Parte 31

157 4 0
                                    

Ghali non voleva lasciare Amel da sola a casa, quindi abbiamo cenato da lei. Che rapporto fantastico che hanno. Ho aiutato la madre a sparecchiare e lavare i piatti, o meglio, ci ho provato, perché "ho un bimbo e devo stare a riposo". Ora sono sul divano accanto a Ghali che è tutto preso dal gioco della sua squadra del cuore. Quando c'è il Milan lui si assenta per novanta minuti e l'unica sua traccia sono le urla che da tra un'azione e un'altra,un po' come quando gioca con la Xbox. "Vai cazzo...!" esclama mentre guarda attento la partita. "Si, passagliela... Tira!" a me viene da ridere ma mi limito solo a guardarlo innamorata... "Dai che segniamo, a papà..." dice senza staccare gli occhi dalla tv mentre mette le mani sulla mia pancia accarezzandomi nervosamente. Mi spunta istintivamente un sorriso e mi poggio sulla sua spa... "Goooooal! Seeeeeh!" esclama tutto d'un tratto sobbalzando dal divano contentissimo. "Seeeh!" "Hai visto?!" dice guardandomi contento negli occhi, poi abbassa il capo e da tanti baci dolci sulla mia pancia. "Hai visto che abbiamo segnato?!" dice ridendo a nostro figlio, è dolcissimo quando fa così... ●
Quando la partita finisce, per fortuna con la vittoria della sua squadra, io e Ghali andiamo in camera sua per cambiarci per uscire. "Andiamo a be..." dice, ma poi si interrompe. "Cosa?" "No, niente. Ti stavo per chiedere di andare a bere qualcosa." Dice sorridendo. "Va beh, prenderò una coca cola!" rispondo semplicemente facendo spallucce. "Ma tu ci pensi? Diventeremo genitori. Mamma e papà." Sorrido dolcemente solo al pensiero, anche se so che tutto ciò ci darà molti problemi. Lo stringo forte a me e nascondo la testa nell'incavo del collo pe sentire al meglio il suo odore forte e dolce allo stesso tempo. "Ce la faremo ad essere buoni genitori. Anche tu ce la farai. Mi fido di te." "Spero di farcela." Dice dandomi un semplice bacio a stampo, e poi staccandosi da me. Apro l'armadio e prendo un vestitino aderente che ho comprato andando a fare shopping con Ghali. A lui non piace, ma a me si, e voglio metterlo prima che mi cresca la pancia e non mi vada più. Lo infilo e metto le scarpe, poi mi specchio.

Alle mie spalle c'è il moro che non fa che guardare il mio lato B. "Bello questo vestito. Mi piace." Dice guardandomi. "Non ti piaceva quando me l'hai comprato." "Forse non avevo visto come ti stava." Risponde palpando dolcemente il mio sedere. "Aspetta...ci vuoi uscire con questo coso addosso?" mi domanda dopo un attimo, restando nella stessa posizione."No guarda, lo uso per starci in casa..." "Ti guarderanno tutti." Dice seccato allontanandosi da me. Rimango per un attimo senza sapere cosa dire. "Scusa ma..." "Allora, se qualcuno ti guarda il..." lo interrompo: "Beh? Che fa? Tanto io sto con te e basta." Mi avvicino a lui e sussurro: "Mi può guardare chiunque, ma l'unico che mi può spogliare sei tu." Cambia subito espressione e non sembra più arrabbiato. "Avevi dubbi?" domanda cingendomi in vita. "No, scemo. Tu sei quello che ha dubbi e fa il geloso." Rispondo dolcemente. "Faccio il geloso perché tu sei...sei tu cavolo."

Ghali pov's.
Cristina è al mio fianco in treno e dorme. Da quando è incinta non fa che addormentarsi, mangiare e rimettere. Ma devo starle vicino, voglio starle vicino. Siamo quasi arrivati nella sua città, ora andremo a casa sua, ci verrà a prendere sua sorella Francesca. Sinceramente sono spaventato da come potrebbero prenderla i suoi genitori, di cosa potrebbe accadere. Eppure non dico niente a lei perché non voglio sovraccaricarla di pensieri quanto già lo sia, anche lei è preoccupata per la reazione dei genitori. Non saprei cosa fare se i suoi se la prendessero con me... beh,certo: l'ho messa io incinta, ma voglio prendermi tutte le responsabilità, e mettermi a fare il padre. "Crì..." dico con voce più o meno alta poggiando una mano sulla sua gamba. "Hei, sveglia piccola, siamo arrivati." Lentamente riapre gli occhi e muove piano le spalle e la testa. "Oi...siamo già arrivati?" domanda con voce impastata. "Si, ti sei fatta tre ore e mezza di pennichella..." lei ride e si passa una mano tra i capelli, è fantastica... "Oh, sono incinta!" alzo le mani e rido con lei. "Adesso chiamo mia sorella, le dico che siamo arrivati." Dice prendendo in mano in cellulare.
Fuori dalla stazione, Cristina riconosce un'auto nera parcheggiata e inizia a correre felice verso quella parte. La seguo trascinandomi dietro il suo trolley e il mio. Lei e sua sorella si stanno abbracciando ridendo, finalmente la vedo sorridere. "Quanto mi sei mancata..." le dice quando si stacca dall'abbraccio. D'un tratto entrambe si girano verso di me e quindi saluto. "Lui è Ghali!"dice la mia ragazza prima di me. "Ciao, Ghali." Dico un po' teso tendendole la mano. "Francesca!" risponde lei sorridendo. La sua tranquillità e simpatia quasi mi rilassa. Ha i capelli biondi il viso non proprio chiaro come quello di Cris, non si somigliano molto. "Francesca p-posso...offrirti un caffè?" domando teso. "Guarda, grazie ma..." "Frà, per favore. È importante." La riprende la mia fidanzata. Lei sgrana per un attimo gli occhi e ci guarda con aria interrogativa. "Ragazzi ma...tutto bene?" "Si, si." Rispondiamo insieme.

Però volevamo parlarti di una cosa, magari seduti in un posto tranquillo." Continua Cristina, con tono serio. "Okay, andiamo. Mamma mia che ansia che mettete ragazzi..." Camminiamo poco per arrivare al bar. Ci sediamo e ordiniamo un caffè. Cristina sembra tesa, come me e agita le gambe su e giù. "E allora? Che dovete dirmi?" sbuffa sua sorella con ansia. "Allora..." sospiriamo insieme io e Cristina. Ci guardiamo un attimo negli occhi... "Chi parla?" le domando. "Tu, per favore." Mi implora. "Va bene." Non ho idea di cosa dire, sono troppo in ansia per pensare a qualcosa, ho paura di sbagliare le parole e... "Io e Cristina aspettiamo un bambino." Dico ad un tratto senza pensarci troppo. Lei sobbalza un attimo dalla sedia, quasi pare che le stia andando di traverso il caffè. "Oh cazzo..." commenta con lo sguardo fisso su sua sorella. "Ghali,Cristina ma..." balbetta incredula senza continuare la frase. "I-io...ci sarò sempre per Cristina e per il bimbo, o la bimba. Non ho intenzione di lasciarli soli, se questo è la tua paura." Lei prende un bel respiro e sembra più tranquilla. "Ah...okay..." sospira riprendendo fiato. "Allora non resta che dirlo a mamma e papà" dice guardando Cristina. "Non ho idea di che vi aspetti..."

Un Po' Italiano Un Po' TunisinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora