Dopo una mezz'oretta, Theresa mi accompagna a casa. Entro nell'appartamentino e mi guardo intorno: cucina-soggiorno e le porte sulla sinistra sono quelle del bagno e della camera. Per la strada, ho comprato del detersivo e alcune cose per la casa, come una scopa, degli strofinacci e del deodorante per ambienti. Poggio il cellulare sul tavolo e mente ascolto la musica inizio a fare le pulizie. Lavo il pavimento, le finestre, la cucina e faccio il letto. Passata un'ora la casa è perfetta come mi sono promessa che debba restare. Se voglio vivere da sola c'è bisogno che ci sia ordine e responsabilità in qualsiasi cosa faccia. Entro nella camera da letto, disfo le valigie e sistemo tutti i miei vestiti nell'armadio. Mi sfilo il maglioncino di lana blu e il mio jeans per mettermi in pigiama e stendermi sul letto a guardare la tv. Tutto sommato questa casa non è male, ha praticamente tutto ciò che mi serva per viverci. Mentre mi metto sotto le calde coperte penso a ciò che accadrà domani, e solo all'idea che avrò la mia prima classe di ragazzini pronti ad imparare una nuova lingua mi emoziona tantissimo! Che farò domani? Boh, potrei presentarmi e farli presentare parlando in Italiano, poi tra qualche settimana prenderò ad insegnargli le basi grammaticali... E invece per i colleghi? Chissà se sono simpatici, se sono di compagnia, se mi troverò bene con loro o se invece no. Non vedo l'ora che la notte passi...
Il mattino seguente Theresa mi chiama chiedendomi di passare per scuola se non avessi avuto impegni. Fin quando non inizierà l'università io sarò sempre libera, quindi eccomi dopo aver fatto una doccia vestirmi con una camicetta e un coprispalle in cachemire uscire di casa e camminando verso la scuola. Appena entro all'interno, noto che tanti altri ragazzi giovani come me stanno sfogliando libri di lingue e appuntando qualcosa sui loro taccuini. "Ciao Cristina! Vieni, devo spiegarti alcune cose..." dice la dirigente portandomi nel suo studio. "Allora... questi sono i libri con i quali farai lezione, il programma da svolgere annualmente in base al livello di preparazione dell'alunno è questo, leggitelo un po'..." Annuisco velocemente e do un'occhiata al programma didattico. "Wow, è preparato tutto benissimo..." dico a voce bassa meravigliandomi. "Quello che ti consiglio di fare, è appuntarti cosa farai durante la lezione su un quadernino, tipo questo!" mi dice regalandomene uno nuovo. "Grazie mille!" esclamo sorridente mentre mi alzo dalla sedia difronte la scrivania. "P-posso andare nella mia classe per prepararmi le lezioni?" domando timidamente guardandola negli occhi. "Si, certo che puoi, ormai quella classe è tua!" le sorrido e la saluto prima di sedermi dietro la cattedra della mia nuova classe. Guardo di fronte a me: ci sono otto banchetti e otto sedioline, invece alle mie spalle c'è una lavagna bianca. Che bello, tra poche ore terrò la mia prima lezione a bimbi di otto anni! In una mezz'oretta programmo le lezioni e poi esco dalla classe. Fuori alla porta trovo una ragazza biondina che fotocopia delle pagine, appena i nostri sguardi si incontrano ci sorridiamo. "Ciao, tu devi essere Cristina! Piacere, Alexie. Sono una delle insegnati di francese." Dice rendendomi la mano. "Si,si sono Cristina... q-quindi tu...conosci l'italiano?" "Si, sono cresciuta in Svizzera quindi conosco anche un po' di Tedesco..." risponde sorridendo. È una ragazza molto carina davvero in tutti i sensi: sembra molto gentile ed amichevole e poi ha un visino ed un aspetto molto fine e delicato.
Fisicamente ci somigliamo molto, siamo entrambe alte e molto magre, ma formose allo stesso tempo. L'unica differenza è che i miei capelli sono lisci e color caramello. Mentre chiacchiero con lei, vedo la porta d'ingresso aprirsi e da lì entrarci un ragazzo molto alto dai capelli rasta e i lineamenti dolci. Si toglie il cappotto e sorridendo fa un saluto generale entrando poi nella classe araba... "Quello lì?" domanda Alexie sgranando gli occhi. "...guarda, lascia stare, c'è una fila lunghissima per ottenere un suo sguardo..." Boccheggio per qualche secondo ancora confusa e incantata da quella bella presenza. "O-oh, no, n-non crederai che mi piaccia un tipo così..." balbetto incerta sentendo il calore sulle mie guance aumentare sempre di più.
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Un Po' Italiano Un Po' Tunisino
Romance"Un po' Italiano, un po' Tunisino.": 'La classica da classico' veniva definita Cristina da tutti i suoi amici. In effetti, era proprio così. Dopo la maturità, appena diciottenne, lascerà il suo piccolo paese dove si è sempre sentita ovattata e parti...