Capitolo diciannove - A little of Duff. Let me introduce Axl Rose

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Perdonarmi, ma il capitolo è lunghissimo! Spero di non annoiarvi troppo questa volta!

Preso il secondo chicco di uva dalle dita del chitarrista, Liv formulò la nuova domanda. Voleva sapere più cose possibile circa la vecchia band e quell'uomo, ma doveva farlo senza risultare troppo diretta. E poi si sa, internet era da sempre stato un calderone di stupidaggini. Tra mille informazioni reperibili, forse solo dieci sarebbero risultate reale.

- E Duff? Quando fa il suo ingresso nella tua vita?-

Slash cacciò in bocca l'ultimo chicco e, seguendo l'esempio di Liv, sistemò la schiena contro i cuscini appoggiati alla testiera del letto, passando il braccio dietro alle spalle della donna al suo fianco per tirarsela addosso.

- Vediamo... avevo lasciato la scuola e mia madre riuscì a segnarmi in quella professionale per musicisti... una truffa esilarante; comunque, in quel periodo io e Steven, che nel frattempo aveva imparato a suonare la batteria, cercavamo un bassista così mettemmo un annuncio nella sezione cercasi del The Recycler, il giornale dei musicisti. Più o meno era così: Cercasi bassista per gruppo influenzato da Aerosmith, Alice Cooper. Chiamare Slash -, prese un altro acino e lo portò alle labbra.

- Ricevemmo un paio di telefonate, ma l'unico tipo che volevamo conoscere veramente era un tizio chiamato Duff. Si era appena trasferito da Seattle e al telefono mi era sembrato uno giusto. Sai quando hai il sentore sotto pelle che quella persona potrebbe soddisfare i requisiti che stai cercando? Ebbene, lui mi aveva trasmesso questa sensazione, per cui gli dissi di vederci alle otto di sera al Canter's Deli. Io, Steven e le ragazze ci metemmo in un angolo, proprio vicino all'entrata. Yvonne aveva portato con se una bottiglia di vodka, avvolta in un sacchetto di carta e infilata in borsa. Lei era quella che mi aveva iniziato alla vodka. Prima bevevo solo whisky- sorrise al ricordo e e si grattò la testa riccioluta. Poi riprese. - Nessuno che assomigliasse a un musicista entrò da Canter per un bel pezzo, così quando Duff si fece vivo le ragazze erano completamente ubriache. In quel momento stavamo discutendo su che aspetto avesse, ed ecco che entra questo tipo magro, alto circa due metri, con capelli corti e biondi sparati, catena e lucchetto in stile Sid Vicious attorno al collo, anfibi da combattimento e un trench di pelle rossa e nera che sfidava i ventiquattro gradi di temperatura esterna. Nesuno di noi se l'era immaginato così. In un attimo diedi un calcio sotto il tavolo a Steven e zittii le ragazze " Guardate" , dissi. " Dev'essere lui".-

- E poi che successe? Non so perché ma quel silenzio poteva sembrare inquietante, eh- ammise Liv appolipata al musicista. Respirò il suo odore strusciando il naso contro il collo di Slash e chiuse gli occhi.

- Mi chiese: " così sei tu Slash? Non sei come mi aspettavo" " Ah, sì?" risposi io. " E che ti aspettavi?". " Con un nome come Slash, pensavo che fossi uno molto più minaccioso", continuò. Steven e le ragazze scoppiarono a ridere, ma lui continuò " Non sto scherzando: con un nome del genere mi aspettavo che tu fossi una sorta di psicopatico punk-rocker". " Ah sì?" dissi ridacchiando e scoppiò a ridere anche lui. A una certa, stavamo chiacchierando del più e del meno, facendo conoscenza un po' per volta, quando, di punto in bianco, Yvonne mise la mano attorno alla spalla di Duff. " Posso farti una domanda personale?" chiese con tono di voce più alto del necessario e Duff annuì. " Sei gay? Sono curiosa". Per la prima volta in ore sulla nostra tavola piombò il silenzio.- Slash rise al ricordo.

- E lui che rispose?- domandò guardandolo in viso.

-Secondo te cosa rispose?-

- Che non lo era?- chiese Liv. Slash la guardò e si accigliò senza mai smettere di sorridere. - Donna, a Duff piaceva la figa e piace tutt'ora- le fece l'occhiolino e le diede un casto bacio sulle labbra.

Sweet child of mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora