Capitolo 2: Il vicino di casa

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Capivo perfettamente che era sabato sera. Capivo perfettamente che per noi adolescenti quella serata significava fare baldoria, ma quello che non capivo era come diavolo facevano a fare così tanto baccano, quelli dell'appartamento di fianco al mio.

Mi girai e rigirai nel letto più volte.
Ma che diavolo di ore erano?
Accesi il cellulare e notai che erano le ventidue e un quarto di sera.
Okay, non era notte fonda, ma io avevo sonno e bisogno di riposarmi.

Come diavolo potevo fermare un branco di ragazzi ubriachi?
Sbuffando, mi alzai dal mio letto.
Raggiunsi camera dei miei ma trovai entrambi dormire beatamente con le bocche spalancate e la saliva asciutta ai lati delle labbra.
Roteai gli occhi al cielo e chiusi la loro porta. Come avevano fatto ad addormentarsi, nonostante gli schiamazzi e la musica?

Va bene, forse stavo esagerando.
Seconda chance.
Mi misi sotto le lenzuola fresche del mio nuovo letto, per la seconda volta, e provai a riaddormentarmi.

Forza Keira, chiudi gli occhi e dormi.

Mi misi a pancia all'aria, poi su un fianco e poi persino con la testa spiaccicata sul cuscino, ma quando notai che non riuscivo più a respirare, decisi di cambiar posizione.
Presi i lati del cuscino e li schiacciai sulle mie orecchie per camuffare il volume della musica e le voci sempre più forti.

E no però, il karaoke oltrepassava ogni limite.

Tolsi di nuovo le lenzuola bianche dal mio corpo e presi la mia vestaglia.
Sbuffai rumorosamente.
La lasciai aperta perché non avevo voglia di perdere tempo a fare uno stupido fiocco.
Infilai le pantofole e uscii a passo svelto dal nostro appartamento.

Bussai con forza sulla porta dei miei vicini e me ne importò ben poco del mio pigiama bianco e dei miei pantaloncini rossi a cuori.
Dopo altre ennesime nocche sbattute, la porta finalmente si aprì.

Il ragazzo di quel pomeriggio.

«Sì?» disse squadrandomi da capo a piedi, soffermandosi sulle mie gambe scoperte a causa del caldo di fine agosto.

Incrociai le braccia al petto e lui tornò a guardarmi in faccia. «Vorrei dormire.»

Il ragazzo si fece scappare una risata. «Sono appena le dieci di sera.»

«Ed io vorrei dormire, pensa un po'!» ironizzai, come mi era solito fare quando ero nervosa.

«Che succed- Ehy, chi è la fanciulla?» disse un altro ragazzo, raggiungendo il mio vicino.

Quest'ultimo aveva i capelli biondi, con alcune ciocche dorate, e gli occhi di un marrone chiaro che richiamava leggermente il verde.

«La fanciulla è la vicina di casa che vorrebbe dormire.» posai la mano su un fianco. «Vedete di abbassare il volume. E, per favore, lasciate stare il karaoke! Fate pena!» dissi dando loro le spalle ed avanzando di un passo verso "casa mia".

«Scommetto che tu sei più brava.» disse il moro ed io mi voltai verso di loro.

«Eccome.» sorrisi fiera. «Io sono la più brava in tutto.»

«Ah sì?» chiese sorridendo beffardo, appoggiandosi allo stipite della porta.

«Già.» dissi spostando lo sguardo dal moro al suo amico.

«Oliver, piacere.» disse il biondo porgendomi la mano, uscendo dal suo stato di trance.

Esitai qualche secondo. Guardai la sua mano tesa verso di me e poi decisi di stringergliela, roteando gli occhi al cielo. «Keira.»

«Bel nome.» aggiunse il moro.

«Lo so.»

Silenzio.
O meglio, tra di noi c'era silenzio. Dall'appartamento proveniva tutt'altro.
Dannazione, ma dove diavolo avevo già visto quel ragazzo?

«Ci conosciamo già?» chiesi senza staccare gli occhi dal moro.

«Frequento la Miami High School

«Pure io.»

«Okay.»

«Okay.»

Che strana conversazione.

Mi schiarii falsamente la voce. «Abbassate la musica, domattina non ho intenzione di risvegliarmi con le occhiaie.»

«Allora buonanotte.» sorrise il moro ed il biondo mi fece l'occhiolino.

Bleah.
Chiusero la porta ed io rientrai nel mio appartamento.
Non appena mi sedetti sul mio letto pensai al fatto che solo Oliver si fosse presentato. Perché quell'altro voleva fare il misterioso? Mi servivano solo il nome ed il cognome per scoprire chi diavolo fosse.
Perché io ero certa che quegli occhi neri avessero già incrociato i miei.

Senza pensarci troppo, mi alzai un'altra volta ed impulsivamente uscii dall'appartamento.
Raggiunsi a passo felpato il campanello dei miei vicini per controllare che ci fosse scritto il loro cognome sopra ma, ovviamente, schiacciai per sbaglio il campanello.

Quanto puoi essere stupida Keira Jennifer Kelley?

«Corri, idiota.» sussurrai a me stessa, tornando dentro casa.

Okay, ce l'avevo fatta.
La porta si era chiusa ed io ero salva.

Oh no, perché avevano bussato?

«Okay, mi fingo mezza addormentata ed appena alzata dal letto.» sussurrai disordinandomi i capelli e socchiudendo gli occhi.
Più sembravo addormentata, più sarei stata credibile.

Aprii la porta dopo qualche secondo e davanti a me trovai il mio misterioso vicino di casa dal nome ignoto.

«Ti serve qualcosa?» biascicai.

Sembravo una fottuta attrice di Hollywood.
Vai così, Keira.

«Sei stata tu a suonare il campanello?» chiese con un ghigno.

«Io? Stavo dormendo, se non ti dispiace.» sbadigliai, ma sul serio, e ciò mi aiutò a calarmi ancora meglio nella parte dell'innocente.

Sorrise. «Sono convinto che sia stata tu.»

«Beh, sbagli.»

«Perché ti interessava il campanello?»

«Ripeto: stavo dormendo.»

«Certo come no.» sorrise.

«Hai finito? Vorrei tornare di là.»

Poi Oliver si posizionò di fianco al suo amico. «Bryan si è vomitato addosso.» disse agitato.

Il moro chiuse gli occhi, gettò all'indietro la testa e sospirò.
Il suo pomo d'Adamo faceva su e giù.

«Arrivo.» disse infine, e Oliver mi regalò un veloce sorriso, prima di rientrare nell'appartamento del suo amico. «Okay, allora buonanotte. Vedi di non suonare più al mio campanello.» mi fece l'occhiolino.

«Non sono stata io!» sbuffai.

«Il cognome è Evans. Sei felice ora?»

«E il nome?» sorrisi sporgendomi leggermente dall'uscio.

«Sogni d'oro.»

«Il nome!»

«Bryan arrivo!» urlò, sorridendomi ancora e rientrando in casa sua.

Sospirai, poi chiusi la porta e tornai per l'ennesima volta a letto.
Evans, eh?
Mi distesi, e per i primi dieci minuti rimasi a pancia all'aria, guardando il soffitto. Chi diavolo era quel tipo?
Mi alzai poi, ancora una volta, ed uscii in terrazzo. No, quella notte le stelle non stavano brillando come mi aspettavo. Sospirai, e poi tornai dentro casa, evitando di fare rumore.

~~~
Buonasera! Eccovi il vicino di casa ignoto, di cui voi ovviamente già conoscete il nome, dato che è scritto nella trama del libro AHAHAH
Com'è andata la vostra giorna?
A me molto bene, ero abbastanza di buon umore!
Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo e della storia in generale fino a questo punto...ne vedremo delle belle!
Ora scappo, spero abbiate apprezzato.
Grazie per aver letto ❤
Buona notte!

-Alessia

Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora