Parte 3

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"Allora, Milly ripetimi quali sono i pronomi in italiano!" esclamo sorridente mentre faccio lezione. La bambina li dice tutti, ma manca il 'voi'. "Bravissima, ricordati il 'voi'!" rispondo segnando le sue risposte sul mio quaderno. Do uno sguardo all'orologio: sono le otto di sera. "Bimbi si è fatta ora, potete andare!" esclamo vendendoli uscire sorridenti dall'aula mentre chiacchierano tra loro. Sistemo le mie carte in borsa e sento bussare alla porta. Alexie fa capolino in classe e sorride. "Ti va una passeggiata stasera?" È passata una settimana da quando sono qui, e ci siamo unite molto, è una buona amica. "Certo!" esclamo mentre metto il giubbotto ed usciamo dalla scuola salutando Theresa. Ci allontaniamo di qualche metro e camminando si ricorda di aver lasciato il cellulare in classe. "Cris, torno subito, vado a prendere il telefono!" mi dice correndo all'interno della scuola. Resto ad aspettarla mentre guardo questo piccolo paesino inglese vicino Londra. Tutto così stupendo... sento la porta della scuola sbattere e mi giro pensando fosse la mia amica, invece no. I suoi occhi castani scuro si posano lentamente sul mio corpo, poi mi guarda in volto. Alexie mi ha detto che si chiama Ghali. Ammicca, ed accendendosi una sigaretta mi si avvicina, facendomi arrossire maledettamente. "Devi essere quella nuova..." dice sbuffando del fumo denso dalle sue labbra carnose. "Si, sono l'insegnante d'italiano." Rispondo timidamente stupita dal fatto che parli la mia lingua. "Ghali." Mi tende la mano. "Ho la classe di arabo." Il mio battito diventa più veloce quando le nostre mani si uniscono, e i nostri sguardi si incontrano. "Come ti chiami, piccola?" "Scusa, come hai detto?!" insinuo freddamente chiedendomi chi gli abbia dato questa confidenza. "Ho chiesto come ti chiami!" ripete in una risata. "No, dopo cos'hai detto?" incrocio le braccia al petto. "Piccola? Ahah dai, scherzavo!" "Che umorismo che hai!" sbuffo freddamente distogliendo lo sguardo dai suoi occhi. "Okay, ho capito. Sei un pochetto antipatica. Visto che non mi dici il tuo nome, lo scoprirò io!" dice divertito con aria di sfida. "Stiamo a vedere..." "Stai a vedere. Ciao Cris!" esclama allonandandosi dalla scuola. "A-aspetta! Quindi lo sai il mio nome?!" Dico ad alta voce per farmi sentire. Lui sente, ma non replica, avvicinandosi ad un portone nel quale scappare dopo un attimo.

Le due lezioni successive finiscono che io non me ne rendo nemmeno conto. Tiro un bel respiro prima di uscire dalla mia classe e tornare a casa: incontrerò sicuro Ghali, e devo dargli buca, altrimenti lui continua a dare fastidio, e io non voglio. Mentre cerco di convincere me stessa di quelle parole pensate eripensare ho riposto tutto nel mio zainetto in pelle e salutando Theresa esco dalla scuola. Fuori alla porta, come se lo avesse voluto il destino mi ritrovo Ghali che sembra aspettare qualcuno. "Ah, eccoti!" esclama appena mi vede sorridendo. Lo guardo con aria interrogativa, faccio finta di niente. "Ciao Ghali..." dico con tono vago allontanandomi da lui intenta ad andare a casa. Dopo nemmeno cinque passi vengo fermata. "Rossa, aspetta!" mi giro verso di lui, che mi ha raggiunta alle mie spalle. Mi fingo infastidita e alzo gli occhi al cielo: "Che c'è?!" "Per una sera che non piove... ti va un giro in centro?"sbuffo lentamente, mi avvicino ancora di più a lui e dico: "Ghali, lo sai che non sono una di quelle che ti porti a letto, vero?" lui ridacchia divertito,continuando a infastidirmi. "Hahahah dai! Non filtrerò nemmeno!" "E allora che usciamo a fare?!" domando ovvia cercando di tagliare corto. Si lecca il labbro inferiore fissando il suo sguardo nel mio facendomi arrossire maledettamente."Non capisco perché sei così fredda con me..." "Perché il tuo obiettivo è uno solo, e non sono la ragazza opportuna per soddisfare i tuoi bisogni!" spiegovelocemente senza staccarmi gli occhi di dosso. "Trovati qualcun'altra con cui fare i tuoi giochini, tipo la spagnola!" esclamo mentre mi giro e cammino viada lui, verso casa. Mentre percorro velocemente qualche metro di strada più in là da lui lo sento urlare con tono lamentoso e ironico: "Piccola ma io voglio te!" "Non sono fatti miei!" rispondo senza girarmi più verso di lui, nella speranza che abbia capito che deve lasciarmi perdere.Le due lezioni successive finiscono che io non me ne rendo nemmeno conto. Tiro un bel respiro prima di usciredalla mia classe e tornare a casa: incontrerò sicuro Ghali, e devo dargli buca,altrimenti lui continua a dare fastidio, e io non voglio. Mentre cerco di convincere me stessa di quelle parole pensate e ripensare ho riposto tutto nelmio zainetto in pelle e salutando Theresa esco dalla scuola. Fuori alla porta,come se lo avesse voluto il destino mi ritrovo Ghali che sembra aspettare qualcuno. "Ah, eccoti!" esclama appena mi vede sorridendo. Lo guardo con aria interrogativa, faccio finta di niente. "Ciao Ghali..." dico con tono vago allontanandomi da lui intenta ad andare a casa. Dopo nemmeno cinque passi vengo fermata. "Rossa, aspetta!" mi giro verso di lui, che mi ha raggiunta alle mie spalle. Mi fingo infastidita e alzo gli occhi al cielo: "Che c'è?!" "Per una sera che non piove... ti va un giro in centro?" sbuffo lentamente, mi avvicino ancora di più a lui e dico: "Ghali, lo sai che non sono una di quelle che ti porti a letto, vero?" lui ridacchia divertito, continuando a infastidirmi. "Hahahahdai! Non filtrerò nemmeno!" "E allora che usciamo a fare?!" domando ovvia cercando di tagliare corto. Si lecca il labbro inferiore fissando il suo sguardo nel mio facendomi arrossire maledettamente. "Non capisco perché sei così fredda con me..." "Perché il tuo obiettivo è uno solo, e non sono la ragazza opportuna per soddisfare i tuoi bisogni!" spiego velocemente senza staccarmigli occhi di dosso. "Trovati qualcun'altra con cui fare i tuoi giochini, tipola spagnola!" esclamo mentre mi giro e cammino via da lui, verso casa. Mentre percorro velocemente qualche metro di strada più in là da lui lo sento urlare con tono lamentoso e ironico: "Piccola ma io voglio te!" "Non sono fatti miei!"rispondo senza girarmi più verso di lui, nella speranza che abbia capito che deve lasciarmi perdere.

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