Capitolo 65: Avere una mamma

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Gli uccellini non stavano cantando.
Il sole non splendeva in cielo.
I bambini non ridevano al parco.
Al di fuori di quella finestra non si percepiva felicità, tutt'altro.
Ma dentro, in quella stanza, in quel letto di sabato mattina, io, Keira Kelley, ero la ragazza più felice del mondo.
Avvinghiata al ragazzo di cui ero innamorata, dopo una notte folle in cui ci eravamo affidati all'istinto.
Avevamo abbandonato il significato della parola 'ragione'.

Carpe Diem, no?

Jay dormiva ancora, beatamente steso sotto di me, con il braccio tatuato sulle mie spalle e le palpebre abbassate.
Le labbra schiuse, russava.
Lo fissai dolcemente, ero completamente persa in quei suoi lineamenti perfetti.
Sentivo un dolore -sopportabile- in mezzo alle gambe, e ringraziai il cielo per non aver sporcato nulla.
Allungai un braccio alla ricerca del mio telefono. Abbassai lo sguardo e lo trovai per terra. Lo presi e notai l'ora: le cinque e quarantasei del mattino.

Oh merda.
Oh bellissima merda.
Cosa avrei detto ai miei?
Mannaggia.

Balzai giù dal letto.
Recuperai i miei vestiti e corsi in bagno. Avrei usufruito dell'acqua calda degli Evans, mi dispiacque, ma per rianimare quei capelli, una doccia sarebbe stato il minimo.

Bagnoschiuma spalmato e sciacquato alla velocità della luce, shampoo alla pesca.
Sorrisi, poi capii che non potevo perdere tempo.
Balsamo, anche quello alla pesca.

Sul serio?

Sciacquai tutto quanto e rubai un asciugamano.

Non me ne vogliate Evans, scusate.

Mi asciugai in fretta e furia.
Strofinai l'asciugamano con molta velocità su tutto il corpo, poi indossai di nuovo l'intimo del giorno precedente ed il vestito.
Tornai in camera, alla ricerca dei miei calzini. Li trovai ai piedi del letto.
Jay ancora dormiva a petto nudo.
Dopodiché tornai in bagno, avevo i capelli fradici.
Accesi il telefono, avevo un paio di messaggi da parte di mia madre e tre chiamate perse da parte sua.
Deglutii prima di leggerli.

Le chiamate risalivano tutte dalle ore undici e mezza fino alla mezzanotte e mezza.
Poi i due messaggi, forse quelli più spaventosi.

Mamma: Tesoro, ho capito che dormi da Kylie, ma potevi almeno avvisarmi!
Mamma: Domani torna presto, la sera dobbiamo andare alla premiazione di tuo padre. Buona notte.

Non avevo capito un accidenti.
Kylie?
Indietreggiai e controllai di aver letto tutte le chat. Una era in sospeso.
Quella di Kylie.

Kylie: Credo che coprirti con tua madre mentre tu ed il tuo stupido ragazzo fate le vostre stupide scappatelle, sia un segno abbastanza esplicito per farti capire che ti ho perdonata. Sto ancora male, ma ho compreso che colpevolizzarti non fa altro che accentuare il mio malessere. Sto davvero male senza di te, ho bisogno della mia migliore amica. I miei sentimenti si aggiusteranno, adesso a me importa far tornare tutto come prima. Scusa se mi sono comportata da stronza, spero che tu e Jay siate felici insieme. Io lo sono, se tu lo sei. Ti voglio bene, scusa ancora se ho fatto la stupida.

Sorrisi, mi vennero le lacrime agli occhi. Con la vista appannata, le risposi.
Non potevo credere che tutto si era risistemato.
...Grazie a mia madre?

Appoggiai il telefono sul lavandino e cercai il phon. Aprii tutti i cassetti, e quando lo trovai mi scusai mentalmente con la famiglia Evans.
Ancora.
Stavo usufruendo di qualsiasi cosa prsente in quella casa.

Asciugai i capelli, e una volta pronta, misi tutto in ordine. Recuperai il telefono e tornai in camera.

Ero pronta, ma non serviva tornare a casa. Kylie mi aveva coperto, gliene ero davvero grata.

Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora