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Aurora's pov

Che giorno è? Che ore sono?

Sono in questo benedetto letto da... Quanto tempo? Sei giorni? Due settimane? O forse qualcosa di più?

Non lo so, non so niente.

Il mio corpo richiede acqua, solo acqua e nient'altro.

Ho provato a mettere qualcosa sotto i denti, ma sono subito scappata in bagno a vomitare.

Se mia madre entra nella camera le urlo addosso; prima ha provato a far sbocciare una conversazione civile, ma gliene ho dette di tutti i colori e la cosa che più non capisco, è che io non senta dolore, né compassione. Non sento nulla, a parte la mancanza di Nicolò.

Credo di aver perso all'incirca sette chili, il mio corpo perde peso  momento dopo momento.

Mia madre ha provato a portarmi da uno psicologo, ma ho scalciato, ho fatto capricci, perché non ne voglio sapere un cazzo di andare da un benedetto psicologo per raccontare fatti miei.

L'ha portato qui, ma io comunque non ho aperto bocca.

Qualcuno bussa, non sono affatto pronta per un'altra guerra con mia madre, ma mi sa che mi tocca.

Senza che io dica niente, la porta si apre, rivelandola in uno stato pietoso.

Non si prepara più come qualche giorno fa, ha il viso del tutto struccato e stravolto, indossa una semplice tuta e ha i capelli in subbuglio.

Ha persino le occhiaie e decisamente non è da lei. Quindi ciò significa che forse un po' a me ci tiene?

Sposto lo sguardo su di lei e la guardo male, lei deglutisce e avanza.

-Aurora...- si siede sul bordo del letto, allunga la mano, fa per toccarmi il viso, ma mi volto dall'altra parte.

Ora come ora non voglio parlare con nessuno. Voglio stare sola, in questo buio che ormai è la mia nuova dimora, a fissare un punto fisso immersa nel silenzio.

-Lo so che ho sbagliato ma non puoi farmi sentire il colpa per tutta la vita. Non sono perfetta, ma tu sei mia figlia e sono stufa di vederti così. Lo sai che se non ti liberi di questo mostro ti massacrerà?- mi chiede, così stringo le lenzuola tra le mani e stringo i denti.

-Vattene cazzo, vattene- sibilo.

Lei mi guarda e delle lacrime scivolano sulle sue gote.

-Aurora...- singhiozza.

-Vattene, ti ho detto. Devi toglierti dalle palle, non farmelo ripetere due volte!- urlo stringendo ancor di più le lenzuola.

Luca entra nella camera, così schiudo la bocca e il mio cuore inizia a bettere velocissimo, mentre la mia espressione si rilassa.

-Che ci fai tu qui?- gli chiedo del tutto spiazzata.

Guarda mia madre, poi mia madre guarda me e forza un sorrisetto.

-È-è venuto a trovarti questo ragazzo, mi ha detto che...- la interrompo e la mia espressione cambia di nuovo. 

-Andate via, non voglio vedere nessuno- sbotto acida.

Sposto lo sguardo, mia madre si alza e mi lascia da sola con Luca. Me ne sono accorta perché sento il suo profumo aleggiare ancora in aria.

-Vai via- ringhio.

-Guardami- dice, ma non gli do retta.

Lo guardo con la punta dell'occhio, poi lo sento sospirare.

-Ce l'hai con me, lo so e si vede. Adesso stai male, proprio come me. Sono stato dentro per qualche giorno e non ho fatto altro che pensare te, Aurora. D-devi credermi- borbotta, così chiudo gli occhi e delle lacrime mi bagnano il viso.

-So che adesso stai male per la perdita di Nicolò, ci sto male anch'io. Nonostante le nostre divergenze per me era come un fratello e anche se forse non traspare del tutto, dentro mi sento morire. È morto ingiustamente, non volevo...- tira su col naso, lo guardo e incrocio i suoi occhi per la prima volta dopo un po' di tempo.

Sono lucidi, ma io adesso non provo più emozioni. È più forte di me.

-Non volevo ammazzarlo, è stato un incidente e per questo non mi do pace, cazzo. Non mi riesco a dare pace...- lo interrompo spalancando gli occhi e la bocca, stringo le lenzuola tra le mani per l'ennesima volta e le lacrime si danno alla pazza gioia.

-Che cosa cazzo hai fatto?- urlo.

Lui assume un'espressione perplessa, poi sembra capire tutta la situazione e deglutisce.

-C-che? T-tu non lo sapevi?- mi domanda entrando nel panico e deglutisce ancora una volta.

-Eri tu quindi lo stronzo della macchina? Ma come hai potuto, eh? Come cazzo hai potuto?- urlo.

Le lacrime scivolano rapide come fulmini e all'improvviso mi sento il mondo crollare addosso.

-Ho sbandato... È stato u-uno sbaglio- tenta di giustificarsi, salto giù dal letto e gli do uno schiaffo in pieno volto.

-Uno sbaglio? Lo chiami "sbaglio"? Hai pure il coraggio di parlare? Di sparare ancora altre stronzate?- gli lancio un cuscino in faccia, lui si alza e fa un passo avanti.

Mi tiene ferma, ma io mi ribello, vorrei liberarmi dalle sue sporche grinfie per poter dargli tutti gli schiaffi che si merita, questo bruttissimo bastardo.

Urlo il suo nome ripetute volte, ma non si decide a mollarmi.

-Lasciami, lasciami andare!- urlo come una disperata, comincio a tossire e perdo le poche forze che avevo. 

Cado sul letto, lui si stende tenendomi per i fianchi, mi volta verso di lui e lo guardo.

-Stronzo, vattene- dico in un lamento orrendo.

-Non era mia intenzione, credimi. Stavo rispondendo a quello stronzo di Ciro perché mi stava provocando, parlava di te, poi ho sbandato con l'auto perché Nicolò aveva i fari accesi, ho perso il controllo della macchina e gli sono andato addosso, non era mia intenzione. Poi mi hanno incastrato, facendo capire alla polizia che sono stato io a commettere il tuo tentato omicidio, sono stato dietro le sbarre, sono stato male, sembravo un psicopatico e non ho smesso di pensarti nemmeno per un attimo. Io ti amo, amore mio, ti amo, sei tutta la mia vita, mi devi credere, Aurora- mi accarezza il volto mentre le lacrime continuano a scivolare giù. 

-Quella scommessa...- tira su col naso, mentre io continuo a piangere silenziosamente.

-Quella scommessa, Aurora, mi ha portato a te e non poteva succedermi cosa migliore nella vita. Tu sei stata la mia salvezza, mi hai fatto innamorare, sei la cosa più bella che ho e quella cazzo di scommessa la rifarei altre trecento volte, rifarei tutto da capo infinite volte perché di te non mi stancherei mai, non mi stancherò mai, perché ormai ti amo, il mio cervello è andato, hai rubato la mia mente e il mio cuore, non so come tu abbia fatto e sì, mi sento una merda per Nicolò e credimi, non riesco a darmi pace dalla notte dell'evento. Perdonami, Aurora, perdonami. Ti amo- mi dice e le lacrime per un momento si fermano e sotto le carezze di Luca, chiudo gli occhi. 

ORMAI//CAPO PLAZA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora