Parte 10

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L'agitazione mista a felicità che sto provando in questo momento non riesco a misurarla. Non ci credo che lui sia qui a pochi centimetri da me e senza nemmeno sfiorarmi sta provocando in me qualcosa di inspiegabile, e non ci credo che stasera invece di portarsi una qualsiasi come al solito è stato così gentile e premuroso da ospitarmi da lui per forza di cose. Si gira verso di me, per un attimo mi scruta e poi dice: "Dai, non fare la pensierosa. Adesso rilassati, poi domani... possiamo andare a parlare con qualcuno del problema di casa tua...vedrai che si risolverà tutto." "D-davvero mi aiuteresti?" domando incredula guardandolo negli occhi. Siamo vicinissimi e quasi ho voglia di... "Cris certo che ti darò una mano!" risponde ovvio con un tono dolce,poi aggiunge: "Scusa ma... non ho capito bene cosa è successo..." Annuisco velocemente, prendo un vel respiro e inizio a parlare: "Allora... tornavo dalla scuola, avevo appena finito di tenere l' ultima lezione e appena ho aperto la porta di casa mi sono resa conto che per terra c'erano dei calcinacci. Ovviamente mi sono spaventata e mi sono subito tirata la porta senza nemmeno mettere piede nell'appartamento, anche a costo di restare a dormire per la strada..." Mentre parlo mi ascolta con molta attenzione senza smettere di guardarmi e sorridere debolmente. "Ho pensato di uscire per ritornare a scuola per chiedere un aiuto a Theresa, ma poi...". Lui mi interrompe: "Ma poi hai incontrato me che tornavo dal tabacchi e..." "Ed eccomi qui! Con una tua maglietta fighissima e un pantalone enorme." "Ti sta benissimo questo pantalone comunque." Dice cambiando posizione nel letto, ma tenendo sempre lo sguardo fisso su di me. "Macchè 'benissimo'? È larghissimo!" "È stretto sul punto giusto..." "Oh dai! Peccato che il mio 'punto giusto' sia piatto come una tavola" rispondo con tono ironico sperando di non essere arrostita. "Le cose piatte io non le guardo..." "Oh basta! Possiamo smettertela di parlare del mio..." "Certo, possiamo passare anche subito alla parte pratica..." replica con tono ironico ridacchiando.

"Sei proprio uno stronzo!" rispondo ridendo divertita esattamente come lui. "Uff...ho sentito di peggio!" "Addirittura...?" Il rumore di un tuono interrompe il nostro discorso, seguito da un aumento improvviso della pioggia. "Oh Dio..." commento con gli occhi sgranati rivolti verso Ghali. "E tu che volevi pure andar via... Menomale che sei qui!" risponde dolcemente avvicinandosi ancora un po' a me. "No, menomale che ci sei tu...". Mi sorride dolcemente e distoglie lo sguardo da me schiudendo le labbra come per dire qualcosa. "Che c'è?" gli domando. "No, ti volevo chiedere se domani ti andava di..." "Di?" "Vabbè, no niente..."

Ghali pov's.

Macchè dirle qualcosa, Cristina io volevo baciarla e basta ieri sera. Poi ho pensato al torto che le ho fatto qualche giorno fa, il fatto che lei sia ancora un po' arrabbiata con me, che forse è troppo presto per avvicinarmi ad una come lei, diversa da tutte le ragazze con cui sto solitamente...e quindi alla fine sono rimasto fermo, improvvisando in maniera fallimentare qualcosa al momento. Per ottenere una come lei c'è bisogno che mi impegni. Sono in cucina a preparare il caffè per entrambi e guardo fuori dalla finestra: piove ancora, forse ha smesso soltanto per qualche oretta ma ora ha ripreso con la stessa intensità di ieri. Sento i passi di Cristina uscire dalla camera avvicinandosi qui. "Buongiorno..." dice lei con voce impastata dal sonno. "Rossa! Buongiorno!"

-

Cris pov's.

Mi affaccio alla finestra, "Oddio, piove ancora!" "Si, benvenuta in Inghilterra." Risponde Ghali ridendo mentre mi porge una tazzina di caffè caldo. "Beh,non so se ti piaccia o no però...credo di si. Andiamo, sei pur sempre un'Italiana!" sorrido pensando al suo gesto premuroso di avermi preparato il caffè. "Oh...si che mi piace! Grazie Ghali." Rispondo sorridendo dolcemente. Controllo l'orologio, sono le otto. "Ci dobbiamo muovere! Faremo tardi a scuola!" esclamo preoccupata mentre sorseggio la mia bevanda. "Scuola? È Domenica Cris!" Non me ne ero nemmeno resa conto che fosse Domenica...che bello. "Ah già. G-hali comunque grazie per...per l'ospitalità. Io adesso..." eh si, ora me ne vado. "Che vai via a fare? Dai, con calma vestiamoci e andiamo a parlare con qualche operaio per casa tua. Se ti va..." "Si, era quello che volevo fare..." "Allora andiamo!" dice lui andandosi a preparare. Quando siamo pronti usciamo di casa e prendendo la sua auto ci mettiamo per la strada. Sono seduta al suo fianco e sto ascoltando la musica dalla radio mentre lui canticchia sorridendo. Mi fermo per un attimo a guardarlo: è semplicemente stupendo... "Tutto okay Cris?" mi domanda incrociando il mio sguardo. "Si, è tutto okay..." rispondo cercando di sembrare credibile. "Sta serena, andrà tutto bene. Ci sono io che ti aiuto."

Disperata sbuffo in una risata, "Ghali! Come faccio io? Non ho più una casa, ho perso tutto ciò che c'era dentro e non so dove stare mentre riparano tutto!" Lui ritorna con lo sguardo sulla strada poco visibile per via della pioggia, e risponde: "Allora, la casa te la aggiungeranno al più presto, tutti i tuoi vestiti li recupererai e sai dove stare mentre ripareranno tutto." "Ah si? Dove?"

"Ci vorranno venti giorni, un mese..." spiega l'operario a me e Ghali. Sgrano gli occhi e mi porto le mani tra i capelli. "Cris, sta calma..." sussurra Ghali accarezzandomi la guancia, facendomi arrossire maledettamente. "Si, va bene." Risponde al signore che ci guarda in attesa di essere risposto. "Poi chi lo sa...ho bisogno di vederla la casa prima di dare dei tempi precisi, ma in genere questi sono i giorni che ci impieghiamo per fare cose del genere." "S-si, va bene... non si può fare altrimenti." Gli dico in inglese ancora avvilita. Non ci credo, come faccio in questi venti giorni?! Devo per forza chiedere ad Alexie di restare da lei, non c'è un 'altrimenti' nemmeno a questo. "Bene allora...da domani iniziamo con i lavori." Dice lui appuntando delle cose su un foglietto che ha in mano. "Perfetto." Dico prima di salutare e rimettermi in auto con Ghali. Guardo con aria imbronciata fuori dal finestrino la pioggia che cade velocemente per terra e penso a quanto possa essere una sfigata a trovarmi in questa situazione, a dovermela vedere da sola senza neanche la mia famiglia che sta in Italia. "Cris...dai..." sussurra Ghali mentre guida vedendomi triste e nervosa. "Ghali per favore! Tu non ti rendi conto in che situazione mi trovo!" "Si che me ne rendo conto, e ti sto dicendo che ti aiuterò io!" Ripete con tono ovvio gesticolando con la mano sinistra. "Poi sono due giorni che ho questi vestiti addosso, i capelli ormai gonfi e due giorni che non faccio la doccia! Non ce la faccio!" "Rossa, sta tranquilla. Ora ti porto a casa, ti lascio fare la doccia e tutto ciò che ti serve mentre salgo da te a prendere delle cose..." "Te l'ho già detto che casa mia è pericolante vero?" "Te l'ho già detto che in questo momento quello che mi importa è non vederti così?" C-cosa ha appena detto? Io non ci credo. Il mio cuore batte a mille, le mie guance sono rosse.

Dio se mi sono innamorata... "G-ghali io..." baletto ancora emozionata dopo del silenzio. "Io non posso salire da te ancora. Me ne vado da Alexie e resto lì finché casa non è pronta..." "Stai dicendo che non puoi, non che non vuoi...vero?" domanda furbamente sorridendo. "C'è per caso qualcuno che te lo impedisce?" "Ghali..." "Su, siamo arrivati!" esclama interrompendomi. "Mi dai le chiavi di casa tua? Così vado a prenderti ciò che ti serve." Quindi...resto da lui?

Un Po' Italiano Un Po' TunisinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora