia. Mi ha fatto ancor più male del tradimento, se così si può chiamare, che ne è seguito. Non mi hai dato possibilità di spiegarmi e te ne sei andato per ben due volte- si interruppe appena una giovane cameriera li raggiunse per prendere il loro ordine.

Fu poi fu il turno di Slash a prendere la parola appena tornarono soli.

- Non serviva parlare, Liv. Dimmi perché lui. Se fosse stato un altro, forse non sarebbe accaduto tutto questo... o forse sì, non so. Ma non dovevi con Axl-

- Io non so cosa tu ti sia messo in testa e sinceramente non voglio immaginarlo, perché sarebbe una enorme mancanza di rispetto nei miei confronti: Axl mi stava parlando proprio di te. A detta sua ha voluto lanciati, o meglio lanciarci, una provocazione che tu ovviamente hai afferrato, ma differentemente da te che ti sei rifugiati tra le gambe di Meegan, non pensare non l'abbia riconosciuta, io non ho fatto assolutamente nulla-

- E di cosa parlavate? - chiese lui

- Sarà Axl a mostrartelo. Comunque io me ne torno in California...-

Rimasero in silenzio per qualche secondo che parve infinito e Liv sospirò prima di spezzare quel soffocante silenzio. - Slash, per favore, voglio vedere i tuoi occhi. Non nasconderli dietro le lenti. Voglio guardarti e vedere te non la maschera di indifferenza con la quale stai interagendo- e lasciò scivolare lo sguardo dalle lenti specchiate alle labbra serie.

Poggiò i gomiti sulla superficie del tavolo e si sfilò i Rayban, mostrandosi a nudo di fronte a lei che le sorrise appena, sussurrandole un grazie tra le labbra.

- Vuoi andartene?- le chiese accigliandosi dopo quella che parve a entrambi un'eternità. In quel momento tornò la cameriera e lasciò davanti a loro un cappuccino e un caffè nero seguito da un muffin al cioccolato. Rimasero in silenzio osservando la donna posizionare tazze, bicchieri, piattini, posate e tovaglioli, rimandando la conversazione finché non furono di nuovo soli. Slash spezzò il muffin in due parti e le porse una delle due metà ripetendo la frase pronunciata poco prima.

- Ne ho bisogno, ho bisogno di mettere distanza con tutto questo. Non posso permettermelo, non posso permettermi e permetterti di farmi... questo... perché so che siamo su due livelli completamente differenti. Tu mi piaci, ma mi ferisci senza neppure accorgertene. Non è colpa tua, sei fatto così- accennò un sorriso imbarazzato e guardò il pezzo di muffin che lui le aveva offerto, ora tra le sue mani.

Slash sospirò.

- Liv, tu riesci a farmi mettere in discussione ogni singola scelta che io penso aver preso in modo definitivo. Resta, per favore - le disse prendendole le mani nelle sue, avvicinando il busto  verso lei e il rifiuto che seguì fu inaspettato e doloroso. La vide spostare lo sguardo dai suoi occhi all'angolo del tavolo e mordersi il labbro inferiore come combattuta tra desiderio e ragione, e intensificò la richiesta con un per favore soffiato tra le labbra. Lei tornò a guardarlo.

- Non posso. Non riesco... non forzarmi, non dopo ieri-

- È per Meegan, per Axl o perché non ho voluto parlare con te?- chiese lui ancora una volta e Liv si imbronciò, lasciando il muffin sul piattino di fronte a sé.

- Mettiamo in chiaro una cosa per l'ultima volta...con Axl non è successo assolutamente nulla e mai potrà accadere in futuro. Sono uscita a prendere una boccata di aria con lui dopo che si è parlato, o meglio lui e mio padre hanno discusso circa la possibilità di una Reunion dei Guns, dei Guns al gran completo... e te ne avrebbe parlato Axl stesso. Ecco, ora l'ho detto. Successivamente, mentre fumavamo una sigaretta, mi ha chiesto cosa ci fosse tra noi due, e sì, qui hai ragione, ha voluto vedere quanto tenessi a me. Me lo ha confidato... si è comportato da idiota, ma non c'è stato nulla tra noi perché io... - batte le palpebre e velocemente si corresse- perché non è lui che voglio-

Slash si sollevò dalla sedia e si sporse verso lei prendendola in contropiede e la baciò come forse mai aveva fatto prima. Le fece sentire la sua presenza, il suo affetto. Voleva che sapesse che non avrebbe rinunciato a lei, sebbene gli sbagli commessi in questo mese e mezzo, ma la sentì puntare i palmi contro il suo petto e spingerlo via delicatamente.

- Ho preso la mia decisione. Non potrebbe mai funzionare tra noi. Siamo diversi e vogliamo cose diverse. Non voglio essere trattata come una dea oggi e lasciata in disparte quando non sarò più la novità. Mi capisci vero? pensa al tour, divertiti. Io mi prenderò una pausa di quindici giorni forse ancora qualcosa di più, non so, poi tornerò per le ultime date- gli sorrise e approfittò del silenzio per bere il cappuccino ormai tiepido.

- Se questo è il tuo volere, lo accetto anche se non lo condivido. Spero di rivederti ancora, Liv- le sorrise approfitto del silenzio per mettere sotto i denti quella metà di dolce al cioccolato.

Siamo in dirittura d'arrivo. Questo è l'ultimo capitolo prima dell'epilogo che arriverà a breve, domenica.

Ricordate:

- Finale A
- Finale B

Spero che la storia vi sia piaciuta e se volete vedere come andrà a finire, non perdetevi l'ultimo aggiornamento, quello scelto da voi!

Team Liv?
Team Meegan?

Sweet child of mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora