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-L'erba è mia!- replico al commissario, che stende a crederci.

Sfortuna vuole che un vecchio amico di famiglia si trovi a fare il commissario in questa situazione, quindi mi conosce e gli ho detto diverse volte che non mi piace la cannabis.

-Non insistere, Aurora. Quell'erba non è tua, non ci penso neanche lontamente che possa essere tua- ribatte l'uomo con aria seccata, così stringo le mani in due pugni, invece Luca resta immobile a fissare i due poliziotti, mentre James ogni tanto sbotta qualcosa sottovoce di, a quanto pare, molto acido nei confronti del moro.

-Perché? Perché non può essere roba mia? Gli ho semplicemente chiesto di mantenermela, punto. Ho iniziato a farmi per fatti miei- insisto, Mauro, ovvero il commissario, si posiziona meglio gli occhiali sul naso e un attimo dopo si accarezza la testa scoperta, non avendo capelli.

Poco dopo ridacchia, come per prendermi in giro.

-Perché ti ostini a coprire un tossico, tesoro? Eppure tuo padre è un uomo così fine- espone spontaneamente.

Immediatamente un nodo si fa spazio nella mia gola e serro la mascella, invece i miei occhi diventano lucidi.

-Molto fine, come no!- sbotta Luca.

Mauro avverte l'aria tesa, decide di passarci sopra e sospira.

-Allora, D'Orso. Non è la tua prima visita qui in commissariato e so benissimo che quell'erba è tua, perciò dimmi: il litigio tra te e Leonardi è dovuto a questa cannabis trovata nel tuo calzino o ad altro?- indaga l'uomo, così sospiro stufa di tutta questa situazione più che stressante.

-Ad altro, cazzi miei, cazzi nostri. Ditemi se devo scontare qualche pena, senza troppi giri di parole che ho già troppi pensieri in testa, mi irritano queste attese- sputa acido il mio ex.

-No, Mauro. Dovete punire me, lui mi sta soltanto coprendo e il tutto sta riuscendo al 100% perché sembro una brava ragazza e...- vengo interrotta dal moro, che guardo speranzosa del fatto che mi regga il gioco.

-Sta sparando solo una marea di cazzate, oltretutto non è la mia ragazza e sì, quell'erba è di mio possesso, assicurato, e per quanto riguarda il litigio tra me e Leonardi,  avvenuto per fatti esterni, fatti nostri, va bene? Volete sapere altro o vi decidete a dire cosa devo fare!?- Luca sta perdendo la pazienza, lo noto dal modo in cui stringe le mani, le sue nocche diventano bianche; mi mordo il labbro e gli tocco il braccio, per qualche secondo incontra i miei occhi, subito dopo mi scosta.

Rimango fredda, ma non ribatto.

Sono seduta tra entrambi, mi sento davvero tra le fiamme, mi sento bruciare tra due fuochi molto potenti.

Guardo gli occhi piccoli e grigi di Mauro, i miei sono lucidi, sto cercando di fargli capire che non deve prendere alcun provvedimento.

Dopo alcuni sguardi scambiati, sospira, si toglie gli occhiali e guarda prima James, che è rimasto zitto dall'ultimo insulto mandato sottovoce al moro, adesso il biondino assume un'espressione quasi scocciata e guarda male un attimo dopo Luca.

Mauro posiziona il suo sguardo sul moro e sospira ancora una volta.

-D'Orso, voglio chiudere un occhio per l'ultima volta, giusto perché oggi voglio essere buono e non voglio fare il guastafeste, d'accordo? Ti do fiducia per l'ultima volta, facciamo che io non ti abbia visto, ok?- borbotta Mauro, lo ringrazio mentalmente.

Luca serra la mascella e scatta in piedi, non sembra per niente sollevato.

-No, voglio assumermi le mie responsabilità. Non voglio passare per raccomandato solo perché una tizia a caso mi para il culo- sbotta lui arrabbiato, indicandomi.

Sul serio dopo tutto ciò che abbiamo passato insieme mi considera come una tizia a caso?

I miei occhi si illuminano e abbasso lo sguardo.

-Giovanotto, sentiti fortunato. Adesso esci, prima che io cambi idea, ti conviene, figliolo!- esclama Mauro, sento il mio ex sbottare sottovoce e subito dopo abbandona la stanza, sbattendo la porta.

Gli sbirri si guardano spaesati,  incontro gli occhi grigi e saggi del commissario che annuisce cordialmente, facendomi capire che devo seguirlo.

Secondo me ha inteso tutta la storia contorta fin dall'inizio; gli sorrido velocemente e mi reco fuori dalla stanza, chiudendo piano la porta.

Vedo Luca in lontananza, è appena sgusciato fuori dalla porta infilandosi il cappuccio in testa, così sgattaiolo dietro di lui chiamando il suo nome, ma non si volta.

Aumenta soltanto di più il passo, nonostante l'affanno continuo a corrergli dietro, mi sono scocciata di tutto questo, fanculo l'orgoglio, ho bisogno che capisca che per me è una colonna portante, che per la mia vita è sul serio fondamentale.

-Luca, fermati. Ti prego!- esclamo finalmente afferrandogli il polso.

Prima di voltarsi sospira arrabbiato, dopo di che mi guarda negli occhi, i suoi sono rossi e rimango sconvolta dalle lacrime che gli rigano le gote pallide.

-Cosa cazzo vuoi, ancora? Aurora smettila, te lo sto chiedendo per favore, non starmi più tra i piedi e smettila di difendermi inutilmente, tanto non torneremo più, come d-devo fartelo capire?- balbetta, sembra impanicato, non l'ho mai visto in questo stato.

Mi rabbuio all'istante e afferro il suo volto tra le mani, faccio per annientare la distanza, ma lui si ritira indietro con disprezzo, così deglutisco.

Molla la presa e si allontana.

-Queste lacrime sono per la rabbia, cazzo. Sono furioso, perché nonostante il male che mi hai procurato, continuo ad amarti! Avrei preferito stare dietro le sbarre per un po', piuttosto che vederti e provare odio nei tuoi confronti- tira su col naso tenendo le sue iridi spente e vuote puntate nei miei occhi fin troppo cristallizzati.

Avverto l'amaro in bocca, il cuore a pezzi e quasi mi manca il respiro per il troppo dispiacere.

Sto male, troppo male, ma alla fine me la sono cercata, che cosa volevo pretendere?

Mi tiro indietro i capelli e inizio a piangere, a singhiozzare, lui si asciuga le lacrime e assume un'espressione arrabbiata.

-Ti amo, Luca. Io t-ti amo, ti prego, t-ti scongiuro...- lo afferro per la felpa, ma lui indietreggia amareggiato.

-Non dire stronzate, ti prego io stavolta, Aurora. Evita, per favore!- esclama più bruscamente che mai, dopo di che la sua espressione si muta in un'espressione da cucciolo smarrito, bastonato.

-N-non sono stronzate, non so più come fartelo capire. Ho sbagliato, cazzo, ho sbagliato e lo so. Sono ritornata con James che ti ha fatto soffrire, ho baciato uno dei tuoi amici più stretti, ma credimi, ho avuto sempre e solo te nella testa, in ogni minimo istante, io desidero te, solo te, nessun'altro che te, Luca. Nel mio futuro leggo solamente "Luca D'Orso", non riesco a vedere altro! Io senza te non sono nulla, io senza te, mi sento impazzire. Non ce la faccio più, amore. Mi manchi- mi avvicino a lui alzandomi sulle punte, afferro il suo viso tra le mani, serra nuovamente la mascella e mi spinge via, non con molta potenza.

-Dovevi capirlo prima, ormai è troppo tardi- dice, prima di abbandonarmi qui, da sola, insieme a tutto il mio dolore.

Spazio autrice
Ei ragazze, ho avuto un'idea carina.
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Grazie di tutto in anticipo! :)
Vi voglio bene e spero che vi stia piacendo la storia.

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