Anna, quella ragazza alla moda, sempre scintillante era distesa su un lettino d'ospedale.
I suoi perfetti capelli neri lisci, erano corti e scompigliati.
Il suo fisico perfetto segnato da una cicatrice enorme sullo stomaco, ancora fresca; le sue braccia lacerate da tagli e aghi delle flebo; il suo braccio, quel braccio che aveva toccato tanto, non c'era più, fasciato da una benda bianca.
Proprio così, quella ragazza ricoverata in ospedale, senza forze e martoriata, era la stessa che, pochi mesi prima, usciva con le amiche e si divertiva.
In quel momento Anna capì quanto fosse bella la vita, e di come l'avesse sprecata con quelle che lei chiamava amiche.
Sua madre piangeva, suo padre senza forze e incredulo, e Matt, sconvolto, che le accarezzava la testa.
Stava per aprire bocca e dire qualcosa ad Anna, ma subito si interruppe e, calando lo sguardo, continuò ad accarezzarle la testa.
Il prete era ancora lì. Lasciò stare per un pò i cari di Anna, sapeva che avevano bisogno di calmarsi.
Dopo 1 ora...
" scusatemi, non voglio essere maleducato, nè insistente, ma avete visto quello che è successo ad Anna, e sapete che non c'entra niente la medicina, sapete che è lei...credo che Matt vi abbia raccontato la storia, e adesso sapete com'è importante trovare il bracciale." disse il prete, spezzando il silenzio con voce imbarazzata.
Tutti stettero in silenzio.
"Si" rispose Matt.
"sappiamo tutti che non lo troveremo più, lei lo ha preso" rispose Anna con un filo di voce.
Tutti calarono lo sguardo, rassegnati.
"Ho pensato ad una soluzione, sapete?"disse Anna.
"Quel bracciale l'avevamo fatto una per l'altra. Io ho il suo. In pratica all'inizio è stato suo, avendolo costruito con le sue mani; se portassimo quello?"disse Anna.
"Ma cero! È geniale!" Gridò il prete.
"Anna, quel bracciale era nel tuo cassetto! Posso andarlo a prendere anche adesso!" Disse sua madre.
"Certamente, ma c'è solo un problema" rispose il prete.
"Quale?!"Domandò Matt.
"L'oggetto deve essere restituito dalla persona che lo ha preso...".
Anna era troppo grave per uscire dall'ospedale.
"Non ci sono problemi. Papà, per piacere, andresti a prendere il bracciale?"
"Cosa vuoi fare?!" Disse sua madre
Anna si sedette sul letto, si tolse con i denti le flebo che aveva sul suo unico braccio, si mise le ciabatte, e si diresse verso la porta.
"Vado a riconsegnare il bracciale a quella stronza."
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HorrorAnna è una normale adolescente, ma un giorno, per colpa della sua vanità, la sua vita cambia. Per sempre. -Avverto tutti i lettori che questa storia è stata scritta molto sinteticamente e presenta molteplici errori grammaticali e ortografici, che sp...