Parte 8

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Arrivo a scuola, e appena entro saluto tutti chiudendo l'ombrello facendo schizzare alcune gocce d'acqua per terra. Prima di fare lezione, vado a salutare Ghali. Voglio sorprenderlo, solitamente il sabato non ho lezioni, quindi se mi vedesse sarebbe felice, almeno spero... Non busso, spingo direttamente in basso la maniglia della porta, e appena la apro,vedo ciò che i miei occhi non avrebbero mai voluto vedere... le mie gambe tremano, gli occhi stanno per lacrimare...Cazzo! Perché sono così sensibile?! Ghali sta baciando con foga la spagnola, spinta contro il muro che gli mette le mani ovunque...

Eh no, la decenza di lasciarla perdere e di corrermi dietro non l'ha avuta. Ma del resto cosa potevo aspettarmi da lui? Da uno stupido, un cretino?! È fatto così,è insensibile, strafottente e lunatico. Prima mi sta dietro, poi mi invita ad uscire, poi...poi il giorno dopo lo trovo in classe a sbaciucchiarsi freneticamente con una qualsiasi?! Ma stiamo scherzando?! Qualcuno mi dica che è solo un incubo dal quale mi risveglierò presto. "Ho i vostri voti!" dico ai miei alunni ricordandomi di essere in classe a tenere lezione. I ragazzi mi sorridono felici ma allo stesso tempo noto in loro dell'ansia dovuta alla paura che il loro compito sia andato male... invece no, questa è un'ottima classe. Gli consegno le verifiche, tutti leggono i risultati e tirano un respiro di sollievo. "Pensavo peggio, molto peggio..." commenta Alexandra alzando gli occhi al cielo. "Ma se sei bravissima!" le rispondo sorridendo. Guardo l'orologio e realizzo che anche quest'ora è passata, ho finito anche per oggi, ho finito la settimana. Con due rapidi battiti di mani attiro l'attenzione dei miei alunni: "Si è fatta ora, tutti a casa, su!" tutti insieme ci alziamo dalle sedioline e indossiamo i nostri cappotti chiudendoli alla perfezione. Do uno sguardo fuori dalla finestra: piove come non mai... l'acqua che scende dal cielo grigio e cupo è così tanta e veloce che quasi non la si vede, ma il rumore delle gocce che si schiantano per terra creando delle pozzanghere è ben udibile. Come se non bastasse, anche lampi e tuoni completano armoniosamente la composizione di questo scenario del tutto inglese. Giuro, non ha mai piovuto così tanto. Non so nemmeno come tornerò a casa, e se ci tornerò... del resto non paragonare questo tempo al mio cuore in questo momento sarebbe un grosso errore. Anche io sono in tempesta, anche io ora vorrei urlare e lasciarmi andare esattamente come fanno i fulmini e la pioggia in questo momento, e anche i miei occhi, ahimè, vorrebbero piovere lacrime a dirotto.

Correndo fuori da scuola a più non posso cerco di dirigermi verso casa...piove così tanto che non riesco a vedere dove sto andando, non si vede praticamente nulla... Non ho mai visto qualcosa di simile. Passano pochi minuti, finalmente anche se zuppa da testa ai pedi mi ritrovo davanti la porta di casa. Tiro un respiro di sollievo: ne sono tornata viva, e giuro che per il tempo che fa e i lampi che ci sono non l'avrei mai detto! Prendo le chiavi e le inserisco nella serratura, giro per due volte ed eccomi a casa. Mi guardo un attimo intorno: ogni porta che apro oggi mi porta una spiacevole sorpresa. Come faccio adesso?! Sono caduti dei calcinacci...dei calcinacci Dio mio! In questa casa non ci posso stare, ormai è inagibile! Non ci penso nemmeno due volte: senza metterci proprio piede dentro, mi tiro la porta dando alcune mandate; Non avrò altri posti in cui stare, ma non di certo stanotte posso dormire qui, in un appartamento pericolante. Tra Ghali e la mia casa inagibile non so cosa mi causi più stress...

Scendo velocemente le scale, guardo fuori dal portone, la pioggia non è diminuita, per niente. Posso fare solo una cosa, contare sulla mia migliore amica. Si, vive col ragazzo ma... è l'unica casa in cui poter dormire almeno per questa sera, fin quando non troverò un'albergo o un'altra sistemazione. Provo a chiamarla, ma il telefono risulta spento, come quello del suo fidanzato Lucas. Sarà per via del maltempo che si sono interrotte le line. Un'ultima cosa che posso provare a fare è ritornare a scuola, chiedere aiuto a Theresa. Prendo un bel respiro, apro il portone e l'ombrello ed inizio a correre per le strade del paesino sentendo i miei vestiti e i capelli bagnarsi sempre di più. Voglio dimenticare questa giornata, qualcuno mi aiuti a resettare questo stupido sabato. È successo di tutto oggi, per lo meno avrei voluto ritornare a casa e rilassarmi, cancellare tutto. Invece no... sono qui, sotto la pioggia, correndo verso un possibile riparo nella speranza che non mi colpisca un fulmine.

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