Uno scricciolo pieno di placenta intorno viene preso in mano da un'infermiera, piange come disperato e dalla felicità piango anche io. "Ghali, Ghali! È nato!" esclamo senza smettere di ridere contenta mentre le lacrime rigano il mio viso sudaticcio. "È nato!" ripete piangendo emozionato mettendo una mano sulla mia guancia per unire con forza le nostre labbra in un unico e dolce bacio a stampo. "Ti amo, ti amo, ti amo..." mi dice piangendo incredulo dandomi un altro bacio mentre mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Quella mezza coda che avevo fatto ora è andata via, mi sono mossa troppo. "Ecco vostro figlio!" esclama un'infermiera poggiandolo sul mio petto. La sensazione è stranissima e unica. Una creatura che è stata per nove mesi in me adesso è tra le mie braccia e tra le braccia del padre, viva, sana e piagnucolante. "Hei, a papà..." sorride Ghali dolcemente mentre chiudendo gli occhi gli cadono altre lacrime. È emozionatissimo. Guardo Alessandro e in lui vedo tutto l'amore che c'è tra me e Ghali. È lui il frutto del nostro amore. È il frutto di qualcosa che amo, che mi fa star bene, e questo invece, è il momento più bello di tutta la mia vita intera. "Sei tu..." dico a Ghali guardando nostro figlio. Lui lo guarda attentamente e con dolcezza e poi guarda me. "È identico a te."ripeto. "Si?" mi chiede felice, con un'espressione da bimbo contento. "Si,vedi? Avete le stesse labbra, gli stessi occhi e..." la stessa infermiera di prima ci interrompe. "Mamma e papà, devo prendere Alessandro, dobbiamo fargli il bagnetto, le analisi e controllare che tutto sia okay..." "Certo, grazie!" rispondiamo contemporaneamente. La signora lascia a Ghali un modulo da completare per registrare nostro figlio, e lui si mette subito a compilarlo. "Cazzo..." dice d'un tratto ridendo dolcemente. "Che c'è?" "Eh, ho sbagliato a scrivere, mi trema la mano..." sorrido anche io mentre lui lascia perdere il foglio per prendere il cellulare e chiamare qualcuno."Mamma...si è nato...si, si sta benissimo... è bellissimo mamma, non vedo l'ora che venga in Inghilterra a vederlo...si, si tranquilla... sta qui Cristina, sta benissimo, è solo stanca...si...si... t-ti chiamo dopo che ora non ci sto capendo niente... ciao,ciao..." alla telefonata ha risposto per monosillabi, è davvero emozionato. "Comunque sei fighissimo con il camice addosso." Scherzo quando chiude la conversazione. "Dai, ahahah... ora riposati, hai bisogno sicuramente di dormire piccola..."
......
Cerco qualcosa di carino da mettere per stamattina, ho un colloquio. I cinque anni di Università sono quasi finiti, sembrava ora che ho iniziato scuola e conosciuto Ghali, che ci siamo messi insieme, che Alessandro è nato... invece sono passati sei anni da quando io e il mio ragazzo stiamo insieme, cinque e mezzo da quando abbiamo un bambino, che adesso dorme, beatamente, nella sua cameretta, di fronte alla nostra. Mi guardo allo specchio e poggio su di me un vestito nero e uno grigio. Nah, nessuno sei due. Prendo un pantalone nero, di taglio classico, una shirt bianca e una giacchetta nera. Ecco, sono elegante ma non sembro una vecchia. "Con quel pantalone però prima di assumerti penseranno a spogliarti..." commenta il mio ragazzo dal letto, con voce impastata. "Hei, sei sveglio?" Annuisce col capo e sorride dolcemente. Salgo a cavalcioni sul letto e mi avvicino a lui. "Sei bellissima stamattina" dice con dolcezza giocando von una ciocca di capelli. "Tu dici che mi prendono?" domando pensierosa. "Tu vacci serena e dai il meglio di te." Risponde baciandomi lentamente a stampo per tranquillizarmi. Quando ci stacchiamo, gli ripeto alcune cose: "Allora Ghali, io ora vado via. Quando Ale si sveglia gli dai il latte che ho già preparato che sta in cucina e gli fai scegliere con quali biscotti lo vuole accompagnare. Lo lavi e lo vesti con la tuta blu che ho messo sul cassettone in camera sua e..." la scollatura della mia maglietta è scesa più in basso visto che sono piegata in avanti, e sono a pochissimi centimetri da Ghali. "Hei, guardami!" "E-eh...scusa ma è un po' difficile guardarti in faccia se..." ridacchia senza distogliere lo sguardo dal mio seno. "Ecco qui." Dico ridendo mentre sistemo la maglietta, "Ora sicuro mi guarderai." Lui sorride e poi posa lo sguardo su di me. "Dicevo... che lo vesti e..." "Si Cris, tranquilla! Mi hai già detto tutto ieri mille volte, non ti preoccupare, ricordo tutto!" "Sicuro?" domando fissando i suoi occhi stupendi. "Sii! Sta serena." Mi ripete annuendo. "Allora vado...?" "Vai, e buona fortuna!" No, non prenderò mai questo posto...
Alcune volte dovrei proprio smetterla di sottovalutarmi. Si, mi hanno presa! Dalla settimana prossima lavoro per un laboratorio di analisi, ciò che ho sempre voluto fare. Il cellulare mi squilla mentre sorrido fiera seduta dietro la cattedra della scuola di lingue. È Ghali. "Hei..." "Crì, tutto okay?" mi domanda. "Si, si, tutto okay. Tra poco ho finito. A te tutto bene?" "Si, si. Sto lavorando. Alle sei e mezza vado a prendere Alessandro a calcio e torniamo a casa. Avevo pensato, per festeggiare il tuo nuovo lavoro... perché non andiamo a mangiare tutti e tre insieme fuori?" "Mh...si! Buon'idea!" rispondo felice sorridendo. "Va beh...ci vediamo dopo dai." Dice per concludere la telefonata. "Va bene,a dopo!". Chiudo la conversazione. Lui sta lavorando in un salone di arredi dal mattino alla prima serata, e uscendo da lavoro va a prendere Alessandro a scuola a tempo pieno oppure a scuola calcio. Io invece, quando non devo studiare per esami importanti, lavoro ancora insegnando italiano. In somma, quello che guadagna tenendoci su è Ghali, e per grazia di Dio, riesce a non farci mancare proprio nulla, né a me, e soprattutto a nostro figlio che è la nostra più grande gioia. In casa parla l'italiano, a scuola e con i compagni l'inglese e ogni tanto quando è a telefono con Amel dice qualcosa in Arabo. È identico a suo padre: è alto, magro magro ed ha la carnagione olivastra. Ha i capelli scuri e riccissimi e le stesse labbra del suo papà. Il taglio degli occhi e gli zigomi alti riportano al padre. L'altro giorno l'ho visto camminare e devo dire che anche il lato b ha la stessa forma di quello di Ghali. Eh si, sto crescendo un altro rubacuori! È un bimbo gioioso, dolce e molto legato a noi. Quando mi abbraccia e dice che sono la sua fidanzata mi sento la ragazza più fortunata al mondo, e quando gioca a calcio con il papà e Ghali gli fa vincere tutte le partite capisco che tutti quei sacrifici e quei primi mesi passati tra notti in bianco e poppate ne sono valse la pena. Assolutamente. Pensando ciò sto per varcare la soglia di casa quando già da fuori sento il mio ragazzo urlare contro la tv. So già cosa mi aspetta entrando. (Continua nei commenti)
Giro la chiave nella toppa e come immaginavo trovo Ghali e Ghali in miniatura -nostro figlio- stesi sul divano enorme a pancia in giù, solo con l'intimo addosso, a giocare con la Xbox. "Ciao uomini di casa!" esclamo entrando, mentre lascio sul tavolo le buste della spesa. "Ale, le vinci tutte!" dice Ghali a nostro figlio, dandogli il cinque. Il bimbo si mette a ridere e poi scende dal divano correndo verso di me: "Mamma!" esclama abbracciandomi forte. "Amore mio, ciao!" gli do un bacio sulla guancia e gli sorrido. "Non ti fa freddo così?" chiedo. "No mamma" "Lo sai che per giocare ai videogiochi si sta sul divano senza maglietta!" mi rimprovera Ghali ridendo, avvicinandosi a noi. "Ma tu sei grande e vecchio, Alessandro no!" nostro figlio scoppia in una risata e poi ritorna dal papà sul divano. "Giochiamo ancora?" gli domanda. "Ale, non voglio giocare più. Se tu vuoi giocare fai un livello da solo?" "Si va bene" Risponde nostro figlio mettendosi a giocare. Io vado in camera da letto per spogliarmi e dopo qualche secondo sento raggiungermi da Ghali. "Sarà un'ora che lo lascio vincere, basta!" sbotta ridendo buttandosi sul nostro letto. Mi faccio una risatina e noto che mi sta guardando intensamente. "Sei stanca?" "Si, l'hai notato?" "Ho imparato a capirlo negli anni." Risponde facendo spallucce. Mi stendo di fianco a lui e gli do un bacio dolce sulla guancia. "Non uscirei proprio stasera" dico. "Solo che l'abbiamo promesso ad Ale." Lui annuisce comprensivo e mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Stasera o si addormenta in camera sua o si addormenta in camera sua." Dice secco con ironia. "È vero, hai ragione. Saranno dieci giorni che non stiamo solo io e te in questo letto." Lui mi sorride e mi da un dolce bacio a stampo, che con passione diventa più intenso e in un attimo le nostre lingue si muovono insieme con armonia e ritmo. Mette una mano nell'interno coscia e sento una serie di brividi sul mio corpo, sento adrenalina... Questo bacio quasi mi toglie il fiato, non riesco a staccarmi da lui però...
Questo bacio quasi mi toglie il fiato, non riesco a staccarmi da lui però... Prendo un secondo aria, e anche lui ne aveva bisogno, poi si mette su di me e riprende a baciarmi mugolando quando con la mano accarezzo la zona sul suo intimo. "Mh..." "Anche io voglio le coccole!" esclama Alessandro interrompendoci. Cazzo, ci siamo fatti trascinare troppo. Ghali si mette di nuovo al mio fianco rapidamente e nostro figlio sale sul letto abbracciandomi, dandomi tanti bacini dolci sulla guancia. Il papà abbraccia entrambi forte e da tanti baci al figlio, nel frattempo io mi godo questo momento fantastico. "Tu non stavi giocando alla Xbox, eh?" domanda con ironia, ma io capisco cosa intende...
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Un Po' Italiano Un Po' Tunisino
Romance"Un po' Italiano, un po' Tunisino.": 'La classica da classico' veniva definita Cristina da tutti i suoi amici. In effetti, era proprio così. Dopo la maturità, appena diciottenne, lascerà il suo piccolo paese dove si è sempre sentita ovattata e parti...