Parte 32

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Cristina pov's. "Che cazzo significa che sei incinta?!" urla nervoso mio padre quando gli diamo la notizia. Mamma è imbambolata e Francesca assiste preoccupata alla scena. Ghali invece, non sa che dire. "Me lo spieghi?! A diciannove anni hai intenzione di diventare madre, insieme a quest'idiota?!" "Filippo,calma." Lo ammonisce mia mamma scuotendogli il braccio. "È capitato." Dice Ghali con lo sguardo basso. "È capitato e non doveva capitare, porca puttana!" sputa mio padre. "Non so nemmeno chi sei e già non mi piaci per niente." Continua sprezzante. "Papà, per favore..." lo ammonisce Francesca. "Tu fatti i cazzi tuoi!" "Papà, è successo, non l'abbiamo voluto!" dico. "Ancora?! Nel 2018 succedono ancora queste cose?! Non è successo, sei tu che l'hai fatto con un coglione." "Non è un coglione." "Certo che lo è." Risponde guardandolo. "Non lo sai che ci sono modi e modi per non mettere incinta una ragazza ai giorni d'oggi?!" domanda papà a Ghali. "Si che lo so." Dice senza innervosirsi minimamente. "Per questo diciamo che è capitato e non è stato fatto a posta." "Ecco, allora sei un coglione, e ho ragione io." Il mio ragazzo fa come non avesse sentito, non l'ho mai visto essere così paziente... "Papà! Non puoi chiamarlo così!" "Filippo, sii ragionevole... gli dice mia mamma. "Fuori da casa mia! Ora!" sputa mio padre. 

Ghali lentamente si alza dalla sedia, mi guarda negli occhi senza dire nulla e annuisce. "Va bene, vado via." "Ghali!" lo ammonisco io. "Cristina, questa non è casa mia, non decido io." "Non decide nemmeno mio padre!" "Filippo dai smettila. È incinta, bene, si responsabilizzerà." "No, non esiste! Io quest'individuo non ce lo voglio in casa." Urla mio padre. " va bene, va bene, vado via." Dice Ghali annuendo,triste ma comprensivo. "È normale che non l'abbia presa bene." Dice a mio padre. "Però Cristina la lasci stare. Se proprio la colpa è di qualcuno, è mia, non sua. Detto questo, non posso fare altro che ripeterle che abbiamo intenzione di tenere il bambino e crescerlo responsabilmente. Devo andar via? Va bene, vado." "Ghali, che cazzo dici!" lo rimprovero nervosa. "Cristina se tuo padre non vuole che io stia in casa sua non posso rimanerci, e basta." "Ghali, puoi rimanere. Non preoccupar..." mia madre viene interrotta da papà: "No cazzo! No,non può rimanere!" "Papà, cosa credi di ottenere così?! Se non accetti Ghali rimarrò incinta lo stesso e diventerò madre lo stesso. Così facendo non farai altro che creare tensioni in casa." "Cristina, Cristina... dai,non urlare per favore." Dice il mio ragazzo mettendomi una mano sulla spalla. "Basta così, io vado in qualche albergo, e domani mattina vengo a prenderti per uscire." Continua dolcemente. "Basta!" strilla mia madre nervosa. "Smettetela tutti! Cristina è una ragazza matura, è incinta di una persona matura quanto lei e supereranno tutti gli ostacoli che una gravidanza a venti anni prevede. Tu Filippo, smettila di urlare! Ghali, tu resti qui a casa con Cristina, senza problemi." Mio padre non ci da il tempo di replicare che sbuffa e prende la sua giacca dall'attaccapanni. "Siete tutti impazziti qui dentro. Sapete che c'è?! Sono io che me ne vado in albergo, vi lascio nella vostra follia. Non vi rendete conto di cosa andate incontro." Sbatte la porta e scopare di casa. Rimaniamo un attimo in silenzio tutti. Non realizzo quanto stia accadendo. "No, no." Dice Ghali d'un tratto scuotendo il capo.

"Non posso portare tutti questi problemi e litigi." "Ghali, non è colpa tua..." risponde dolcemente mia madre. "Tu sei il benvenuto a casa. So che sei un ragazzo d'oro. È Filippo che non lo capisce..." "Ghali tu non c'entri nulla. È papà il problema." Assecondiamo io e mia sorella. Sono appena arrivata e già vorrei andar via... 


Ghali e mia madre vanno molto d'accordo, e la cosa mi piace molto. Ora hanno smesso di chiacchierare e ho appena finito di rimettere per l'ennesima volta. Siamo sul letto in camera mia e sono poggiata sul suo petto. È silenzioso, sembra pensieroso... "Che hai?" sussurro all'orecchio. "Secondo te? Per colpa mia tuo padre è andato via di casa litigando con tutti, sei incinta e non l'accetta..." "Ghali, ti ho già detto che non è colpa tua. Tu non c'entri niente." Lui sbuffa e mette una mano sulla mia pancia. "Però per favore, promettimi che non urlerai più per i prossimi nove mesi... mi fai preoccupare quando fai così..." "Non si può non urlare con mio padre, è sempre così, cazzo." "Ho capito, ma fallo per lui..." dice riferendosi al bambino, sorridendomi dolcemente. Bacio lentamente le sue labbra umide e carnose che amo tanto, e con un movimento che non so spiegare mi stendo su di lui prendendo il suo viso tra le mani. Le nostre lingue calde vengono a contatto tra loro e danzano lentamente insieme, senza mai fermarsi... Si stacca senza fiato e mi guarda negli occhi, accarezzando i miei fianchi. Le sue mani si infilano sotto il mio pantalone di tuta e si fermano sul mio fondoschiena, stringendolo delicatamente. "Vorrei non essere incinta, in questo momento." Gli sussurro all'orecchio con voce molto bassa. Mordicchio il suo lobo e lo sento emettere un piccolo gemito di piacere, e dopo porta indietro la testa... quando fa così so cosa vuole. "C-crì..." "Si?" rispondo sapendo cosa sta per dirmi, mentre scendo più in basso per baciargli il collo e la mascella, toccando con la mia intimità la sua... "Mhh... Dio mio, quando fai così..." balbetta perso nelle parole, chiudendo gli occhi e schiudendo le labbra. Sono incinta, non possiamo fare chissà cosa, ma ho comunque voglia di dargli piacere. Apro il bottone dei suoi jeans blu e abbasso la zip, la sua erezione già preme sui box. Porto la mano su di essa e compio dei piccoli movimenti rotatori facendolo eccitare ancora di più e con le dita gioco con l'elastico dell'intimo, che sto per abbassa...

 "Posso entrare ragazzi?" domanda mia sorella dietro la porta chiusa, bussando. Io e Ghali ci guardiamo un attimo negli occhi e lui sbuffa silenziosamente battendo la mano sul materasso, mentre mi alzo dalle sue gambe e gli sistemo i jeans. "Si, si, vieni..." rispondo tranquillamente a Francesca dopo pochi secondi. "Eh, scusatemi, ma devo prendere la borsa di Danza. A proposito, stasera c'è il mio saggio, venite?" "Certo, ora che sono qui veniamo." Rispondo poggiandomi con la testa sul braccio del mio ragazzo che segue la nostra conversazione. Lei dice che le fa piacere e sorridendo ci lascia da soli in camera di nuovo. Ci guardiamo negli occhi. "Quindi ora dovremmo prepararci per uscire?" mi chiede Ghali dispiaciuto. "Eh, si." "Quindi...non se ne fa più niente?" "Dobbiamo vestirci, o si fa tardi..." gli dico facendo spallucce. "Cazzo però, a diciassette anni ancora fa danza tua sorella, eh?" Domanda ironicamente, facendomi mettere a ridere.

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