Parte 36

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"Ma tu ti rendi conto di che figata? È maschio Crì!" pensa Ghali ad alta voce quando siamo tornati a casa. È davvero emozionato, ancora sorride imbambolato. "Sei felice,eh?" "Uh, tantissimo, mamma mia..." risponde sincero guardandomi negli occhi. Mi metto sul letto e lui mi raggiunge poggiando la testa sul mio petto. Sta per un secondo e poi si gira al contrario e sorride. "Hei, qui a qualcuno stanno crescendo qualcosa..." sussurra abbassando lo sguardo tra la scollatura della mia canotta. "Certo" rispondo ovvia ridendo. "Sennò tuo figlio che mangia quando nasce?" "Mhh...grazie figlio allora..." mugola stringendo dolcemente tra la mano il mio seno, mentre mi da un lento bacio a stampo. "Scemo" gli dico quando ci stacchiamo. "Okay." Risponde semplicemente dandomi un altro bacio. "Quando hai finito di toccarmi le tette..." dico ridendo, "Ti volevo chiedere una cosa." Si mette a ridere anche lui e dopo poggia la testa sul mio petto di nuovo. "Dici." "Come lo chiamiamo?" chiedo. La sua espressione cambia, a giudicare dalla faccia era un punto che non si era mai posto. "Eh..." balbetta fissando lo sguardo in un punto di fronte a sé. "Dio mio,non lo so proprio..." "Simone?" propongo. "Nah. Francesco?" chiede lui. "No, a questo punto preferisco Antonio." "No, Antonio no." "Cristian?" domanda. "No, somiglia troppo al mio nome." Rispondo io. "Ah, si..." resta un attimo in silenzio a pensare e poi dice: "Marco?" "No, come il mio ex..." mi lamento io ridendo. "Ma è un bel nome..." "Invece a me non piace nemmeno molto..." Lui annuisce e fa spallucce. Come è possibile che non ci venga in mente un nome? Un nome bello, che sia forte, magari anche comune, però bello. Sembra una cosa così semplice, ma poi quando ci si trova davanti a dover chiamare un bambino, e fargli portare quel nome per tutta la vita la cosa si fa complicata. Me ne viene in mente uno, che mi piace molto, chissà se anche a Ghali piace... "Alessandro?" proponiamo contemporaneamente, dopo di che ci guardiamo negli occhi e sorridiamo complici. "Alessandro?" chiede lui di nuovo, mettendo una mano sulla mia pancia, che sento scalciare per la prima volta in cinque mesi.

La sensazione è stranissima, e dall'emozione una lacrima riga la mia guancia. "O-oh...Ghali hai sentito?!" lui ha le labbra schiuse e il suo sguardo sorpreso fa avanti e indietro dalla mia pancia al mio viso. "Eh si che ho sentito, ci tenevo la mano sopra! Dio mio..." dice emozionato. "Ha deciso lui per noi." Dichiaro sorridendo. "Mi sa che quel calcetto l'ha dato proprio per prenotarsi il nome!" scherza lui. "Eh si!" "Se metto la testa sulla pancia ti fai male?" chiede guardandomi negli occhi. "No, solo che starai un po' scomodo visto che è già abbastanza grande..." "Non fa nulla." Risponde poggiando il capo sull'addome che tiene ancora il segno del piedino di nostro figlio che scalcia. "Che stai facendo?" gli domando dolcemente nel silenzio. "Stiamo parlando." "E che dite?" gli domando sorridendo alla sua dolcezza. "Eh, sono cose tra me e lui, non le puoi sapere, donna di casa." Risponde scherzando ritornando con l'orecchio sulla mia pancia. "Uomo di casa, già mi tenete i segreti?" "Shh, stiamo organizzando un piano contro di te da attuare quando nasce, un po' di privacy grazie!" mi viene da ridere dalla contentezza e dalla sua dolcezza. "Scemo!" gli dico mettendomi a giocare con i suoi dread... 

Presa dalla voglia di fragola e panna sono sul divano di casa nuova a mangiare con un pancione enorme davanti. Il dottore dice che si tratta di giorni. Io ancora non ci riesco a pensare che sto per diventare mamma, e Ghali invece sta per diventare pa... il citofono suona, eccolo, è lui. "Chi è?" domando con la cornetta in mano. "Amore, sono io!" risponde con tono frettoloso, e io gli apro il portone e la porta e dopo qualche secondo è in casa. "Ciao Crì!" esclama avvicinandosi a me per darmi un bacio. Sta tornando dall'università e ha dato l'ultimo esame di quest'anno. Prima l'ho chiamato e ha detto che è andato bene, risultati però non li avrà per il momento. È molto stanco, si vede, ma da ora in poi fino ad Ottobre può stare tranquillo con gli studi. Anche io ho tirato un bel respiro di sollievo quando ho terminato l'anno, è tosta l'università qui. "E allora? Tutto okay?" gli chiedo. Cambiando posizione sul divano. "Si,si. Sono solo stanchissimo..." sbuffa mettendosi vicino a me. "Come va a te?" "Ghali non ce la faccio più, voglio partorire..." "Dai piccola, che può succedere da un momento all'altro! Un altro po' di pazienza..." "Ho fame." Aggiungo lamentandomi. "Eh si vede! Sono uscito di casa e mangiavi, torno e mangi..." mi metto a ridere e prendo una fragola con la mano per metterla davanti le sue labbra. Lui da un morso e mi guarda sorridendo. "Gesù, come un bambino! La riesci a mangiare tutta in un morso?!" Lo rimprovero ridendo. Lui mi guarda maliziosamente, Dio mio,lo sta facendo a posta... Da un altro morso e sulle dita mi resta solo la panna. Sto per mangiarla io quando lui mi blocca il polso e fa:"No,no! La voglio io!". "Ah, vedi quando conviene a te come mangi in fretta!" ridacchio avvicinandogli il dito. Lui lo prende tra le labbra e in modo molto provocante con la lingua succhia per prendersi tutta la panna. Dio mio... "Mhh... quando fai così mi viene ancora più voglia si partorire..." mugolo avvicinarmi di più al suo viso. 


"Cazzo, non lo dire a me..." con l'indice prendo un altro ciuffo di panna e sto per mangiarlo, ma lui per scherzare mi muove la mano facendomi sporcare le labbra. "Scusa. Mi tocca pulire..." sussurra ridendo maliziosamente leccando le mie labbra con la sua lingua calda. Dopo mi guarda e sorride, baciandomi facendo scontrare subito le nostre lingue con passione. Quanto mi manca fare l'amore con l lui, mi manca proprio tanto... Mette la mano sul mio pancione e da lì lentamente arriva sul mio fianco che accarezza con dolcezza. "Quando nascerà non avremo nemmeno un secondo per respirare..." "Lo so. Ma dai, abbiamo finito con l'università, a lavoro ci alterniamo i turni e così riusciamo a crescerlo bene e senza fargli mancare i soldi. "Tu sei sicuro che ce la faremo con il denaro?" gli domando preoccupata. "Dalla settimana prossima farò da tirocinante per un salone d'arredi, alla fine è quello che studio anche a scuola. Che ci vuoi fare, ci rimbocchiamo le maniche e tiriamo avanti." Quello che dice mi sorprende grandemente... "G-ghali perché non me l'hai mai detto...?" "Volevo accertarmi che fosse vera la cosa. Non avrei voluto dirti che avrei portato altri soldi a casa e poi farti 'cadere' se non mi avessero confermato." Sorrido dolcemente, "Quello che hai fatto dimostra che tu sia veramente responsabile. Grazie." Dico baciandolo... 

Un Po' Italiano Un Po' TunisinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora