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-Mamma, hai sentito che cos'ho detto?- mi ribello con tono di voce alto.

-Tesoro, certo. Sono venuta qui per restare al tuo fianco- sorride cordialmente, fa per abbracciarmi, ma mi sposto e incrocio le braccia al petto, per poi girare il volto.

-Aurora, come puoi respingere tua madre? Sei mia figlia!- esclama, i miei occhi si illuminano e quasi mi viene da piangere, ma per il nervoso, non per altro.

-Ah, adesso ricordi di avere una figlia? Solo ora? Cosa ne era di me quando sei partita, quando ti sei trasferita a Londra col tuo nuovo compagno del cazzo, eh?- sbotto acida contro di lei.

-Mi hai lasciata qui da solo con quella sottospecie di uomo, se può essere definito tale e con la sua stupida nuova compagna, che ha un figlio, un figlio molto stronzo- ringhio acida, ricordando i torti che mi ha fatto Luca.

Stringo le mani in due pugni lungo i fianchi e cerco di respirare regolarmente, ma ottengo il perfetto risultato opposto.

-Ah, non vai d'accordo con lui?- mi domanda con tono pacata e quasi la fulmino con lo sguardo.

-Non sai un cazzo e non devi sapere un cazzo, quindi adesso è inutile che fai la parte della madre amica, che non ti riesce affatto. Tornatene a Londra dal tuo nuovo compagno e non rompermi le palle!- esclama indignata, la mando a fanculo con un gesto della mano, faccio per entrare dentro casa, ma la sua voce mi blocca.

-Ci siamo lasciati- confessa, schiudo leggermente la bocca con fare ironico e mi volto verso di lei, incrocio il suo sguardo e faccio una risatina ironica.

-Ah, quindi adesso sei tornata a Salerno perché non avevi un posto dove andare? Che c'è, il tuo nuovo "maritino" ti ha mollata?- le chiedo con tono ironico e noto che si rattrista, i suoi occhi verdi diventano luvidi.

Mia madre è sempre stata una donna amante del suo aspetto e pure ora, in questo momento, è perfetta.

Gli occhi verdi sono truccati con un filo di matita, rimel ed un ombretto chiaro color pesca. I capelli sono perfettamente arricciati solo alle punte e indossa dei pantaloni bianco panna, una canottiera verde di seta e ha la giacca del medesimo colore dei pantaloni.

-In verità l'ho mollato io...- dice.

-Mi ha tradita con un'altra donna, non ci ho visto più, poco dopo ho scoperto che tuo padre è finito in carcere, ma non ho ben capito il motivo. Mi ha chiamato sua sorella e me l'ha detto- espone guardandomi negli occhi e sul mio volto si dipinge un finto sorrisetto.

-Nemmeno ti sei scomdata a chiedere, eh. Ma certo, non ti è mai importato nulla di me e vedi di trovarti un appartamento, che non ti farò entrare in questa casa, non voglio essere usata, è chiaro?- sbotto acida.

-Ma amore...- fa per afferrarmi il braccio, ma la interrompo.

-Amore un cazzo, mamma. Anzi, Gloria- puntualizzo.

-Perché mi tratti male?- domanda, per poco non le scoppio a ridere in faccia.

-Tratto di conseguenza, tu non te ne sei importata di me, sei partita per Londra e adesso puoi pure ritornarci, di certo non ho bisogno delle tue stupide carezze da leccaculo, non pensare di entrare in questa cazzo di casa, perché avresti dovuto esserci qui da sempre, ma te ne sei andata, cazzo, senza nemmeno pensare a ciò che avrei voluto io. Mi hai abbandonata con quel pazzo e dopo del mio ritorno dal viaggio scolastico, ha iniziato ad essere molto aggressivo, mi picchiava come un matto, mi ha persino sparata e sono andata a finire in coma per colpa sua, quell'uomo è matto, cazzo e tu mi hai lasciata con lui! Ero arrivata persino a tagliarmi...- inizio a piangere come una bambina piccola e quasi cado sulle ginocchia, ma mi mantengo in piedi, perché non posso dare a nessuno la soddisfazione di vedermi cadere. 

-Non ne sapevo niente, amore. Con me è sempre stato un uomo molto dolce, non mi ero mai accorta che avesse problemi mentali, altrimenti ti avrei portata con me a Londra- cerca di giustificare, ma scuoto la testa, sono irritata.

Tiro su col naso tra un singhiozzo e l'altro e cerco di calmarmi, ma ottengo solo scarsi risultati.

-Certo, come no, non te ne è mai fregato nulla di me, non dire stronzate, per favore. Adesso sparisci, vattene mamma, vattene, cazzo!- urlo piangendo come una disperata.

-Piccola mia, non fare così. Ho fatto degli errori nella vita a cui adesso voglio rimediare- dice con espressione dolce, ma non cedo.

-No, tu vuoi solo usarmi, altrimenti non sapresti dove andare e no, non farò la tua schiavetta del cazzo. Ti avviso, donna, se ti si può definire tale, tornate a Londra e trovati un appartamento, che io in questa casa non ti faccio mettere piede- la addito, le mie guance sono bagnate dalle lacrime e sento un enorme peso sullo stomaco, che mi oprrime come se fosse un mattone.

Faccio per entrare dentro, ma un rumore di macchina mi blocca, così mi giro e appena mi rendo conto che si tratta di Luca, mi si gela il sangue nelle vene.

Gli errori verranno corretti.

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