Il secondo giorno di scuola annunciava l'inizio delle selezioni per la squadra di football e quella delle cheerleader.
Io ero stata capo cheerleader fin dal primo anno di liceo, e mai nessuno mi aveva tolto quel posto.
Sapevo che quel giorno sarebbe significato una sola cosa: dovevo trovare un'erede degna di prendere il mio posto nella squadra delle cheerleader della MHS, perché se avessi lasciato la libertà di far prendere a chiunque quel posto, una volta giunta al college, mi avrebbero fatto tornare indietro per ristabilire l'ordine.Ero in anticipo, come sempre.
Stavo tranquillamente camminando per le strade di Miami diretta verso la fermata dell'autobus che mi avrebbe portato a scuola. Quando arrivai a destinazione rimasi in piedi appoggiata ad un albero, e poi controllai l'ora.
Ero in anticipo di dieci minuti.Miami era un continuo via vai.
Uomini d'affari che scappavano nelle loro splendide auto con una 24 ore ed un cappuccino in mano, bambini con grossi zaini colorati che saltellavano tra le linee bianche delle strisce pedonali quando il semaforo dava loro il verde, anziani che, con le mani unite dietro la schiena, iniziavano ad appostarsi davanti alla posta, ragazzi che come me raggiungevano le fermate dell'autobus o salivano nelle auto dei genitori troppo stressati ed indaffarati per negare loro uno strappo a scuola.
Miami non stava mai ferma.La fermata dell'autobus gremiva di gente man mano. Ragazzi e ragazze in ogni angolo. Adolescenti dai capelli tinti e gonne corte, finti uomini con due o tre peli sul petto messo a nudo dalla maglietta con lo scollo a V. Ragazzine con cellulari dalle cover vistose e ragazzini diventati improvvisamente telecronisti dei fondoschiena e dei seni circostanti.
L'autobus arrivò.
Dovetti restare undici minuti in mezzo a tutta quella gente sudaticcia. A settembre ancora faceva caldo, ed in autobus ciò non aiutava.
Vidi una coppietta seduta nei sedili in fondo slinguazzarsi animatamente, non curante dell'altra ventina di persone attorno.
Un paio di anziani, adolescenti puzzolenti con le orecchie tappate da degli auricolari senza filo ed il conducente. Pover'uomo; il viso scavato ed abulico colmo di anzianità, l'uniforme blu non stirata, le mani callose, i capelli grigi schiacciati ai lati delle orecchie da dei grossi occhiali neri da sole e le labbra diventate improvvisamente una sottile linea sulla pelle per camuffare uno sbadiglio. Mi autoconvinsi mentalmente che nella vita non avrei mai fatto la conducente degli autobus.***
Chiusi l'armadietto dopo aver preso il libro di biologia e mi avviai verso la mia classe. Kylie era in ritardo, mentre Kelsie si era fermata a fare una rapida colazione assieme a sua madre che, successivamente, l'avrebbe portata a scuola. Sarebbero arrivate a momenti. Odiavo camminare da sola per i corridoi della scuola, mi sentivo impotente. Insulsa, insignificante, inutile. Volevo le mie amiche al mio fianco, ma loro non c'erano. Dovevo cavarmela da sola.
Decisi di raggiungere a passo spedito la classe di biologia al secondo piano dell'edificio. Salii velocemente le scale, tenendomi il libro tra le mani, quando per sbaglio andai a sbattere contro una persona. Una ragazzina dai capelli rossi. Furiosa con non si sa chi o cosa, mi mormorò uno 'scusami', per poi dileguarsi subito nella direzione opposta alla mia.
Giunsi nella classe ancora in parte vuota, e mi misi a sedere nella terza fila, tenendo due posti per le mie migliori amiche. Vidi Kylie arrivare di corsa, ed un paio di minuti dopo, fece la sua comparsa anche Kelsie. Quest'ultima si stava tranquillamente pettinando i capelli biondi con le dita, mentre Kylie tentava di riprendere a respirare regolarmente. Dopo essersi ripresa, ci disse di essersi fatta da casa sua alla scuola, di corsa, in sette minuti.
Tutto ciò per aver perso l'autobus.
Ma con che voglia?Il professore entrò, ci salutò e presentò subito gli argomenti che avremmo trattato durante il corso dell'anno.
Che noia, che barba, che pizza.
Biologia non mi era mai piaciuta sul serio, ma dovevo mantenere la media scolastica alta, perciò dovevo farmela andare bene.
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Sopra lo stesso tetto | #Wattys2019
Romance[COMPLETA] [EX: "DA SEMPRE VICINI PER CASO"] Nella vita di Keira, tutto le è sempre stato regalato. Una casa di lusso, un cognome importante, due amiche su cui contare sempre ed una scuola ai suoi piedi. Keira possiede Miami e nessuno può mettersi c...