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Luca's pov

-Dove sono?- si chiede guardandosi intorno.

Ho la bocca spalancata, le orecchie mi fischiano e i miei occhi si sono riempiti di lacrime.

Non riesco a parlare, non riesco a fare, a dire o a pensare nulla. Nulla che non sia lei. Nulla che non riguardi lei.

Con gli occhi ispeziona la stanza, poi finalmente, dopo minuti sembrati secoli, mi guarda negli occhi.

Non riesco a decifrare la sua espressione, non sorride, ma non è nemmeno arrabbiata. Mi guarda e basta, senza dire una parola.

-Vattene- borbotta e il mio cuore si frantuma in due pezzi.

Il mio entusiasmo si spegne e non appena mi avvicino, lei fa uno sforzo per allontanarsi e comincia a tossire.

Cerco di tranquillizzarla, ma inizia a dimenarsi, inizia ad urlare quando le accarezzo i capelli, così i dottori entrano frettolosamente nella stanza e si buttano completamente su di me, allontanandomi dell'unico vero amore della mia vita.

-Non le ho fatto nulla, la stavo solo calmando- dico mentre una donna bionda mi accompagna alla porta con forza.

-Lasciami, devo parlarle. È la mia ragazza, per favore- supplico la donna.

-Non sembri tanto gradito da lei, ragazzino. Perciò ritorna dove eri e non entrare mai più qui dentro. Lo sai che la signorina Rossi è molto debole? È appena uscita da un coma e dei traumi non farebbero altro che aumentare il suo malumore- borbotta la donna ma io sono troppo concentrato a guardare Aurora distesa in quel maledettissimo letto.

I due dottori cercano di calmarla, ma lei è scoppiato in un mare di lacrime e se tutto ciò è a causa mia, non so come potrei reagire.

-Per favore, io la amo con tutto me stesso. È... Lei è la mia unica forza, la mia unica arma vincente, mi ha accolto pure se sono pieno di difetti, anche se sono una testa di cazzo e mi ha avvicinato alla salvezza- spiego frettolosamente.

La donna alterna lo sguardo tra me e la ragazza bionda distesa nel letto di cui sono tanto innamorato.

-Per favore, desidero parlarle solo due minuti. Dopo me ne andrò via, non mi vedrete più, nessuno di voi dottori- supplico la donna con lo sguardo, ho gli occhi lucidi e non ci credo che sto quasi per piangere davanti a tutti, così, su due piedi.

La donna alterna nuovamente lo sguardo tra me e Aurora, alla fine sospira e mi lascio il braccio, così rilasso i muscoli del viso e ritorno accanto al letto.

-Aurora, lui vuole parlarti due minuti. Per favore, ascoltalo, così dopo andrà via, d'accordo?- chiede la dottoressa alla ragazza che amo, ma lei incrocia le braccia al petto e gira la faccia dall'altro lato, tirando su col naso.

Ho la testa che mi gira, ancora non realizzo tutto questo. Sta succedendo tutto troppo in fretta.

-Amore...- le tocco la gamba e la tira via, facendomi capire che mi sta rifiutando ancora una volta.

I due dottori guardano la donna dietro di me, si lanciano uno sguardo di intesa e dopo di che sgusciano fuori dalla stanza, lasciando però la porta appannata.

Mi siedo accanto a lei, che ha ancora il viso girato dall'altro lato.

Tira su col naso ancora una volta, le posiziono una mano sulla coscia, che sposta via immediatamente.

Punta i suoi occhi verdi su di me e mi sento gelare il sangue nelle vene, quando dal suo sguardo infuocato traspare odio.

-Non volevo farti soffrire, mi devi credere. Non volevo farti stare male e adesso vederti qui, in questo stato, mi fa solo tanto male!- esclamo.

-Dovevi pensarci prima- sbotta fredda.

-Adesso mi hai visto, abbiamo parlato, puoi andartene- dice con indifferenza.

-No, Aurora. Mi sono rotto le palle anch'io di stare male. Ti capisco, te ne ho combinate abbastanza in tutto questo tempo, ma devi credermi, non ho mai e dico mai, dubitato di ciò che ci unisce, di ciò che provo per te. Ti amo, piccola. Ti amo proprio tanto e non posso lasciarti andare in questo modo, non posso perderti. Tu sei...- alza una mano in aria e mi blocca.

-Questo era il passato, Luca. Adesso è finita, è finito tutto, non c'è più l'Aurora di una volta. Non sto più ai tuoi giochetti, mi dispiace per te. Scommetto che non avrai perso l'occasione di scoparti qualcuna mentre io ero in coma...- borbotta e deglutisco perché ha perfettamente ragione, ma ero sotto l'effetto dell'erba ed ho immaginato lei per tutto il tempo.

-Io voglio te, non voglio nessun'altra. Sei tu il mio amore, la mia unica forza. Ti amo, piccola e questo non cambierà mai- bisbiglio avvicinandomi.

-Ti prego...- sussurro afferrandole le mani.

Sono piccole e fredde, lei le ritrae subito, così la guardo mortificato.

-Aurora, ti scongiuro...- mi blocca nuovamente.

-No, Luca. Scongiuro io a te di andartene, voglio restare sola, non ti voglio più vedere. Vattene in Brasile, lì troverai la tua famiglia felice, troverai Jo e tuo figlio. Vai, dai. Nessuno ti trattiene, perché ormai tu, per me, non vali più assolutamente un emerito cazzo- sbotta fredda, colpendomi del tutto.

Avrebbe fatto meno male uno schiaffo.

Il dolore mi sta divorando, i miei occhi diventano cupi, mi alzo e stringo i pugni lungo i fianchi.

-Vaffanculo!- esclamo ringhiando.

Gli errori verranno corretti.

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