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Sono stata una stupida, ho sbagliato tutto con Luca, ho baciato uno dei suoi amici più stretti, ho tradito la fiducia di James che dalla disperazione è andato via da Salerno, è partito persino Nicolò, è tornato a Roma, il suo rapporto col moro si è definitivamente chiuso e tutto ciò è a causa mia.

Nicolò è freddo nei miei confronti, a malapena risponde ai miei messaggi, ma come biasimarlo. Dopo tutto è stata colpa mia se la sua amicizia col moro è terminata.

Nell'ultimo periodo erano successe infinite cose: l'aggressività improvvisa di mio padre, è arrivato addirittura a spararmi, sono andata in coma, sono ritornata con James a causa della confusione che avevo in testa ferendo Luca, ho baciato Nicolò e adesso persino Greta sembra trascurare la nostra amicizia; niente è più come prima, non vedo l'ora che quest'anno scolastico giunga al termine, voglio andarmene da Salerno, qui non ho più nulla da fare, questa città mi ha fatto soltanto del male, sono pochi i ricordi positivi.

La docente entra in classe, è quella di matematica, scommetto che lei è stata una di quelle più propense alla mia bocciatura: ma come potevo studiare visto quello che stavo subendo?

Non ho proprio sprecato parole a spiegare i miei problemi, tanto non mi avrebbero mai capita le professoresse, sarebbe stato tutto inutile.

Tutti ci alziamo e, appena vedo Luca entrare dalla porta, sento il mio cuore arrivare in gola, avverto quasi i battiti nelle orecchie, dopo quella litigata non l'ho mai più visto in giro per Salerno, ma è stato sempre tra i miei pensieri, in ogni singolissimo istante, è stato il mio chiodo fisso.

Ma non capisco, cosa ci fa ora lui qua?

Le mie idee sono confuse.

-Ragazzi, voglio presentarvi il vostro nuovo compagno di classe. Si chiama Luca D'Orso e non è la sua prima bocciatura- la donna dà una pacca sulla spalla del moro, deglutisco sonoramente e, non appena Luca incrocia il mio sguardo, schiude quasi la bocca, è sorpreso, forse anche più di me.

Deglutisce e scuote leggermente la testa, spostando il suo sguardo su un punto impreciso.

Le sue iridi sono diventate lucide tutto d'un tratto, tutto ciò mi fa non male, di più.

Ho un nodo più grande di una pallina da ping-pong in gola, non mi aspettavo di ritrovarlo di nuovo qui, non era proprio tra i miei piani un evento del genere.

-Sono qua soltanto per mia madre, già le ho dato una marea di delusioni, basta, vanno bene così. Voglio darle almeno un minimo di soddisfazione con la scuola, voglio tentare un'ultima volta!- esclama, poi serra la mascella.

Ha un cappuccio nero che gli fa da copricapo, l'accenno di barba è abbastanza evidente sul suo viso angelico, i suoi occhi sono scuri e spenti, non c'è più quella luce di una volta e tutto ciò mi soffoca, pensare che abbia causato tutto io, mi fa un male assurdo.

È successo tutto a causa mia, sono un fottutissimo disastro.

-Siediti accanto a Rossi, visto che quest'anno la classe è più numerosa e quello è l'unico banco vuoto- dice la donna, distogliendomi dai miei pensieri cupi.

Incrocio lo sguardo del mio ex ragazzo, è davvero spento, ciò mi spezza il cuore. Però con un suo solo sguardo, è capace di trasmettermi infiniti brividi.

Serrando la mascella, avanza verso di me e ad ogni passo sempre più vicino, avverto il mio cuore accelerare, sembra voglia uscire dal petto, ma non lo dimostro, soffoco al meglio le mie sensazioni.

Tutta la classe si siede, Luca sposta la sedia, appoggia lo zaino sul pavimento e si siede, allunga le gambe e incrocia le braccia al petto con indifferenza, masticando la sua gomma.

Mi schiarisco leggermente la gola e inizio a giocherellare con la mia penna, visto il miscuglio di emozioni che sto provando.

Oh Luca, per quale motivo sei tornato nella mia vita? È un buon o cattivo segno?

Noto che le sue gambe iniziano a tremare, sembra nervoso, dopo di che il suo cellulare si illumina, qualcuno lo sta telefonando, ma ha staccato troppo in fretta, non ho letto in tempo il nome.

Luca alza la mano, la docente lo nota e gli dà così, il permesso di parlare.

-Mi scusi, posso uscire un attimo? Ho un forte giramento di testa- dice Luca, fingendo un'espressione sofferente.

-Va bene, vai. Ma non stare fuori tutta l'ora- ribatte la donna con molta pazienza.

Il moro annuisce, si alza e si reca fuori con molta velocità ed elasticità, tutti puntano lo sguardo su di lui ed un  grandissima curiosità mi invade.

Perché è così misterioso?

L'insegnante inzia a spiegare diversi esercizi di cui non capisco una cifra, devo inventarmi qualcosa per poter uscire, la curiosità mi sta divorando.

So che non è bello spiare una persona, ma stavolta è davvero più forte di me.

Alzo la mano e scatto in piedi.

-Cosa c'è, Rossi?- domanda la prof. scocciata, perché l'ho interrotta.

-Potrei uscire un secondo? È urgente- fingo una faccia sofferente.

-Non si esce alla prima ora, sembra che tu sia in ottima salute. Siediti- sbotta acida.

-Ehm... È venuto a trovarmi Fausto, ho paura che la sedia si macchi, sa...- mento tenendomi la pancia.

La donna cambia immediatamente espressione e diventa leggermente rossa in viso.

-Oh, scusami. Non avevo colto- si abbassa gli occhiali sul naso e mi guarda.

-Esci, ma sbrigati, altrimenti ti perdi l'intera spiegazione- aggiunge.

Annuisco e sgattaiolo verso la porta; certe volte essere femmina è proprio un bene, posso usare la scusa del ciclo in ogni maniera possibile. Dai ciclo, almeno a qualcosa servi!

Guardo in giro, ma non vedo Luca da nessuna parte. Dove si sarà cacciato?

Passo davanti ai bagni dei ragazzi e riesco subito a captare la sua voce un po' roca, avanzo e, non riuscendo a resistere, origlio, sporgendomi verso la porta del primo gabinetto.

-Giulia, ci vediamo dopo, ti ho già spiegato tutto ieri sera- dice Luca, sembra irritato.

-Non devi parlarne con nessuno di tutto ciò che ti sto facendo, d'accordo? È un segreto, deve rimanere tra me e te. Se mi scoprono il mio capo potrebbe farmi fuori da un momemto all'altro- aggiunge il mio ex, dal suo tono traspira un po' di preoccupazione.

-La pistola te la do appena posso, tranquilla. Adesso devo attaccare, se no quella rompipalle di matematica viene a cercarmi- dice più sottovoce, mi infilo nella porta del gabinetto accanto e la chiudo immediatamente, ferendomi il dito.

Mi tappo la bocca per non urlare dal dolore e inizia ad uscire  immediatamente il sangue dalla ferita.

Sento sbattere la porta, da ciò deduco che Luca sia uscito dal bagno, perciò sguscio fuori anch'io.

ORMAI//CAPO PLAZA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora