Capitolo 48

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«Premi la frizione. Così, giusto. Ecco, adesso lascia la frizione e contemporaneamente premi l'acceleratore ma lenta-»

Faccio come mi dice Jace, quindi lascio la frizione, premo l'acceleratore e la macchina parte velocemente in retromarcia.

«Frena Clary!», mi urla ed eseguo subito, fermandomi a dieci centimetri da un albero.

Chiudo gli occhi, mentre Jace sospira.

«Ed io che pensavo che quello negato nella guida fosse Jonathan. Mi ricredo, tu sei anche peggio.»

Mi mordo il labbro per trattenere una risata e mi giro verso di lui. Cerchiamo di restare seri, fallendo, perché presto nella vettura risuonano le nostre risate.

È domenica ed è tutta la mattina che Jace tenta di insegnarmi a guidare, con scarsi risultati, direi. Non che fossero questi i programmi di oggi, in realtà dovevamo studiare, fino a quando guardando il nuovo Fast and Furious non gli è venuta questa brillante idea.

«E se lasciamo perdere e andiamo a prendere un bel frappé o gelato da qualche parte?», propongo quando smettiamo di ridere.

«Per oggi hai fatto abbastanza danni. Andiamo, su. Ma guido io», sottolinea.

Alzo le mani per poi aprire la portiera della Mustang. «Tutta tua.»

•••

Il gelato si è trasformato presto in una piadina presa a Little Italy in Broome Street, che, cavolo, è la più buona che io abbia mai mangiato.

Mentre do un altro morso al mio pranzo sento Jace ridere affianco a me.

«Cosa c'è?», gli domando con il boccone in bocca.

L'eleganza in persona...

Stai zitta.

«Hai la maionese sulla punta del naso», mi dice.

Faccio per togliermelo con un fazzoletto, ma mi blocca.

«Faccio io.»

Abbasso la piadina mentre il viso di Jace si avvicina al mio e le sue labbra si poggiano sul mio naso, mandando il mio cuore in tachicardia e scatenando le farfalle nel mio stomaco.

Osservo le sue labbra poggiarsi dolcemente sul mio naso, facendomelo arricciare per i brividi, mentre la pelle mi si accappona.

Mi toglie la maionese dal naso, poi continua a lasciarmi dei baci sulla punta del naso per poi scendere ancora, fino alla bocca. Ricambio i suoi piccoli e dolci baci a stampo, che mi riempiono il cuore e mi fanno innamorare ancora di più di lui.

Schiudo le labbra per permettere alla sua lingua di incontrare la mia e il mondo intorno a me scompare. Non c'è più posto né per le due signore che ci guardano con dei sorrisi sul viso, né per la vecchietta che con il cane ci lancia un'occhiata di sdegno, né per le tre oche che mi lanciano occhiatacce perché sì, purtroppo questo bel biondo sta con me.

Quando la sera torno a casa ho ancora un sorriso da ebete in faccia, che non sparisce e che mi accompagna fino al martedì successivo, il giorno del mio mesiversario con Jace.

«Auguri, piccola», mi mormora la mattina, quando salgo sulla sua auto, prima di baciarmi.

«Auguri, Jace», esclamo quando ci separiamo.

Mi sorride scostandomi una ciocca rossa dal viso, sfuggita dalla cipolla che ho fatto di corsa in casa. «Sei stupenda, lo sai? I tuoi occhi mi hanno stregato da quello scontro in pullman», mi sussurra.

Ghigno. «Ah sì? Perché io giurerei che fossi concentrato su altro per accorgerti dell'invisibile Clary Morgestern.»

«Ma se ho perso la testa per te dal primo istante? Sei tu che mi allontanavi e non sai che rabbia provavo.»

Città Dei Mondani || Clace (Prima versione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora