Capitolo 23: Noi

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Non riuscivo a togliermi le parole di Jay dalla testa.
'Non lo so'.
Perché?
Perché non lo sapeva?
Quelle tre parole erano state peggio di una coltellata. Pensavo che ormai fosse diventata una routine, quella di vedere assieme le stelle sul tetto.
Era una scemenza, lo sapevo bene, ma la sua incertezza in quel 'non lo so' mi aveva fatto intendere che forse ero io l'unica che apprezzava quei momenti passati sotto al cielo.
'Basta Keira, ti fai troppe paranoie' pensai.
Se mi avesse detto di no, o ignorato, che avrei fatto? Avrei richiesto un'ordinanza restrittiva affinché non potessi più vederlo?
S

tavo esagerando.
Ingigantivo troppo le cose, in effetti.

Stavo passando un pomeriggio da Kylie pensando a Jay. Che idiota.

Ero una maleducata.
Fingevo di ascoltare la mia migliore amica quando in realtà avevo la testa tutta da un'altra parte.
Ad interrompere sia me che la voce acuta di Kylie, fu il mio telefono.
Era mia madre.
Decisi di allontanarmi di qualche passo dalla mia amica, e risposi, iniziando a girovagare per il giardino.

«Mamma?»

«Keira, io e tuo padre tra poco usciamo. Facciamo un salto in centro, dopodiché ceneremo fuori ed andremo a teatro»

«D'accordo» dissi trattenendo la gioia di restare da sola senza genitori in mezzo.

«Adesso ti lascio un po' di soldi in camera da letto nel caso tu voglia ordinare una pizza o altro. Oscar sarà con noi, quindi non potrai uscire, e a Mary abbiamo dato la serata libera, ma se vuoi chiamarla perché hai fame non ci sono problemi» continuò.

«Va bene»

«Un'ultima cosa: ho incrociato Jay Evans per le scale. Gli ho chiesto di passare da te ogni tanto, giusto per controllare la situazione»

«Mamma, ho diciassette anni e viviamo in un appartamento di ottanta metri quadrati!» sbuffai. «Nemmeno nella nostra vera casa ho i babysitter»

«A casa abbiamo le videocamere di sicurezza» sottolineò. «Comunque ti farà piacere un po' di compagnia»

«Non serviva far scomodare Jay. Magari aveva altri piani per sta sera»

Altrimenti non riuscivo a spiegarmi il perché della sua titubanza nel voler salire sul tetto.

«Ha detto che lo fa volentieri. Ora vado Keira, manda un messaggino quando torni a casa. Ciao»

«Okay, ciao»

Spensi il telefono e tornai da Kylie.
Le spiegai velocemente la situazione sbuffando, e lei alzò un sopracciglio.

«Key, ti piace Jay?»

«Cosa? No!» urlai.

Per fortuna abbandonò il discorso lì, e decise di proseguire ciò che stava dicendo. Parlava di un corso di nuoto a cui voleva iscriversi, nulla di troppo importante.
Parlammo poi del più e del meno.

«Come mai Kelsie non è potuta venire?» chiesi sedendomi a bordo piscina, immergendo i piedi nell'acqua fino all'altezza delle caviglie.

«Caspita! Mi sono dimenticata di telefonarle!» esclamò portandosi una mano alla bocca.

«Come hai fatto?» mi venne quasi da ridere. «È la nostra migliore amica»

«Avevo la mente da un'altra parte evidentemente» si sedette di fianco a me.

«Okay. Beh, le telefono io, tanto ci mette cinque minuti per arrivare» feci per uscire dalla piscina, ma la mano di Kylie mi fermò.

«Keira, non trovi che io e te passiamo meno tempo insieme rispetto a quanto ne passiamo con Kelsie? Se un pomeriggio siamo solo io e te sole, non muore nessuno» fece spallucce.

Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora