Dopo un paio di giorni a Ghali passa la febbre, ed entrambi abbiamo iniziato l'università. Sono sul letto a pancia in giù, e sto per inziare a ripassare gli appunti che ho preso in classe quando mi squilla il telefono. È Alexie. "Hey!" esclamo quando rispondo alla chiamata. "Hei Cris...come va?" "Tutto okay...sono a casa e stavo per studiare. Tu?" "Anche io stavo studiando, però ho voluto fare una pausa." Mi dice. "Come va con Ghali? Gli è passata la febbre?" "Si, ieri già non ce l'aveva più. Comunque...tutto bene. Sta studiando sul tavolo in cucina." "Ho capito...senti, che mi dici?" sbuffo annoiata, "Mh...niente. Solo che mi manca un po' l'Italia...." Rispondo sinceramente mentre giocherello con la matita che ho in mano. Mi alzo dal letto, e inizio a camminare per la stanza, per poi uscire in salone, dove c'è Ghali. "Avevo pensato una cosa..." dice la mia amica. "Cosa?" "Andiamo a mangiare Italiano?" propone entusiasta. "Io, Lucas, tu e..." "E io sto da sola?" chiedo corrugando le sopracciglia. Il rasta si gira verso di me e scuote la testa come per chiedermi 'che c'è?'. Faccio spallucce e ascolto la mia amica: "No, viene Ghali!" dice ovvia ridacchiando. "C-capisco che tifi per lui ma...non credo verrà..." balbetto incerta. "Ma si! Tu chiediglielo! Dai,ci sentiamo più tardi..." "Non ci sperare!" rispondo prima di chiudere la chiamata. Sono certa che non verrebbe mai. "Che c'è Cris?" mi chiede Ghali girandosi verso di me. "Alexie e Lucas vanno a mangiare Italiano, e hanno invitato anche me. Solo che non mi va di uscire da sola con una coppia." Spiego con sufficienza mentre mi riavvio verso la camera. "Cristina..." mi chiama a voce bassa dopo un po' di silenzio. Mi giro verso di lui, "Eh...?" "L-lo sai, non è nelle mie abitudini uscire con le ragazze, però..." Oddio si... "Però...?" domando cercando di non sembrare emozionata. "P-però, insomma...se ti va ci esco io con te." "O-oh... a-allora...confermo?" domando insicura. "Si, si certo." Risponde sicuro. Stasera io e Ghali usciamo. Io, e lui, insieme, con un bacio in sospeso...
Dopo qualche oretta di studio realizzo che si sono fatte le sette, e che tra poco abbiamo appuntamento con i ragazzi. Mi dirigo verso il salone dicendo: "Ghali, forse è meglio se ci pre..." mi interrompo quando lo trovo già pronto, vestito con un maglioncino grigio dentro un pantalone di un colore simile. Ottima scelta, è bellissimo. Lui si gira verso di me e mi sorride furbamente. "Vedi che bravo ragazzo, sono già pronto!" scherza dandosi delle arie. "O-oh...v-vedo..." balbetto mentre non riesco a staccargli gli occhi di dosso. "Allora...vado a prepararmi anche io..." "Ti aspetto qui." Risponde lui dolcemente sedendosi sul divano. Dopo aver fatto una doccia piastro con attenzione i capelli e spruzzo giusto un po' di profumo delicato sui polsi e sul collo. Esco dal bagno velocemente e mi chiudo in camera, dove raccomando a me stessa di non lamentarmi ad alta voce se non so cosa mettere: Ghali è fuori, e non deve sentirmi. Apro l'armadio, e cerco tra il mio vestiario qualcosa da indossare. Spero di aver portato con me quando sono partita dall'Italia dei vestiti carini da mettere in occasioni del genere. Altrimenti come faccio?! Non posso mica uscire con una felpa? Mentre sposto velocemente le cose nell'armadio per riconoscere meglio gli abiti trovo ciò che stavo cercando. Tiro un respiro di sollievo, eccolo il mio tubino nero! È aderente, e arriva fin sopra le ginocchia. Per fortuna sono anche depilata. Lo indosso velocemente abbinandolo con delle Stan Smith tutte bianche che tanto adoro. È da tanto che non mi preparavo per essere così carina! Esco dalla camera, Ghali è ancora sul divano. "Sono pronta" dico mentre gli passo davanti per prendere il cappotto sull'attaccapanni. "Bel...fisico." "Beh, il nero sfina, si sa..." incalzo furbamente. "Non credo che sia il nero."
Sento le mie guance arrossire maledettamente, non ci credo che abbia appena detto questa cosa. "È un complimento?" domando incerta cercando di celare l'emozione. "Assolutamente si." Risponde convinto mentre mi da le spalle per prendere dalla mensola le chiavi dell'auto. Resto per un attimo imbambolata, senza credere alle mie orecchie. Dio mio... "Andiamo?" domando appena si gira nuovamente verso me. "Andiamo." Ci mettiamo in auto e inizia a guidare verso il centro, dove ci siamo dati appuntamento con Alexie e il ragazzo. "Ciao Ale!" esclamo appena ci viene incontro abbracciandola. Saluto Lucas mentre Ghali saluta Alexie, e camminando verso il ristorante chiacchiero con la mia amica. "Quanto sei bella!" le dico sinceramente sorridendo. "Oh...grazie!" "Tu sei...fantastica! Non ti avevo mai vista così..." aggiunge dolcemente. "Che ti ha detto Ghali?" mi spunta un sorriso spontaneo, "P-poi...ti racconto..." le rispondo entusiasta. "Okay!" "Hai visto che alla fine è venuto!" "Lo sai? Non ho insistito affatto, mi ha proposto lui di venire con me!" "Io lo dico che è cotto..." canzona battendo le mani velocemente. Mi metto a ridere divertita, e i ragazzi qualche metro dietro di noi ci chiamano: "Siamo arrivati!" dicono indicando il ristorante. Quando entriamo ci sfiliamo i cappotti ed io e Alexie andiamo in bagno per lavarci le mani. "Cris..." mi chiama stupita. "Si?" "Questo vestito ti fa un sedere...stupendo." Si meraviglia sorridendo. "Ahah...grazie!" rispondo arrossendo. "Ero già convinta che fosse cotto, ma stasera Ghali l'avrai steso!" "Sai, quando mi ha vista uscire dalla camera..." le dico avvicinandomi di più a lei. "Ha detto 'Bel fisico!', ma l'ha detto con così tanta timidezza che quasi non lo riconoscevo in quel Ghali che ne cambia una ogni sera... credo di essere arrossita un sacco." "Oddio! Io vi amo come coppia!" esclama lei contenta. "Oh...anche se non siamo una coppia...grazie!" "Dai, adesso andiamo a tavola, che ci aspettano!" Aggiungo sorridendo. Iniziamo a mangiare quello che abbiamo ordinato e devo dire che come cucinano qui non è niente male.
"Da quanto è che vi conoscete?" domando a Ghali e Lucas curiosamente. "Da... sempre in pratica." Risponde il rasta seduto al mio fianco. "Si, da quando eravamo piccoli." Appunta il ragazzo della mia amica. Iniziano a parlarci delle loro avventure da bambini e di quanti guai combinassero insieme fino a quando finiamo di mangiare. "Andiamo?" domanda Ghali dopo una mezz'oretta. "Okay!" rispondiamo noi tutti. I ragazzi contemporaneamente si allontanano per andare a pagare. "A-ale..." "Si?" "C-come funziona? Ha pagato lui per me?" le domando incredula senza smettere di guardarlo da lontano mentre mi da le spalle. "Si, così pare. Cris, lasciatelo dire da una che lo conosce da tanto: non ha mai fatto così. L'unica differenza tra voi e me e Lucas è che noi facciamo sesso. Siete come una coppia, ti rendi conto?" "Alexie..." "Stanno arrivando..." sussurra sorridendo. Smetto di parlare e mi giro verso di loro. Lucas si avvicina alla sua ragazza a cingendola per i fianchi le dice qualcosa. "Hei..." mi chiama Ghali. "Ghali, hai pagato tu per me?" gli dico alzando le sopracciglia. "Certo!" Risponde ovvio sorridendo. "Dai... quanto devo darti?" "Niente! Ho pagato io e basta." "Ma..." "Oh dai! Su andiamo!" esclama passandomi il cappotto. "Ragazzi..." ci chiamano i nostri due amici. "Ci dispiace ma dobbiamo tornare a casa... sta suonando l'antifurto. Sarà stato il cane ad abbaiare..." "Ah... e...okay...a domani allora!" balbetto salutandoli prima che se ne vadano. Siamo solo io e Ghali fuori dal ristorante, e mentre caccia il fumo della sigaretta dalle sue labbra stupende mi domanda: "Ti va se andiamo a bere qualcosa?" "Perché no!"
Passeggiamo per il centro della città e chiacchieriamo di qualsiasi cosa, è proprio bello passare del tempo con lui. "Ghali?" "Si?" "Se ti va...v-vuoi spiegarmi come conosci l'arabo se sei nato e cresciuto in Italia da genitori italiani..." mi interrompe: "Oh no, i miei non sono italiani. Mamma e papà sono tunisini, e quando avevano più o meno la mia età si sono traferiti a Milano per poter vivere meglio di come vivessero in Tunisia. Sono nato in Italia, ci sono cresciuto, mentre papà..." si interrompe e inizia a guardare nel vuoto, a quel punto mi sento in imbarazzo. "Se non ti va di parlare non..." "Papà... faceva una brutta vita. Cris la mia infanzia è stata difficile. Papà aveva a che fare con la droga, e mamma per quanto non lo assecondasse era pur sempre sua moglie e gli stava vicino. Lei però ha sempre lavorato onestamente, e quando si è separata il tumore si è fatti di lei. Sarei andato perso in affido se non fosse guarita. Per fortuna si è rimessa velocemente in sesto e ha continuato a crescermi facendomi anche da papà. Mi ha insegnato cos'è l'amore, il rispetto, il sacrificio..." "Non ti ha fatto mancare nulla..." commento quasi commossa dai valori di questa donna che pur non conoscendo ha già la mia stima. "Si, anche quando non c'erano i soldi faceva in modo che non mi mancasse nulla. Abbiamo un bel rapporto io e lei." Commenta sorridendo dolcemente. Ultimamente sto scoprendo una parte di Ghali che non conoscevo, una parte che mi piace tanto. "Su, vieni!" dice prendendomi per mano entrando in un locale. Ordiniamo due drink e brindiamo alla nostra, poggiandoci al bancone. Mi guardo per un attimo intorno e noto che ci sono molti ragazzi e ragazze giovani, della nostra età, e anche molte coppie. C'è una ragazza che non si regge impiedi e non fa che ridere e dire sciocchezze. "Neanche tu l'altra sera sparavi cosi tante parole a caso!" commento guardandola. "Io?" domanda Ghali sorseggiando il drink. "Si, quando avevi la febbre. Ad un certo punto hai iniziato a inventare parole! Mi hai detto 'sei il mio habibi'..." Lui sgrana leggermente gli occhi e mi guarda.
"Davvero te l'ho detto?" domanda incredulo. "Si, perché? Che significa?" "No...niente." Risponde evitando il mio sguardo. "Avrò balbettato qualche parola che non esiste, tipo 'Habibi'!" aggiunge facendo spallucce. Ah, okay... Dopo una decina di minuti usciamo dal locale e passeggiamo verso l'auto. È quasi mezzanotte e io mi sento più leggera dopo quel drink. "Posso metterlo? È il mio disco preferito." Mi domanda Ghali con un album in mano quando entriamo in macchina. "Certo!" la musica parte e mi perdo nelle parole delle canzoni mentre percorriamo la strada di casa, ogni tanto lui mi guarda dallo specchietto, e io mi giro dall'altra parte timidamente. Quando ritorniamo nel nostro piccolo appartamento è appena mezzanotte, metto il pigiama e mi butto sul letto insieme a Ghali, sotto le coperte. "Ah, devo caricare il cellulare!" si ricorda cercandolo tra il pimone. Si mette su di me, e si allunga verso il mio comodino dove c'è la presa del caricatore, che collega al telefono. Tiene il peso sugli avambracci e gli occhi fissi nei miei, la distanza che ci divide è minima. Riesco a sentire il suo profumo e il suo calore del corpo. Dio mio che effetto mi fa... Mentre i nostri occhi sono incatenati e non riesco a smettere di guardarlo lui china la testa e si fa dolcemente spazio nell'incavo del mio collo, dove lascia un tenero e umido bacio che mi fa perdere il controllo...
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Un Po' Italiano Un Po' Tunisino
Romance"Un po' Italiano, un po' Tunisino.": 'La classica da classico' veniva definita Cristina da tutti i suoi amici. In effetti, era proprio così. Dopo la maturità, appena diciottenne, lascerà il suo piccolo paese dove si è sempre sentita ovattata e parti...