Parte 29

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Mi ha portata a cena al ristorante. Sta con la stampa l'ecografia in mano e non smette di fissarla imbambolato. "Dio mio, mi fa un effetto stranissimo vedere questo..." dice sorridendo dolcemente. Io lo guardo e sono felicissima per il fatto che sia emozionato... "Non sei felice Crì?" "S-si, come no..." rispondo sinceramente, "...però ci sono tanti problemi da affrontare..." "Eh, lo so." Dice lui facendosi più serio. "Io non ho intenzione di mollare scuola." Dico. "Nemmeno io. Non molleremo scuola. Magari seguiremo corsi con altri orari, o altri ritmi... Io farò qualche turno extra a lavoro, tu studierai mentre sarai a casa con il bimbo, o viceversa io..." Il senso di responsabilità che si sta assumendo è un qualcosa di stupendo, mi rassicura... "Si, faremo così, per forza..." gli rispondo. "Tra due giorni partiamo per l'Italia, ma quando torniamo la prima cosa che faremo è cercare un nuovo appartamento. Non ci entriamo tutti e tre in casa mia. Prima traslochiamo e meglio è, almeno adesso puoi dare una piccola mano anche tu, tra qualche mese non potrai più." Annuisco lentamente e prendo un bel respiro profondo. "...e ora chi lo dice a mamma e papà...?" mi domando ad alta voce preoccupata. "Eh...glielo dici tu...cioè, noi..." balbetta gesticolando velocemente. "La prenderanno malissimo." Rispondo mettendomi le mani tra i capelli frustrata. "Hei, piccola... sta tranquilla. Ci parlo anche io, gli faccio capire che abbiamo intenzione di crescerlo bene, tranquillamente, come due genitori 'adulti'. Non ti preoccupare." Mi rassicura prendendomi la mano.

"Mi fai sedere sul lato del finestrino?" gli domando quando arriviamo in aereo, diretti in Italia. "Certo,vai." Mi sistemo sul sediolino e allaccio la cintura sotto richiesta della hostess. Ghali si siede al mio fianco e spegne il cellulare. Atterreremo a Milano e staremo da Amel per una giornata, poi con il treno scenderemo al Sud a casa mia, dove rimarremo per parlare con i miei della gravidanza e per assistere allo spettacolo di mia sorella Sofia. "Ti giuro che questa gravidanza mi sta portando una sonnolenza incredibile..." gli dico d'un tratto mentre sbadiglio. "Si, me ne sono reso conto... vuoi addormentarti?" "Si..." rispondo stanca poggiandomi sulla sua spalla. "Mi svegli quando siamo a Milano. Non prima." Gli dico con tono duro, ma scherzoso allo stesso tempo. "Va bene, mi lasci da solo tutto il viaggio. Poi dici che vado dietro alle hostess!" scherza ridendo. "Scemo!" gli do uno schiaffetto sulla spalla e dopo chiudo gli occhi, addormentandomi immediatamente. ● "Crì...siamo arrivati." Sussurra Ghali risvegliandomi. Apro lentamente gli occhi e mi rimetto dritta con la schiena, lo guardo e mi sorride. Scendiamo dall'aereo e passiamo tutti i controlli in aeroporto per ritrovarci fuori. In poco prendiamo il taxi e ci mettiamo sulla strada per Baggio. "Come sta lui qui dentro?" domanda mettendo una mano sulla mia pancia che non ha ancora preso a crescere. "Pare tutto bene. Mi porta fame e sonnolenza ma...fino a quando sta bene..." "Ma come lo chiamiamo?" "Ghali e che ne so... ma, perché dai per scontato che sia un bimbo?" "Deve essere un bimbo!" risponde convinto. "Tu ci pensi? Gli compro il completino per giocare a calcio, me lo porto a tutte le partite allo stadio e gli insegno prima a giocare con la Xbox che a parlare." Lo guardo dire queste cose così felice, e gli scoppio a ridere in faccia. "Ahahahah... tu sei pazzo! Se è una bimba..." dico iniziando ad immaginare... "Nah, è un bambino." Mi interrompe sicuro di sé. Stiamo per qualche secondo in silenzio, rimaniamo a guardarci. "No dai, a parte gli scherzi... l'importante è che stia bene. Se è un maschio, meglio..." Siamo arrivati. Adesso mi sale l'ansia di incontrare Amel...


"E se non le piaccio?" mi domando ad alta voce prima di varcare il portone del palazzo di casa di Amel. "Perché non dovresti? Lo sa che sei perfetta per me, che sei quello che mi serviva per mettermi a posto." "Vai, senza problemi, ti adorerà." Sussurra sul mio viso lasciando un dolce bacio a stampo sulle mie labbra. "Ghali!" esclama felice una voce. Ci stacchiamo e lui alza lo sguardo su un balcone. La mamma si è appena affacciata. "Mamma!" sorride dolcemente e sembra più contento. "Aspettate che vi apro..." dice la donna rientrando in casa. "Ha visto baciarci..." penso a voce bassa, ma lui mi sente. "Ahah...si, ma tanto lei è felice di noi..." "A proposito..." lui capisce, "Glielo diciamo dopo." Risponde riferendosi alla mia gravidanza. Annuisco e quando Amel ci apre il portone inizio a salire le scale seguita da Ghali. "Buongiorno signora..." dico timidamente varcando la soglia di casa. "Ciao Cristina!" esclama salutandomi con un abbraccio. "Quanto sei bella..." "Mamma!" il mio ragazzo stringe forte a sé sua madre e la riempe di baci. Amel è sorridente, sembra contenta, e io sono felice che mi abbia accolta calorosamente. "Ragazzi! Allora come è andato il viaggio?" "Bene mà, tutto bene." Risponde Ghali mentre cammina per casa contento. Si stende sul divano in salone ed io e Amel lo guardiamo sorridendo dolcemente. "Mi è mancato questo divano..." dice contento come un bimbo piccolo. Mi siedo su uno spazio che ha lasciato vuoto vicino a lui e sospiro stanca. "Come va signora?" domando sorridendo, per fare conoscenza. "Crì...chiamami pure 'Amel'! Non aver vergogna!" "O-okay... come va, Amel?" "Tutto bene, erano giorni che ero impaziente di vedervi..." Questa donna è dolcissima, soprattutto nei confronti del figlio. "A voi invece? Come va la convivenza?" "Benissimo!"risponde prontamente Ghali mentre mi attira a sé facendomi stendere sul suo petto. "Certo... lui in casa c'è ma non c'è!" dico ridendo mentre lo guardo un po' male. "Che combina?" mi chiede Amel mettendosi a ridere. "Ma mamma, sono un angioletto!" "Come no..." risponde lei...

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