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Giorno indefinito
Ore 7:30
Quando Cinque si svegliò, la sorella non era accanto a lui.
Era passata una settimana dal bacio, e oramai si era abituato a svegliarsi presto per vederla dormire.
Leggermente insospettito, si alzò lentamente dal freddo materasso e si incamminò verso la piccola stanza, decorata solo con due sedie e un fuocherello, che i due avevano adibito a cucina.
<Otto, sei qui? Jason? Ragazzi, ci siete? Ehi!> Il ragazzo iniziò a preoccuparsi, non vedendo i due da nessuna parte.
A un certo punto, si sentì tappare gli occhi.
<Non ti muovere> una voce che lui non riconosceva gli parlò.
Nel buio il moro sentì lo sconosciuto muoversi e, di conseguenza, iniziò anche lui a camminare, come un cieco ha bisogno del suo cane guida.
Poi, la persona si fermò.
Sussurrò <siamo arrivati> e tolse le mani dagli occhi di Cinque.
La prima cosa che il ragazzo vide fu Otto con un cartello di legno in mano, su cui era incisa la scritta "Tanti auguri a noi".
Poi si girò, e vide che la misteriosa voce proveniva da un sorridente Jason.
Inizialmente il fratello non capì il perché di quel cartello, poi, ragionando, si ricordò che quel giorni era l'uno di ottobre, il suo compleanno, suo e dei suoi fratelli e sorelle.
19 anni.
Non appena ebbe realizzato la data di quel giorno importante si fiondò ad abbracciare la sorella.
<Auguri> le disse.
<Auguri> rispose lei, sorridendo.
<Mi dispiace di non avere un regalo per te> si scusò la ragazza, staccandosi dall'abbraccio.
<Non serve, sei tu il mio regalo> rispose il ragazzo, guardandola negli occhi.
<Mamma mia, se il giorno del tuo compleanno serve a renderti così dolce, dovrebbe essere il primo ottobre più spesso> la castana concluse con una leggera risata.
<Hai mai pensato a cosa sarebbe successo se tu non fossi stata tra quegli otto neonati che nostro padre riuscì ad adottare?> chiese Cinque guardandola negli occhi.
<Non lo so, e sinceramente non me ne frega un cazzo. Ora io sono qui, e anche tu, evidentemente il destino ha voluto che io fossi tra quegli otto neonati. Probabilmente il destino voleva che io e te ci incontrassimo> rispose lei, osservando un punto fisso dietro alla spalla sinistra del fratello.
<Credi che il destino sia l'autore di tutto ciò che facciamo? Perché se fosse così sarebbe un'ottima scusa per baciarti> replicò Cinque, per poi baciare le labbra morbide di Otto <non è colpa mia, è stato il destino a volerlo> sussurrò sulle sue labbra.

Spazio autrice:
Ero molto ispirata hihihi
~Marty

I Love You|| Eight Hargreeves×Five Hargreeves Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora