Parte 15

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"Veniamo a prendervi subito." Chiudo la telefonata e Ghali mi guarda preoccupato. Non gli do tempo di chiedermi nulla che con ansia gli dico: "Vestiamoci e portiamo Alexie in ospedale." Corriamo in camera e recupero da terra il mio reggiseno rimettendolo velocemente. Lui mi chiede cosa le è successo mentre si infila la maglietta e prende una felpa dall'armadio. "Non lo so Ghali, si è gonfiata e non respira bene..." rispondo entrando nel pallone mentre mi rivesto in fretta. Lo sento imprecare a bassa voce, io corro in salone per mettere il giubotto e prendere la borsa. "Le chiavi della macchina!" esclamo ad alta voce dal soggiorno. "Prese. Dai andiamo!" risponde mentre mi raggiunge. In un attimo corriamo giù per le scale. "Entra!" dice aprendo l'auto. La tensione che c'è tra noi non si può spiegare. I cinque minuti di strada che ci dividono da casa di Lucas sembrano un'eternità. "Ghali..."mi lamento iniziando a tremare con le gambe per l'ansia. "Oh, sta tranquilla!" implora lui prendendo la mia mano mentre guida, ma non riesce a mascherare bene la preoccupazione. "Come faccio a stare tranquilla, la mia migliore amica...!" "A chi lo dici. È come una sorella per me..." risponde con lo sguardo fisso sulla strada. E se succedesse qualcosa di brutto? Se la visitassero e capissero che è messa male? Vorrei soltanto capire bene cos'ha... "Magari è una sciocchezza..." dice Ghali facendo spallucce in modo rigido. "Smettila di dire cretinate. Si vede benissimo che stai morendo dall'ansia anche tu." Lo ammonisco velocemente con tono acido. "Se ci sbagliassimo entrambi?" "Lo spero." -
Arriviamo in ospedale, non avevo mai visto la mia amica così: è diventata tutta rossa, la gola si è gonfiata, riesce appena a respirare. I medici l'hanno presa e adesso la stanno visitando, oppure le stanno dando delle meicine. Non lo so, so solo che noi tre siamo fuori alla porta della stanza in cui è con i dottori e aspettiamo che qualcuno ci dia sue notizie. Lucas è preoccupatissimo, ha gli occhi lucidi e sta letteralmente tremando. "Ragazzi scusate se vi ho chiamati ma noi non abbiamo l'auto qui in Inghilterra e non sapevo come fare..." si giustifica con voce disperata.

"Lucas tranquillo! Non preoccuparti proprio." Rispondiamo io e Ghali insieme. Il ragazzo di fronte a noi è seduto per terra con la testa poggiata al muro, è distrutto. Io invece non faccio che muovere le gambe e respirare lentamente per scaricare la tensione, ma un carattere ansioso come il mio non ci riuscirebbe mai a tranquillizzarsi. Ghali è seduto di fianco a me, guarda in un punto fisso e tiene un respiro irregolare. Ognuno di cerca di domare al meglio l'ansia che in questo momento si è fatta di noi tre. Un dottore esce dalla stanza e attira la nostra attenzione. Lucas scatta impiedi e aspetta che il medico parli. "La signorina poteva morire, lo sa?" domanda al ragazzo francesino. "Reazione allergica, l'abbiamo salvata per poco..." Il nostro amico sembra essersi tranquillizzato esattamente come noi... "Come sta adesso?" domanda sospirando. "Ora sta abbastanza bene...se vuole potete entrare." Ci spiega il dottore. "Vai prima tu."dice Ghali al suo amico. Lui annuisce e velocemente va dalla sua ragazza. "Oh Dio..." sbuffo riprendendo un respiro regolare. "Mamma mia che ansia..." aggiunge Ghali al mio fianco. Ci guardiamo negli occhi e gli sorrido. Non ci parliamo da quando gli ho fatto quella freddura in macchina. "Menomale che è tutto apposto." Dice d'un tratto. Mi avvicino ancora un poco a lui e abbasso lo sguardo per la timidezza. "Guarda...scusa per prima...non volevo risponderti male. È che quando vado nel pallone non ci penso più a cosa dico..." "No, tranquilla..." risponde semplicemente mettendo la sua mano sulla mia gamba. Lo squadro velocemente e noto che la sua erezione preme ancora leggermente sul pantalone. "Sei ancora eccitato?" sussurro sorridendo al suo orecchio. "Sto impazzendo Dio mio..."

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