Indecisa se salire sul tetto o andare a dormire, avevo optato per distendermi sul mio letto con la testa penzolante.
Guardavo la mia stanza sottosopra e pensavo a cosa fare.
L'orologio segnava le undici e mezza spaccate ma io ormai già sapevo che l'incontro con Jay era saltato.
Forse mi ero comportata in maniera leggermente infantile, inventando la scusa del tizio del college, però ero curiosa di vedere una reazione di Jay.Il perché, non lo sapevo nemmeno io.
Mi alzai ed uscii dalla camera, dirigendomi verso la cucina a passo felpato.
I miei dormivano beatamente ed in casa regnava il silenzio.
Presi una vaschetta di gelato al cioccolato e due cucchiai.
Forse con il gelato, avremmo potuto fare pace.
Erano delle scuse in maniera piuttosto bambinesca, ma nessuno sa resistere di fronte a del gelato.Infilai velocemente un paio di scarpe e salii sul tetto, tentando di non far cadere la vaschetta.
Una volta giunta sopra al condominio, notai con dispiacere di essere da sola.
Jay non c'era, le stelle nemmeno, e perciò io che potevo fare?Sbuffai rassegnata, in colpa.
Mi sedetti a terra ed aprii la vaschetta, infilai subito un cucchiaio di gelato in bocca. Sembravo una povera disperata, patetica.
Da sola in pigiama, con un gelato al cioccolato in mano e due cucchiai.Canticchiavo una vecchia canzone che ascoltavo in prima media, assieme ad Harriet, e guardavo il cielo scuro della notte.
Scuro, scuro, scuro.
Come non mai.
Per niente illuminato, nemmeno per sbaglio.«Ah, sei qui.»
Abbassai gli occhi dal cielo e li puntai su Jay che aveva appena finito di salire i gradini della scala.
Era in piedi di fronte a me, con le braccia conserte, i capelli leggermente ricci e spettinati.
Un completo di una tuta grigia scura addosso. Avrei voluto vederlo in faccia, ma c'era troppa poca luce per farlo. Potevo scommetterci che era bello da morire, anche quella notte.«Dovevamo vederci.» mi alzai.
«Pensavo fossi con il tuo amico.»
Sospirai. «Senti, so di sembrare infantile ora, ma...non c'è alcun ragazzo.»
«Ma quanti anni hai, Keira?»
«Diciassette.» abbozzai ad una risata, sperando di contagiare anche il suo sorriso, ma così non fu.
Sbuffai. «Scusa, okay? Ho detto la prima cosa che mi è venuta in mente.»«E perché?» chiese avanzando verso di me, facendomi sentire piccola piccola.
«Perché...perché-» indietreggiai.
«Mh?» disse facendomi indietreggiare ancora, fino a farmi arrivare con la schiena contro al muro.
«Non ti devo dare delle motivazioni. Mi andava di farlo, fine.» tagliai corto.
Poggiò una mano sul muro di fianco alla mia testa, ed io alzai lo sguardo verso il suo.
Era davvero, davvero, alto.
Deglutii.«Che vuoi?» incrociai le braccia.
Vidi il suo sguardo intenerirsi e calmarsi. Storse la testa da un lato e mi guardò negli occhi.
«Hai portato il gelato.»
«Non per te.»
«Due cucchiai.»
«Avevo fame.»
Sorrise.
Finalmente o purtroppo?«Okay.» si allontanò da me.
«'Okay' cosa, esattamente?»
«Era un 'okay' generale.» disse raggiungendo il gelato e sedendosi a terra.
«Io non ti capisco.»
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Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019
Romance[COMPLETA] [EX: "DA SEMPRE VICINI PER CASO"] Nella vita di Keira, tutto le è sempre stato regalato. Una casa di lusso, un cognome importante, due amiche su cui contare sempre ed una scuola ai suoi piedi. Keira possiede Miami e nessuno può mettersi c...