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Ho freddo, la sera è calata, tutti gli altri sono intorno al falò, accanto al lago, io ho preferito di gran lunga spassarmela da sola qui accanto all'enorme quercia verde, seduta a pensare, tanto nessuno si sarà accorto della mia assenza, alla fin fine, a chi importa davvero di me?

I miei pensieri continuano a martellarmi in testa, in mezzo alla natura, senza aggeggi elettronici o altre stupidissime distrazioni, è molto più facile pensare, riflettere.

Sospiro, all'improvviso sento le foglie muoversi, un rumore strano da udire. Non sarà un serpente, vero? Qui sarà piano di bisce, sto temendo davvero il peggio.

Mi muovo con cautela, il rumore è sempre più vicino, scatto in piedi e avanzo leggermente, appena mi compare Luca davanti, tiro un sospiro di sollievo e ringrazio il Signore che non si tratti di qualche strano animale, ma semplicemente del mio ex.

Mi schiarisco la voce riprendendomi dallo stato di shock in cui ero caduta e incrocio le braccia al petto, assumendo un'espressione arrabbiata.

-Cosa vuoi, Luca?- sbotto acida.

Sospira e mi guarda dritto negli occhi, provocandomi brividi e scosse, ma cerco di evitare tutto questo, evitando il suo sguardo.

-È inutile che fingi di essere arrabbiata solo per farmi stare male. Ti sono semplicemente indifferente, Aurora. Posso starci anche male, ma dopo un po' reagisco con assoluta indifferenza, non mi fai più alcun effetto- scrolla le spalle così aggancio il suo sguardo spento, queste parole mi hanno fatto più male di quanto credessi, ma glielo nascondo, non glielo do a vedere, perché sono stanca di farmi mettere i piedi in testa

Ha ragione Nicolò, non siamo robot. Non siamo progettati di macchine potenti e super intelligenti, siamo essere umani, composti da ragione e sentimento, si può sbagliare durante il tragitto della propria vita, nessuno è perfetto, però ci sta il fatto che nonostante tutto, io mi sento ancora in colpa e non posso negarlo nemmeno a me stessa.

-Cosa vuoi? Vattene, voglio restare da sola- tiro su col naso, mentre lui continua a scrutarmi con le sue due pozze scure.

-La prof. si è accorta che non ci sei ed io ti ho parato il culo dicendo che sei venuta a recuperare la palla nell'erba- sbotta acido.

-Non dovevi pararmi proprio niente, so cavarmela benissimo da sola!- esclamo irritata.

-Va bene e cosa vorresti fare, allora? Tornare lì e dirle che sei scappata perché il tuo ex stronzo ti ha sbattuto in faccia un mucchio di cattiverie?- sta a guardarmi, le mie iridi si cristallizzano e deglutisco davanti al suo modo brusco di parlarmi; non lo riconosco quasi più.

Dove è finito il Luca che mi amava e che mi proteggeva nonostante tutto?

-Mi stai distruggendo- ammetto davanti alle sue parole tossiche per le mie orecchie.

È vero, mi sta distruggendo, posso mostrarmi forte quanto voglio ma è sul serio così.

-Ah sì? Pff, ok- infila le mani nelle tasche ed io indietreggio di un passo.

Lui avanza di poco e mi guarda, mi fa sentire in soggezione. Non sopporto sentirmi giudicata, lui con i suoi occhi così cupi sembra che mi giudichi.

-Quando hai distrutto tu me, non sembrava che a qualcuno importasse, no?- si gratta il mento con fare teatrale e il mio mento ritorna a tremare, vorrei scoppiare in un pianto isterico, ma mi contengo per orgoglio.

Mi sono esposta fin troppo, cosa che non faccio spesso con gli altri.

-Sono stufa di ripetere le stesse cose e sai che cosa c'è di bello, Luca?- domando indietreggiando.

-Sentiamo un'altra delle tue stronzate- sbuffa roteando gli occhi al cielo.

-Forse con te ho speso solo tempo inutile, tu non capisci niente!- esclamo, lui a primo impatto resta serio, ma in secondo momento scoppia in una risata fragorosa.

-Cazzo, adesso hai anche il coraggio di fare la vittima?... ma certo, cosa potevo mai aspettarmi da una come te? Da una che è quasi finita a letto con un mio amico più che fidato?- ridacchia in maniera nervosa e mi punta il dito contro.

-È stato un momento, un attimo, un fottutissimo errore, tu sei Santo? Tu non hai mai sbagliato? Non credo proprio- ribatto incazzata, a pieni polmoni.

-Certo, ma quando sì è trattato di te ho sempre cercato di fare la cosa giusta, perché pensavo fossi quella giusta- ribatte seccato, ma con tono più basso.

-Pensavo male!- esclama agganciando il mio sguardo e nel mio stomaco avverto immediatamente un vuoto enorme espandersi, mi si forma un groppo in gola che quasi mi toglie il respiro, mi sento quasi svenire, ma cerco di riacquistare tutte le mie forze.

-Anch'io pensavo male. Alla fine è nato tutto per una fottutissima scommessa, no?- nei miei occhi passa un lampo incredibile di rabbia pura e credo l'abbia notato, visto il cambio della sua espressione.

Abbassa la testa, ma lo stuzzico ancora.

-Cos'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Adesso non parli più? Lo vedi? Lo vedi come sei? Dannatamente stronzo e orgoglioso da non ammettere i tuoi sbagli!- mi tiro indietro i capelli con fare frustrato e aggancio poco dopo nuovamente i suoi occhi scuri e tenebrosi.

-Questa è storia vecchia. Vuoi soltanto aggrapparti agli specchi e se credi di farmi stare male con le stronzate e con le cattiverie che dici, puoi stare tranquilla, che non è affatto così!- ribatte.

-Avrei dato la mia vita per te, ma finalmente ho capito che la mia vita è molto più preziosa- aggiunge facendomi spezzare il cuore in infiniti pezzi, ancora, ancora e ancora.

Da quando tra noi due è finita sul serio, non fa altro che fare questo, non fa altro che farmi stare male.

D'accordo, con questo ho capito che la sua rabbia nei miei confronti non svanirà né ora, né mai.

Ho capito che Luca e Aurora non sono destinati a stare insieme, questo è un segno.

-Mi sono stancato di discutere con te del passato, sono stanco di te e di tutto ciò che ti riguarda. Torno di là e non starmi tra i piedi- mi addita guardandomi un'ultima volta, successivamente si allontana a passo svelto.

ORMAI//CAPO PLAZA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora