Capitolo 52: Non contarci

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Mancavano dodici ore alla mezzanotte.
Kylie avrebbe fatto diciassette anni ed io non avevo la più pallida idea di cosa regalarle.
Forse una collana, un bracciale?
Un vestito? Un paio di scarpe?
Ero a pranzo fuori con Kelsie, in cerca di un regalo per la nostra amica, ma niente da fare.
Non riuscivo a pensare a niente.

«Ieri ho visto un bellissimo vestito color corallo da Armani! Se vuoi passiamo a vederlo, non dista molto da qui» disse Kelsie.

«Non lo so, anche l'anno scorso le ho relagato un abito. Non sembrerei un po' ripetitiva?» chiesi sbuffando ed infilando una forchettata nella mia lasagna.

Kelsie masticò un po' i suoi spaghetti prima di parlare. «Orecchini! Lo sai che a lei piacciono molto!»

«Ma tutti le regaleranno degli orecchini! Proprio perché è una cosa scontata!»

Si fermò a pensare ancora qualche manciata di secondi.
Poggiò un gomito sul tavolo e fece roteare la sua forchetta a mezz'aria.
Io tenevo la schiena incurvata.
Ero seduta scomposta, lo sapevo bene, ma vicino a me non c'era mia madre pronta ad urlarmi di sedermi in maniera corretta.
Ci eravamo fermate a pranzare da Esposito's, uno dei migliori ristoranti italiani di tutta Miami.

«Un weekend alla spa!» urlò.

Si beccò qualche occhiataccia dalle persone sedute agli altri tavoli, ma fece finta di nulla. Bevve un sorso della sua acqua ed io mi fermai a pensare.
Forse non era una cattiva idea.

«Per quante persone? Io, te e lei?»

«Scegli tu. I soldi non ti mancano» ridacchiò.

«Forza, andiamo a prenotare questa spa»

Fece spallucce e finimmo il pranzo in pochi minuti.

***
Alla fine avevo optato per la spa.
Un weekend interamente per noi tre.
Il vestito di Armani non mi aveva colpita più di tanto, ed ero sicura che Kylie ne avesse già uno simile in armadio.
Andai in un'agenzia e prenotai per il weekend successivo, due giorni alla spa di Miami. Si trovava ad un'ora dal centro della città, nulla di che.
Non essendo sicura che Kylie non avesse impegni in quei due giorni, avevo telefonato a sua madre.
Dopo la sua conferma, prenotai.
Ero soddisfatta del mio regalo.
Ringraziai Kelsie per l'idea.
Ero sicura che ci saremmo divertite.

Oscar era tornato a lavorare.
Era venuto a prendere sia me che la mia amica, ed aveva accompagnato, naturalmente, prima lei a casa.
Oscar mi lasciò sotto al condominio e poi andò a fare delle commissioni che mio padre gli aveva chiesto di fare.
Avevo deciso che prima di entrare in casa, sarei passata da Jay a lasciargli il mio "regalo".
Salii saltellante i quattro piani e presi la busta contenente il regalo.
Bussai sorridente contro la porta degli Evans ed attesi che qualcuno aprisse.

«Ciao-» sorrisi, ma poi mi bloccai.

Ero sicura che la mascella mi fosse appena caduta a terra.
Davanti a me, in carne ed ossa, proprio davanti ai miei occhi, c'era Victoria Brown.

«Victoria» dissi a denti stretti.

Strinsi i polsi, infilando le unghie nella pelle e rendendo le nocche bianche. Tesi ogni muscolo del mio corpo e dichiarai mentalmente guerra alla ragazza di fronte a me.

«Keira, ciao!» sorrise falsamente. «Hai bisogno di qualcosa?»

Jay mi aveva assicurato che l'avrebbe lasciata.
Il giorno precedente aveva esplicitamente detto che voleva me, e non lei.
Come si era permesso di invitarla a casa sua? Solo qualche ora dopo saremmo dovuti uscire, ed andate insieme al compleanno di Kylie.
Ancora non ci credevo.
Stavo facendo l'amante?
No, io Keira Kelley non faceva l'amante. Di nessuno.
Davvero aveva avuto l'indecenza di invitarla a casa sua, proprio nell'appartamento attaccato al mio?
Avrei potuto incontrarla sulle scale, oppure ritrovarmela di fronte, proprio come stava accadendo in quell'esatto momento.

Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora