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13/10
Ore 9:00
Ed eccoli di nuovo lì, di fronte dall'enorme fabbrica, questa volta in compagnia di Klaus.
<Ok, quindi, ricapitolando, tutto ciò che devo fare è entrare lì dentro e fingere di essere il vostro caro paparino?> disse Klaus ai due.
<Sì, una cosa del genere> risposero in coro, senza la minima intenzione di dilungare ancora per molto la conversazione.
<Ok, e qual è la storia di copertura?> chiese il maggiore.
<Cosa?> chiese Otto, non capendo.
<Sì, insomma, vi ho fatti molto giovane, tipo sedicenne, un adolescente incauto...> iniziò a raccontare con gesti teatrali.
<Sì, ok> rispose Cinque, annoiato e parecchio disinteressato.
<Vostra madre, quella puttana...> continuò Klaus <chiunque fosse l'ho conosciuta... A una festa, sì> ridacchiò <Ricordatevelo. Ah, il sesso era fantastico> si dilungò sull'ultima parola.
<Che fastidiosa visione di quella cosa che tu chiami cervello> disse Cinque, Incamminandosi verso la fabbrica.
<Hei, non costringermi a metterti in punizione signorino. Otto, non imitate tuo fratello, o dovrò mettere in punizione anche te> Klaus puntò il dito verso la ragazza, che rispose alzando gli occhi al cielo e seguendo il fratello.
Dentro l'enorme palazzo, il trio si diresse verso l'ufficio del direttore, che si rivelò essere l'uomo precedentemente minacciato dai due tredicenni.
<Come ho già detto prima ai suoi figli, qualsiasi informazione riguardo i nostri pazienti è strettamente confidenziale> disse il signore, seduto alla sua scrivania <senza il consenso del paziente non posso dirvi nulla>
<Noi non possiamo avere il consenso, lo sa vero?> disse Cinque <Perché lei non ci ha fornito nessun nome> continuò Otto, appoggiandosi con le mani alla scrivania.
<Non è un mio problema, mi dispiace, non posso più fare nulla per voi> disse l'uomo.
<E cosa ne dice del mio consenso?> chiese calmo Klaus, lasciando interdetto il direttore.
<Chi le ha dato il permesso di mettere le mani suoi miei figli?> continuò, con un tono triste. I due lo guardarono straniti.
<Come?> chiese stupito il signore brizzolato <Io non ho toccato i suoi figli!>
<Oh, davvero?> Klaus si alzò in piedi <e allora come si sono fatti quelle labbra gonfie?>
<Ma, a me non sembra che abbiano le-> lui non riuscì a finire la frase, che il ventenne diede un pugno per uno a Otto e Cinque, facendoli rimanere sbalorditi e un po' insanguinati.
<Stai bene?> sussurrò Cinque a Otto.
<Sì> rispose lei, prendendo fiato.
<Ora mi dia quel nome, per favore> chiese Klaus, sotto lo sguardo dei suoi "figli".
<Lei è pazzo> disse spaventato l'uomo dal camice bianco.
Il ragazzo rise <non ne ha idea>.
Prese in mano la palla di vetro posata sulla scrivania e se la ruppe in fronte, imprecando per il dolore.
<Chiamo la sicurezza> l'uomo alzò la cornetta del telefono, ma Klaus gliela tolse di mano.
<C'è stata un aggressione nell'ufficio del signor Big, abbiamo bisogno della sicurezza> urlò il ragazzo al telefono, per poi rimetterlo cautamente sulla scrivania in vetro.
<Ecco che cosa succederà Grant, ora arriveranno due guardie della sicurezza, vedranno un sacco di sangue e chiederanno "che è successo?" e noi gli diremo che tu... Ci hai massacrati di botte!> finse di piangere.
Sospirò, ricomponendosi <Starai bene in prigione, fidati, ci sono stato. Un pollastrello come te... O mio dio, faranno a turno per poterti...> lasciò la frase a metà <Tu andrai alla grande!> esclamò.
<Gesù, sei proprio un pazzo bastardo> disse il signor Big, osservandolo incredulo.
<Grazie> rispose lui.
Otto e Cinque sorrisero soddisfatti.
Pochi secondi dopo, Grant tirò fuori da un cassetto una busta marrone chiaro, contenete alcuni fogli.
<Strano> disse.
<Cosa?> chiesero un coro i due tredicenni.
<L'occhio non è ancora stato acquistato da nessuno. Anzi, il registro dice che l'occhio con questo numero di serie... Non è ancora stato fabbricato> l'uomo era incredulo <dove avete preso quell'occhio?>
I due scossero la testa, e pensarono "oh no, questo non va bene".
<Io però sono stato abbastanza bravo. "Che ne dici del MIO consenso, stronzo!" ahah> disse Klaus, fuori dall'edificio.
<Klaus, non è servito a niente!> urlò Cinque.
<Cosa? Cos'ha quest occhio di così importante?> chiese lui.
<C'è qualcuno che nei prossimi sette giorni perderà l'occhio, sarà lui la causa della fine del pianeta Terra così come lo conosciamo> sbraitò Otto.
<Sì, posso avere quei 20 dollari tipo adesso, o cosa?> chiese Klaus.
<I tuoi venti dollari?> chiesero i due.
<Sì, I miei venti dollari> rispose lui.
<Sul serio Klaus? Il mondo sta per finire e tu pensi soltanto a farti?> la castana si avvicinò al fratello "maggiore".
<Beh, sono anche abbastanza affamato, il pancino brontola> sorrise il ragazzo.
<Sei inutile> lo guardò Cinque, allontanandosi assieme alla sorella, che continuò <siete tutti inutili>.
<Oh, andiamo. Avete bisogno di un po' di vita, vecchietti>. I due si sedettero sui gradini della scala che portava all'entrata dell'edificio.
<Ora ho capito perché siete così stressati, tutti quegli anni da soli devono avervi sconvolti> continuò Klaus.
<Beh, non eravamo da soli> disse Cinque dopo un attimo di silenzio, a cui seguì un altro silenzio, questa volta più imbarazzante.
Otto abbassò la testa, con un espressione triste in volto, un espressione che diceva "ti prego, non farmi ricordare quei momenti. Non farmi ricordare alle notti che ho passato negli incubi senza potermi aggrappare alla tua presenza, non farmi ricordare le mie orecchie succubi dei tuoi pianti, consapevoli di non poter venire ad abbracciarti per consolarti. Fammi piuttosto ricordare quanto eravamo felici insieme, quanto eravamo finalmente liberi di poter esprimere i nostri sentimenti. Ti prego Cinque, fammi ricordare quanto ci amavamo"

Spazio autrice:
Ok, mi sono commossa mentre scrivevo l'ultima parte :)(
Comunque è un capitolo molto lungo perché sono stata assente ye
~Marty

I Love You|| Eight Hargreeves×Five Hargreeves Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora