Parte 11

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"Allora?" domanda curiosa Alexie seduta con me al tavolo del bar vicino la scuola. Mentre sorseggio la mia cioccolata calda scuoto la testa come per chiederle a cosa si riferisce, anche se già lo so. "Dico...con Ghali. Come è andata questa prima settimana da lui?" "Vi sarete divertiti la sera..." insinua maliziosamente. Immediatamente arrossisco e mi copro con le mani la faccia. "Alexie!" la rimprovero ridendo. "Va tutto bene con Ghali. Siamo solo...amici." Spiego con sufficienza ed un po' di imbarazzo. "Sono convita che quest'amicizia non durerà a lungo..." "C-cosa? N-nel senso che io e lui...? Oh no!" "Oh si invece!" scuoto lentamente la testa in segno di disappunto, e lei si mette a ridere complice. Mi piace come amica, ho bisogno di una persona così solare e diretta, che mi capisce subito senza che io le parli. "Sai, Ghali è il migliore amico di Lucas..." mi informa cambiando tono di voce. "E...?" domando io curiosa. "E...ultimamente gli dice che con le ragazze è cambiato. Nel senso che non sta con tutte come faceva prima di..." si blocca e la vedo in difficoltà con le parole. "Di...? Su, parla Alexie! Mi fai salire l'ansia.". Prende un bel respiro e mi guarda negli occhi. "E va bene! Te lo dirò: prima di te. Prima che andassi a vivere da lui come sai bene era un continuo scambio di donne. Adesso invece...conduce una normale vita da single." "Single innamorato." Precisa prima di addentare il suo dolcino. "Oh, si, anche io noto che stia cambiando, e mi fa davvero tanto piacere. Magari chi lo sa se cambiano le cose tra me e lui..." "Cambieranno." Risponde lei convinta. "Me lo sento." Aggiunge sorridendo. "C-come mai sei così sicura?" le domando curiosa. "Cris! Sveglia! Si vede che è innamorato di te! Non vedo l'ora che vi fidanzate!" "Alexie! Ma smettila! Lui non è innamorato di me." Dico poco convinta evitando il suo sguardo. "Si che lo è. E anche tu lo sei." Dopo questa affermazione arrossisco violentemente sorridendo. Lei felice mi da una piccola gomitata. "Oh vedi che lo sei!!" "Su, andiamo! O faremo tardi a scuola!" le dico ridendo alzandomi dalla sedia.

Paghiamo e passeggiamo verso la scuola per qualche minuto continuando a chiacchierare del più e del meno, e del fatto che Lena ed Abel abbiano lasciato questo lavoro. "Cris!" esclama Ghali vedendomi arrivare. È poggiato al muretto dell'ingresso e sta fumando una sigaretta che butta via quando mi avvicino a lui. Oggi è vestito davvero benissimo, e con quest'impermeabile verde militare mi fa letteralmente impazzire. "Ghali!" lo saluto ormai poco distante dal suo viso. Il nostro rapporto è migliorato molto da quando vivo da lui. Per un attimo mi perdo nei suoi occhi, poi per l'imbarazzo abbasso lo sguardo più in basso, e noto che sulla spalla destra si è sporcato poggiandosi al muro. Con la mano scuoto via la polvere bianca e lui mi guarda sorridendo dolcemente, sorriso che ricambio. "Sembriamo due fidanzati" commenta lui con un sorrisetto felice. Arrossisco all'idea di noi due insieme, e lascio le mani sulle sue spalle, mentre vedo con la coda dell'occhio la mia amica lasciarci soli. "Tutto bene? Dormivi ancora quando sono scesa." Gli domando per cambiare discorso. "Lo sai? Mi ha fatto strano svegliarmi senza di te accanto. Comunque si, tutto bene." Tra noi due cala il silenzio, non facciamo che guardarci e sorriderci innamorati. Mi perdo nei suoi occhi stupendi, fatti per essere guardati all'infinito, e quando lui prende delicatamente il mio viso tra le mani non me ne rendo nemmeno conto. Lentamente mi avvicina a sé, sento il suo respiro sul mio volto e lo guardo senza dire nulla mentre chiude gli occhi facendo sfiorare delicatamente le nostre labbra prima di ba... "Ciao Cristina!" esclama una voce di una bimba alle mie spalle. Immediatamente mi giro verso di lei e la riconosco: è una mia alunna. "Ciao Jane!" saluto imbarazzata e ancora tremante. "Ciao Ghali!" aggiunge sorridendo. "Ciao bella!" ricambia lui con tono dolce. La bambina entra a scuola e ci lascia da soli facendo cadere dell'imbarazzo. "I-io vado...ho lezione ora." Balbetto incerta indietreggiando di un passo. "Entro anche io, tra dieci minuti inzio." Aggiunge avviandosi con me all'interno della scuola. Con un cenno di testa lo saluto e vado nella mia classe.Devo razionalizzare un attimo.

Si fanno le nove e finalmente finisco con le lezioni. Esco dalla mia classe e come faccio ogni sera aspetto fuori quella di Ghali che finisca anche lui. Di solito esce dopo cinque minuti, che impiego a giocherellare con il cellulare. "Mi raccomando, studiate per il test!" si raccomanda il rasta salutando gli alunni facendoli lasciare l'aula. Per un attimo lo guardo e noto nei suoi occhi qualcosa di strano, di diverso, sono come spenti. "Hei Cris..." saluta con voce bassa e stanca avvicinandosi a me mentre si chiude i bottoni del giubotto. "Ghali... come stai?" gli domando un po' preoccupata vedendo il suo stato. "Male. Ho mal di testa, freddo, mi sento...stanco." corrugo le sopraccoglia, mi avvicino ancora di più a lui e premo le mie labbra contro la sua fronte sentendo il suo respiro alterarsi. Dio, se questo è l'effetto che gli faccio sfiorandolo con le labbra... "Credo che tu abbia la febbre..." dico staccandomi da lui che mi guarda con quegli occhi che da malaticcio sono ancora più dolci. "Lo credo anche io." Mi risponde iniziando a massaggiare un punto specifico della testa che forse gli fa male. "D-dai, andiamo a casa." "Andiamo vah..." continua lui aprendomi la porta principale facendomi uscire per prima. È un gentiluomo anche con la febbre. Gli sorrido dolcemente e vengo ricambiata da lui. Camminando verso casa non chiacchieriamo molto, gli chiedo soltanto se è sicuro che da lui ci siano termometri e medicine, perché di certo al nostro ritorno gli serviranno. "Non credo di avere le aspirine, le tachipirine. Insomma...quelle cose non ce le ho." "Va bene!" rispondo ridacchiando trovandolo impreparato sul campo medico. "Adesso sali sopra. Nel frattempo vado a prenderti le medicine." Gli dico quando siamo sotto casa. "Grazie Cris, non devi." "No, voglio." Entro in farmacia e ci metto poco a comprare quello che serve facendolo mettere in una bustina che porto in mano. Per la strada verso l'appartamento penso a ciò che è successo stammattina: Dio mio, stava per baciarmi... e se non fosse stato per qualcuno che ci ha interrotto mi avrebbe baciata davvero.

E io? Che avrei fatto io?! Avrei ricambiato? Sono pronta a vivere una storia d'amore? E lui? Lui è pronto a tenere una relazione seria e stabile con una ragazza? Lui che non ha nemmeno idea di cosa sia una relazione? Impossibile... Senza rendermene conto sono giunta a casa, nel salone non c'è, ma nella camera c'è la luce accesa. "Posso entrare?" domando davanti la porta chiusa. "Si, si...vieni." Dice con voce bassa e stanca. Non l'ho mai visto così malaticcio, sembra la parte dolce di un pezzo grosso. Alla fine anche lui ha il suo lato debole...

"Hai misurato la febbre?" gli domando mentre guardo quanto è bello anche con il pigiama. "No, non ancora..." Apro il cassetto dei medicinali al mio fianco e gli passo il termometro, cercando di non far caso al pacchetto di preservativi che tiene chiuso lì. "Vabbè, nel frattempo vado a metterti questa nell'acqua." Dico mostrandogli le tachipirine che gli ho comprato. "Tanto si sa già che ce l'hai la febbre." "Grazie mille..." sussurra sorridendo prima che esca dalla camera e vada in cucina a versare l'acqua in un bicchiere e far scoppiettare in mille bolle il dischetto effervescente in essa. "Trentanove!" esclama dalla camera dopo qualche minuto. Nel frattempo torno da lui, e gli porgo il bicchiere. "Si sentiva che scottavi..." commento guardandolo attentamente a braccia conserte mentre tira la testa indietro per bere la medicina. "Meglio se ti metti a letto." Gli consiglio con premura. "No, no... vado sul divano." "Come 'sul divano'? Stai scomodo lì..." "Ho la febbre Jess. Non posso mischiartela." Dice interrompendomi. "Jess!?" domando preoccupata. "S-si, tu...". O-okay, qualcosa mi dice che la febbre alta sta iniziando a fargli dire cose a caso. "G-ghali...mettiti a letto, su..." gli comando cercando di non mostrargli la mia preoccupazione. "No!" rimanda con voce bassa. "E invece si! Sei malato, non neanche come ti reggi impedi!" "Dai, mettiti sotto le coperte. I-io devo... fare dei servizi." Improvviso al momento. In realtà vorrei andare in bagno per inumidire uno strofinaccio con acqua e alcol, mia madre faceva sempre così quando avevo la febbre alta. "Cosa devi fare? È tardi, vieni a nanna..." balbetta mentre uscendo dalla stanza lo sento mettersi a letto. Credo che in questo momento lui si senta molto più leggero, infatti tutto ciò che dice è sensato, ma poco lucido...

Ritorno in camera dopo poco e in mano ho lo strofinaccio umido. "Ghali..." sussurro mettendomi a cavalcioni sul letto, vicino a lui. "Si? È già ora di alzarsi?" domanda stralunato corrugando le sopracciglia.

Quasi mi viene da ridere a pensare a ciò che sta dicendo senza pensare, però mi trattengo, e penso che dovrei preoccuparmi... "N-non è ora di alzarsi... è ora di dormire." Rispondo balbettando. "Sposta solo un po' la testa..." Quando si gira poggio la pezza piegata più volte sulla sua fronte, e lui tenendo sempre gli occhi chiusi sorride felice. "È fresca..." commenta con tono dolce. Che bello, sembra un bambino... mi sfugge una piccola risata, "Si, è fresca..." "Cristina..." mi chiama con voce persa. "Si Ghali?" "Quando ero piccolo, all'asilo litigavo sempre con Dario..." inzia a raccontarmi la storia delle liti tra lui e questo bimbo. Dio mio, non è per niente lucido... "Anche da bambino non trovavi pace quindi?" gli domando per assecondare il suo discorso quasi privo di senso. "È bello chiacchierare...bla,bla,bla..." canzona lui senza rispondere alla mia domanda stupida. "Sei il mio habibi,lo sai?" "Ghali, non inventare parole a caso!" esclamo sorridendo dolcemente. "No,no...non è una parola a caso! Sei il mio habibi davvero.". Continuo a ridacchiare compiaciuta per la parola che gli è uscita. 'Habibi'? E che parola è?! Alcune volte la febbre ne combina di tutti i colori... Mi stendo al suo fianco, anche se ha la febbre e potrebbe mischiarmela. Quello che voglio è stargli vicino, felice di essere il suo 'habibi', qualsiasi strana cosa voglia dire questa parola inventata. -e che vuol dire questa "parola inventata"

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