Parte 24

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Consolata dalla dolcezza infinita del mio ragazzo ho passato tranquillamente la giornata ad esclusione di un altro conato di vomito. Adesso però mi sento bene. Sono circa le otto e con Ghali avevo deciso che saremmo usciti per comprare una valigia per il viaggio in Italia, e come l'altra sera sarei stata io a raggiungerlo davanti alla scuola per poi passare in giro per i negozi. Ultimamente è molto preso dal lavoro e dallo studio e questo mi fa molto piacere: si vede che ci mette passione in ciò che fa. Mentre penso questo cammino per le strade della cittadina in cui viviamo... che tristezza infinita! Quando sono arrivata qui ero euforica di trasferirmi in un paese freddo e piovoso come l'Inghilterra, per studiare medicina all'università. Ora, invece, l'unica cosa che mi piace di essere qui è aver trovato l'amore mentre studio costruendomi un futuro. L'unico problema in questo momento non può che essere la tensione che io e Ghali stiamo accumulando per via del mio stato di salute, o meglio, per via del fatto che molte mie abitudini, insieme al mio corpo stiano cambiando. Avere un bambino per me sarebbe la fine di tutto. Ho solo diciannove anni e rimanere incinta a quest'età significa saltare molti passaggi importanti che la vita mi riserva. Smetterei di studiare, non prenderei una laurea, dovrò lavorare il doppio di quanto lavori adesso per garantire la tranquillità del bambino, e poi... chissà Ghali come la prenderebbe!
Intanto sono quasi arrivata davanti suola, e il mio ragazzo starà per uscire. Quando sorpassa l'uscita ritrovandosi fianco a fianco con Kara io, anche se sono così lontana da non potermi vedere provo a nascondere la gelosia facendo l'indifferente con il telefono in mano. No, non ci riesco. Alzo gli occhi dallo schermo e ciò che vedo in lontananza è una delle poche cose al mondo a cui non avrei mai voluto assistere: lo sentivo, mi stava tradendo con quella...

 Quando lei lo attrae a sé sorridendogli maliziosamente non riesco ad assistere più alla scena. Mi giro di spalle a loro e me ne corro verso casa. "M-ma...sei sicura di aver visto bene?!" domanda incerta Alexie al telefono. "Scherzi? Almenochè i ritatdi mestruali non diano allucinazioni ho visto benissimo." In un attimo inizio a piangere senza sosta, e mentre le lacrime scendono veloci sulle mie guance la mia amica prova a consolarmi. "Io non ci credo! Non ci credo che abbia fatto tutto questo! Dice sempre che mi ama e che sono l'unica che ha amato, ma poi..." "Crisrina...calma, calma! Si, è uno stronzo. Non immaginavo potesse fare una cosa del genere. D-davvero, io..." "Ora lascerei tutto e me ne andrei da questo bastardo..." balbetto nel pianto. "Ma molto probabilmente mi ha messa pure incinta, e un figlio senza padre non lo lascio crescere! Non crescerà come lui." Lei resta qualche secondo in silenzio e sembra comprendermi totalmente. Ma come ho potuto?! Come ho potuto fidarmi di lui?! Pensare che fosse cambiato, che ci fossi solo io?! La stupida qui, sono io, considerato che mi sono anche fatta ingravidare! "Però non ce la faccio a sentirti piangere così cazzo..." commenta dispiaciuta d'un tratto. "Dove sei?" aggiunge. "Non so dove sto andando. Cammino ma non ci penso nemmeno a dove vado." "Resta lì. Ti vengo a prendere."

Alexie mi ha portata subito a casa di Ghali per prendere tutte le mie cose e stare da lei finchè casa mia non sarà pronta. Grazie a Dio lo stronzo non è ancora tornato, e posso fare tutto con più serenità. Prendo tutti i miei vestiti e cerco un modo per farli rientrare nella valigia. Prendo i profumi, l'intimo e le spazzole per i capelli. Dovrò tornare qui solo per riavere delle cose che ora sono in lavatrice. Mi guardo un attimo intorno e tra le lacrime che non smettono di cadere dal mio viso mi assicuro di non aver lasciato nulla in giro. Bene, posso andare. Controllo lo schermo del cellulare, ci ho messo davvero pochissimo a prendermi tutto. Mi è anche arrivato un messaggio: "Ciao Cristina! Come stai finalmente a casa tua?" è la segretaria della ditta di operai che stanno riparando il mio appartamento, con lei ho stretto molto. Però non capisco cosa intende... "Ciao Sara! Casa mia non è ancora pronta..." "Ma come no!" risponde in un attimo. "È passato il tuo ragazzo a pagare tutto e a ritirarsi le chiavi! Il tuo appartamento è pronto da più di due settimane!" Cosa?! La porta si apre e Ghali sembra preoccupato. "Crì...tutto okay? Non dovevi raggiungermi a scuola?" Il respiro profondo che prendo non riesce a placare la mia rabbia. Mi avvicino a lui e gli mollo uno schiaffo. "Sei uno stronzo!" grido sul suo viso. Lui scuote il capo e non capisce. "Che succede?!" "Che succede?! E secondo te?! Credi che non ti stessi aspettando davanti scuola, quando ho scoperto che tu con quella ci stai davvero?!" Lui tira indietro la testa e chiude gli occhi nervoso. Che fa adesso? Sta anche recitando la parte dell'offeso?! "Lo sapevo cazzo." "Cosa sapevi?! Cosa?! Non credevi di ave..." mi interrompe. "Sta sempre in mezzo quella." "Aspetta, smettila di urlare, fammi parlare..." "Che cosa devi dirmi?! Che sei uno stronzo, che mi hai solo preso in giro in tutto questo tempo?! Come hai potuto!" "Non hai visto tutto, vero?" "Eh no! Sarei dovuta rimanere lì a guardarvi mentre vi baciavate?! Si?! Sono così scema secondo te?" "Cristina aspetta, non urlare per favore!" mi blocca cecando di calmarmi. 


"Io urlo, eccome se urlo!" "Non devi urlare, fammi spiegare!" "Ma che mi vuoi spiegare?!" strillo tra le lacrime. "Oh! Lo vuoi capire si o no che sei incinta e non puoi gridare?!" dice con voce alta per zittirmi. "Capisco che ti arrabbi ma non puoi urlare! E poi fammi spiegare perché non è come hai visto." Prendo un bel respiro e mi calmo, ma lo faccio solo per quello che potrebbe essere mio figlio. Tengo gli occhi chiusi e provo a non sentire il mal di testa e la nausea che mi sta salendo. "Non hai niente da spiegare. Ho già capito tutto." Dico a voce bassa prendendo la mia valigia mentre mi avvio alla porta. "Ah, potevi dirmi che casa mia era pronta." Lui corre verso di me e mi blocca per il polso. "Tu non vai da nessuna parte. Devo prima spiegarti." "Non devi spiegare niente, è tutto chiaro." Rispondo con una lacrima che cade dal mio viso. 

Un Po' Italiano Un Po' TunisinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora