Capitolo 54: La mia migliore amica

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La mia migliore amica indossava un bellissimo vestito argentato, un alto paio di tacchi neri ed una bottiglia di vodka in mano come accessorio finale.
Kylie era già sbronza, ed erano appena le undici di sera.
Io e Kelsie vagavamo per la sala a controllare che nessuno vomitasse a terra o facesse sesso nei bagni.
Era stato davvero imbarazzante dover cacciare una coppia dai gabinetti, ma era stato giusto così.

Jay non conosceva nessuno.
O meglio, sì, ma non abbastanza.
Se ne stava seduto su uno dei divani in pelle, a smanettare con il suo telefono.
Di tanto in tanto alzava lo sguardo e si guardava in giro, forse per cercarmi.
Altre volte invece, balzava in piedi e salutava qualche conoscente.
Stretta di mano, due chiacchiere e poi se ne tornava seduto su quel posto che ormai aveva preso la forma del suo sedere.
Non aveva bevuto e mangiato niente.
Forse spettava a me portargli qualcosa.
Non per fare pace, solo per gentilezza ed educazione.
Niente di più.

Mi avvicinai ai tavoli apparecchiati ordinatamente dalla madre di Kylie e presi un trancio di pizza, accompagnato da un bicchiere di birra.
Camminai a grandi passi e col cuore in gola verso il lato della sala in cui erano disposti i quattro grandi divani neri. Jay, come da copione, se ne stava col viso chinato verso lo schermo del telefono.

Mi schiarii, falsamente, la voce.
Lui alzò lo sguardo e spense il cellulare.

«Non vorrei che morissi di fame.» ammisi imbarazzata, allungando le braccia.

Mi guardò senza espressione in volto e poi prese la birra ed il trancio.
Accennò ad un sorriso, annuendo, ed io feci lo stesso.
Mi voltai sul posto e poi sparii in mezzo alla folla di persone che ballavano.
Sperai che mi prendesse per un polso e mi chiedesse di dimenticare tutto.
Sperai che lasciasse Vicki una volta per tutte, ma niente di tutto ciò accadde.

Io raggiungevo Kylie, Jay beveva la sua birra: tutto nella norma.

La mia migliore amica era finita su un altro pianeta.
Ballava al centro della sala con un boa rosa legato attorno al collo.
Sperai che non vomitasse prima della mezzanotte, dopotutto mancavano poco più di quaranta minuti.
Decisi di avvicinarmi.
Schivai la sua mano che danzava a ritmo della musica, e risi.

«Sei sobria, eh?» sorrisi, ironica.

«Keira!» urlò e poi mi abbracciò. «Quanto sono felice! Tra un'ora farò diciotto anni, ci credi?»

«Ne farai diciassette, Kylie.» risi.

Si fermò dal ballare e ci pensò su per una manciata di secondi. «È vero!» urlò.

Mi prese per un polso e mi invitò a ballare con lei. Posò poi una mano sul mio fianco ed iniziò a muoversi a ritmo della musica. Mi stampò un bacio umido sulla guancia e mi costrinse a ballare con lei almeno fino al termine della canzone.
Quando Flo Rida smise di cantare, sorrisi, e poi lasciai un veloce bacio sulla guancia della mia migliore amica.
Le urlai all'orecchio che sarei andata al bagno e lei alzò entrambi i pollici, urlandomi qualcosa come 'salutamela'.

Ma chi?
Scacciai la domanda stupida dalla mia testa ed entrai nel bagno poco distante dalla pista da ballo.

Dopo aver tirato lo sciacquone, mi lavai le mani e mi specchiai qualche secondo.
Dal terzo gabinetto fuoriuscì Kelsie.
Guance arrossate, capelli spettinati e camminata irregolare: era ubriaca.

Sospirai. «Santo cielo, non è nemmeno mezzanotte!»

«Sto bene.» bisbigliò, aggrappandosi al lavandino.

Si lavò le mani con molta calma.
Sfilò il suo rossetto dalla borsetta e se lo ripassò lentamente sulle labbra.

«Kylie te l'ha detto?» mi chiese.

Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora