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La scuola ha deciso di andare in campeggio per il fine settimana. Avevo pensato di non andare e rimanere a casa, ma prof. di scienze ha minacciato di mettere un bel 4 a chi non avrebbe partecipato a quest'esperienza nella natura.

Siamo da poco arrivati in questa foresta, l'aria limpida che soffia tra le foglie degli alberi si posa su di me.

Credo che questo luogo sia un buon modo per staccare, anche se la vedo una cosa complicata essendoci anche Luca.

-Dobbiamo montare le tende, visto che siete pochi, cioè più o meno la metà. Ho già scritto su un foglio le coppie, le ho scelte completamente a caso, perciò non ribellatevi, altrimenti anche a voi un bel 4 non lo toglie nessuno!- esclama la donna.

Luca è poco distante da me, per qualche secondo incontro il suo sguardo e sento una fiamma accendersi dentro di me, una fiamma che mi porta in alto.

Distoglie lo sguardo, così mi riprendo dallo stato di trance in cui ero caduta e cerco di concentrarmi sulla docente, che ha iniziato a leggere le coppie che dovranno condividere la tenda.

-Marco ed Elisabetta- dice la donna.

-E infine, Luca ed Aurora- appena finisce la frase, schiudo la bocca sorpresa, non me l'aspettavo affatto.

Poso il mio sguardo sul mio ex e lo noto sospirare in maniera abbastanza nervosa, i suoi occhi sono spenti e tutto ciò mi fa sempre più male.

-Prof., mi scusi, ma io non voglio condividere la tenda con Rossi- ribatte schietto il moro.

Mi detesta proprio.

-Le tende sono giuste per il numero delle coppie. Preferisci il 4, partire di già con un'insufficienza e dormire sull'erba tra gli insetti? Non penso proprio- ribatte scocciata la donna, Luca sospira e stringe le mani in due pugni, arreso.

-Forza, mettetevi all'opera, prima finiamo, prima possiamo fare colazione!- esclama raggiante l'insegnante, battendo le mani contenta.

Incrocio lo sguardo del moro, è irritato, ma be', dopotutto come biasimarlo. Gli ho fatto del male, ultimamente ho ferito diverse persone, mi sento il niente più totale, mi sento come se non meritassi la felicità.

Io e Luca ci avviciniamo alla nostra tenda, ovvero l'unico rifugio in cui poter accamparci stanotte, mi abbasso, afferro il materiale, ma lui mi ferma subito.

-Ho una fame da lupi e se monti tu la tenda, non finiamo nemmeno per domattina. Lascia fare a me- sbotta acido avvicinandosi, fa per afferrare il materiale, ma appena le nostre mani si sfiorano rimane interdetto, quasi come se avesse avvertito chissà quale sensazione stupefacente.

Incontra i miei occhi lucidi a causa del miscuglio di emozioni che mi provoca e deglutisce, per poi scuotere leggermente la testa e prendere gli oggetti.

Inizia a lavorare in silenzio, io mi limito a guardarlo, mi perdo in Luca, sentendo il mio cuore quasi uscire dal petto.

Fortunatamente siamo un po' più distanti dagli altri, perciò possiamo parlare.

-Continuerai ad evitare ciò che proviamo l'uno per l'altro fino all'infinito?- incrocio le braccia al petto, con mia sorpresa lui non ribatte, ma continua a montare la tenda.

-Sto parlando con te!- esclamo irritata.

-Mi sembra di esser stato chiaro, non voglio più udire stronzate e tu continui, certo, sei testarda, ma devi sapere che io lo sono molto più di te e che non mi importa dei nostri sentimenti. Ho capito che non siamo fatti per stare insieme, un motivo ci sarà. Non era destino, punto. Adesso lasciami in pace, ti ho già detto  abbastanza- forza un sorriso, ma lo so che dentro di lui, ci sono ancora tutte quelle sensazioni che provo anche io.

Perché deve essere così orgoglioso? Ho sbagliato, l'ho ammesso diverse volte e so benissimo che a volte le parole non basterebbero per poter cancellare un evento, ma non so più veramente cosa inventarmi.

-Ti amo- dico d'un tratto, si ferma immediatamente, posa gli oggetti sull'erba, serra la mascella e si alza.

I suoi occhi incontrano i miei, so che dicevo di non volervo più vedere, né sentire, ma è più forte di me.

Ciò che mi lega a lui è molto più forte.

-Mi ami?- ridacchia nervoso tenendo lo sguardo fisso nel mio.

-Mi ami, ma davvero? Sicura di conoscere il significato dell'amore?- aggiunge, sul suo viso angelico è dipinto un sorrisetto falso.

-Ti prego, Luca. Smettila di fare l'orgoglioso e dimmi che hai bisogno di me, come io ho bisogno di te. Ho messo da parte tutto il mio orgoglio, ma tu non ne vuoi sapere. Ho capito i miei errori, ma adesso, più di farti capire che sono pentita, più di dire che ti amo, ti amo più di me stessa, che cosa dovrei fare?- apro le braccia, per poi tirarmi indietro i capelli.

-Non devi fare nulla, Rossi. Siamo pari. Sono andato a letto con ragazze diverse in quell'arco di tempo, quando tu sei tornata con James non ci ho capito più niente e mi sono sfogato andando a letto con altre- sentirmi sbattere questa verità in faccia mi fa un male cane, tanto da non farmi reggere quasi più in piedi.

Il mio mento inizia a tremare e i miei occhi si inumidiscono, minacciano di voler cacciare fuori le lacrime più amare del mondo, ma le ricaccio dentro: non posso e non voglio piangere davanti a lui, sono stanca, davvero stanca di farmi vedere così fragile dalle altre persone.

Io a modo mio sono forte, ok?

-Va bene, va bene. Sono una stupida. Cancella tutte le c-cose positive che ti ho detto- scuoto la testa cercando di respirare regolarmente, ma mi riesce così difficile quando si tratta di Luca...

In questo momento vorrei soltanto sparire, mi sento una fottuta stupida che ha creduto di nuovo in qualcosa di bello, ma anche di tanto impossibile.

Gli volto le spalle e sgattaiolo il più lontano possibile, recandomi dietro un'enorme quercia e intanto lascio sfogo alle mie lacrime.

Mi detesto.

ORMAI//CAPO PLAZA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora