Parte 33

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Ghali è già pronto per andare, io invece sto ancora mettendo il mascara, ma sono già vestita. "Rossa, hai fatto?" domanda dietro la porta del bagno. Da quanto tempo è che non mi chiama così?! "Si, si, solo un secondo..." Dopo un attimo esco e guardo velocemente come è vestito, è fantastico. "Girati..." gli dico. "Perché?" "Dai, girati e basta." Rispondo semplicemente ridendo. Lui ruota per un secondo su se stesso e ritorna a guardarmi con aria interrogativa. "Okay, andiamo!" esclamo andando a prendere la mia giacca sull'attaccapanni. Dio mio, io amo il fondoschiena del mio ragazzo... "Sei bella." Dice ad un tratto dolcemente. Era tanto che non glielo sentivo dire. "Si?" "Si, sei proprio bella stasera." "Poi hai una cosa bella sugli occhi, tipo la linea? Non so come si chiama..." "Il mascara!" lo correggo ridacchiando. "Si, quella roba lì..." risponde scherzando. Iniziamo a scendere di casa, mamma ci aspetta giù, invece Francesca è già al teatro, tesa per lo spettacolo. "È da sempre che fa danza. È bravissima e ci tiene tanto." Spiego al mio fidanzato che ancora si chiede perché abbia interrotto un momento tra noi due. "Va beh...andiamola a vedere allora!" dice poco convinto entrando in macchina con me e mia madre.
Arriviamo in teatro e papà non c'è. "Sinceramente non mi importa." Risponde Francesca per messaggio quando glielo dico. "Ora vado a prepararmi, a dopo." Dice disconnettendosi. "Scusa ma...dov'è ora tua sorella?" mi domanda Ghali mentre ci sistemiamo sulle poltroncine. "Dietro le quinte. Non sei mai stato ad un saggio di danza?" "No..." risponde semplicemente. Le luci si spengono e il sipario si apre. Dei violini iniziano a suonare e delle ballerine entrano in scena. Il mio ragazzo sgrana gli occhi e mi guarda: "Ma è danza..." "Classica." Continuo io assecondandolo. "Mio Dio..." si lamenta, poggiandosi alla mia spalla. "Vabbè, farò tutto un sonno fino alla fine..."

"Ghali,Ghali! Adesso c'è Francesca!" dico scuotendo la spalla su cui si è poggiato chiudendo gli occhi. Mi guarda e corruga le sopracciglia. "Tu eri addormentato sul serio?" gli domando ridendo. "Mh...quasi ahahah." "Quindi ti prego, se dovesse mai nascere una bambina, non l'iscrivere a danza classica per favore..." "Ma come? Sarebbe bellissimo se..." "No, no, no." Mi interrompe scuotendo il capo, "Mi addormenterei ad ogni evento del genere." Continua ridendo, facendomi ridere. Mia sorella entra in scena e io e mia mamma la guardiamo attentamente. "Sarebbe tutto più facile se fosse maschio, farebbe calcio e..." "Shhh" lo zittisco presa dal ballo di Francesca,come sempre bravissima. ●
Il saggio termina e fuori dal teatro ci ritroviamo mio padre, che si avvicina direttamente a me ed il mio ragazzo. "Cristina, Ghali..." viene verso di noi parlandoci con tono dolce, cosa che mi fa infuriare... "Papà, cosa vuoi?! Non ti va bene che mettiamo su famiglia ma allo stesso tempo sei tu il primo a non avere il senso di famiglia, non avresti lasciato casa così e non avresti mancato il saggio di Francesca." "Crì, ho lasciato casa perché ero troppo agitato e nervoso, e poi il saggio l'ho visto eccome, ero qualche poltrona dietro di voi..." "Basta, non voglio sentirti più!" concludo dandogli le spalle nervosa. "Cristina, stargli a sentire..." mi chiede Ghali bloccandomi per la mano. "Lasciami perdere Ghali!" "No, resta qui, si tratta di tuo padre..." sbuffo e mi lascio convincere da lui, rimanendo imbronciata a braccia conserte. "Davvero...scusatemi, ho esagerato. Si, siete piccoli,non sarà semplice gestire un figlio, ma sei una ragazza in gamba Cris, che si assume le proprie responsabilità. Quanto a te Ghali...scusa se ti ho urlato addosso quelle parole, dammi la possibilità di conoscerti meglio e di farmi conoscere meglio. Scusatemi, scusatemi entrambi...

Il mio papino è sempre il mio papino, non potevo non farci pace. Sembra anche che Ghali gli stia simpatico, nonostante la gelosia nei confronti di sua figlia. Io e il mio ragazzo siamo nel giardino di casa mia e abbiamo fatto colazione qui,all'aperto. Essendo bel tempo, abbiamo deciso che più tardi andremo al mare, adesso però, vorrei mettere un po' di smalto sulle unghie delle mani. Ghali sta a pochi metri di me a giocare con il pallone da calcio, si sta divertendo molto. "Signorino..." lo chiamo simpaticamente. "Si?" risponde tutto concentrato per giungere un numero massimo di palleggi. "Lo vedi questo? È smalto. Sai che succede se con il pallone urti il piede del tavolo?" "Cosa?" continua a guardare la palla rimbalzare sul suo piede. "Succede che nostro figlio nascerà orfano di padre, perché ti ammazzo se mi fai sbagliare a mettere lo smalto." Rispondo ironicamente. "Wow, addirittura..." "Dai, sul serio, non farmi sporcare le cuticole." "Le cosa?" mi metto a ridere e porto una mano sulla fronte. "Niente, niente. Insomma, non urtare il tavolo!" Apro il bocetto di smalto color nero e lentamente con il pennellino lo stendo sulle unghie. Tra noi c'è silenzio assoluto... "Buongiorno!" urla felice mia sorella alle mie spalle, facendomi spaventare. Ghali se ne rende conto e scoppia a ridere, dando il cinque a Francesca per avermi fatto rovinare lo smalto. "Ragazzi ma che cazzo..." sbuffo io battendo la mano sul tavolo. Loro si mettono a ridere e continuano a prendermi in giro. Dai, hanno un bel rapporto loro due. Io li guardo fingendomi arrabbiata, e poi dico: "Vabbè, ora mi secca mettere tutta la mano vista la situazione, ora lo tolgo a quest'unghia. Dai andiamo al mare. Il mio ragazzo annuisce e smette di giocare a palla. "Andiamo." Ci mettiamo in auto ed iniziamo a chiacchierare e ascoltare musica. È bellissimo con questi occhiali da sole dal filtro chiaro, con lo sguardo fisso sulla strada e alcuni dread davanti al viso che si muovono con il vento dal finestrino. Ha deciso di togliere tutta la barbetta, ha le guance e il mento completamente lisci, e sembra molto più piccolo.

Il mio sguardo cade sulle sue labbra lisce, morbide e carnose. Sono perfette. Lui è perfetto. Tutto ciò che riguarda Amdouni è perfetto e estremamente sexy, mi fa impazzire. Dallo specchietto mi guarda e sorride. "Che c'è?" domanda dolcemente mettendo una mano sulla mia gamba. "Niente, ti guardavo." Rispondo intrecciando le mie dita alle sue. "Ora devi girare a destra." Lo informo quando ci troviamo a un bivio. Giustamente non conosce il posto, sono io quella che è di qui, e lui non vuole farmi guidare perché ha paura del bimbo. In pochi minuti parcheggiamo l'auto e ci ritroviamo in spiaggia. Siamo in primavera e ancora non ci sono lettini ed ombrelloni, eppure siamo tutti in costume. Ghali stende il telo sulla sabbia e io faccio lo stesso al suo fianco. "A che pensi?" "Eh...quando torniamo in Inghilterra, tra due giorni, volevo andare a vedere qualche appartamento nuovo,non ci entriamo in casa tua, tra nove mesi siamo in tre e sarà ancora peggio. Poi è meglio se traslochiamo ora, così posso dare una mano. La settimana prossima hai da fare o possiamo fissare qualche appuntamento per vedere casa?" "S-si..." risponde distrattamente. A giudicare dalla risposta, non mi stava proprio dando ascolto, e a giudicare da dove si poggia il suo sguardo, capisco che è concentrato su altro...

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