"Perché anche una scheggia di distanza tra noi è esasperante."-Veronica Roth
•CLARY
Stacco le mie labbra dalle sue. «Dovremo andare», mormoro.
«Abbiamo ancora un po' di tempo», borbotta, riprendendo a baciarmi.
Mi allontano di nuovo. «La campanella è già suonata», insisto.
«Perfetto, siamo già in ritardo. Cosa vuoi che cambi un minuto in più?», replica.
Sbuffo, riprendendo a baciarlo. In effetti ha ragione.
«Solo un minuto», concedo.
Annuisce sulle mie labbra sorridendo. «Anche due.»
Non cambierà mai.
Ormai questa sta diventando una routine. Ogni giorno, da una settimana a questa parte, ci vediamo qui, in questo stanzino. È l'unico posto dove nessuno ci può vedere e dove restiamo lontani da occhi indiscreti.
Sentiamo bussare alla porta e ci stacchiamo di colpo.
«Clary, forza, dobbiamo andare a lezione. Anche tu, Jace, prima che il prof si arrabbi», ci richiama Izzy.
Sbuffo appoggiando la fronte sul petto di Jace.
«Perché deve sempre scoprire tutto, anche dove ci nascondiamo?», borbotto.
Il petto di Jace vibra per la sua risata. «Forza, non facciamola arrabbiare.»
«Ma non eri tu quello che voleva restare qui?», mi lamento.
«Mai contraddire Isabelle», esclama.
«Ben detto!», replica la mora.
Sospiro, mentre Jace apre la porta. Nel corridoio non c'è nessuno, per fortuna.
«Forza, sbrigatevi!»
Raggiungiamo l'aula di biochimica e per fortuna il prof non è ancora arrivato.
Mi siedo vicino a Izzy, mentre davanti a noi si accomoda Jace e presto lo raggiunge anche Jordan.
Beh, tutti pronti per un'altra noiosa lezione.
Due ore dopo, mentre ci dirigiamo a mensa, le mani mi fanno male per quando ho scritto. È disumano spiegare per due ore di fila, nessuno pensa alle nostre povere e deboli mani?
«Ci vediamo all'uscita, okay?, mormora Jace al mio orecchio proprio davanti la porta della mensa.
Annuisco. «A dopo.»
Ci sorridiamo, prima di dirigerci ognuno al proprio tavolo, anche se per tutto il tempo continuiamo a lanciarci sguardi fugaci e sorrisi ipnotizzanti.
Scuoto la testa finendo il mio purè, mi sta proprio facendo perdere la testa.
Ogni giorno mi affeziono di più a lui, non so quanto questo sia un bene. Spesso, soprattutto la sera, mi ritrovo a pensare a lui. E se mi stesse prendendo in giro? Se non provasse quello che dice di provare? Se fosse solo la brama di conquista a spingerlo verso di me? Se fossi solo l'ennesima per lui? Se si stancasse di me? Se capisse quanto inutile e banale io sia?
Poi, però, arriva la mattina e incontro il suo sorriso. Ogni dubbio svanisce, si dissolve per tutto il tempo in cui i suoi occhi incrociano i miei, per tutto il tempo in cui ci baciamo, in cui ci sfioriamo. Vorrei solo che anche John lo sapesse, ma, forse, è meglio così, è meglio essere prima certi di ciò che proviamo. Non abbiamo deciso di non dirglielo, semplicemente non lo abbiamo fatto. Nessuno oltre ai miei quattro amici e Alec lo sa. Jace più di una volta ha provato a prendere il discorso, ma io l'ho beatamente ignorato, per poi deviare la conversazione.
STAI LEGGENDO
Città Dei Mondani || Clace (Prima versione)
FanfictionCompleta 13-06-2016/26-01-2019 Quando il nuovo anno inizia, Clary tutto si aspetta meno che andare a sbattere contro Jace Herondale, uno dei ragazzi più belli della scuola, né si aspetta che quello stesso ragazzo, amico del fratello, si interessi a...