Capitolo 19

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•Jace

Clary è stupenda. Non ho mai conosciuto una ragazza come lei. È spontanea, le piace scherzare, non pensa solo all'aspetto fisico come le altre, non gli interessa farsi vedere struccata, in pigiama. Se vuole dire una cosa non si fa problemi, non ha peli sulla lingua. Allo stesso tempo, però, non vuole far soffrire le persone, soprattutto i suoi amici, e fa di tutto per proteggerli.

Non è una persona falsa, se qualcuno non le sta simpatico lo ignora, non fa l'amica davanti per poi sparlare dietro. Un'altra cosa che adoro di lei è l'autoironia. Ricordo che alle elementari la prendevano in giro per i capelli color carota, ma a lei non è mai importato, anzi, ci scherzava su.

Mi ricorda molto una bambina che avevo conosciuto all'asilo.

Sorrido pensando a come basti un nonnulla per cambiare la propria visione del mondo.

Ogni giorno ero invaso da decine e decine di sorrisi, ogni giorni incrociavo sguardi diversi, ogni giorno incontravo persone nuove, senza mai farci caso, senza mai fregarmene davvero. Fino a quando il suo sorriso non mi fu davanti, fino a quando il suo sguardo non si fuse con il mio e la mia pelle entrò in contatto con la sua. Da quel giorno, tutto cambio. Nulla sarebbe più stato come prima, perché nulla prima di lei aveva importanza. Tutto era superfluo, non necessario, accessorio. Poi, però, conobbi lei e tutto il resto passò in secondo piano. Mi resi conto che avevo sprecato un sacco di tempo, un sacco di tempo in cui sarei potuto essere felice con lei. Mi rincuorava, però, che forse era il destino a volere che fosse così e che magari quelle esperienze ci sarebbero servite a qualcosa. Forse, a comprendere che nulla prima di noi, aveva mai avuto importanza, che nulla mai ne avrebbe avuta più.

Finalmente il pullman arriva alla nostra fermata e, velocemente, recuperiamo i nostri zaini per poi scendere.

La nostra scuola dista meno di trecento metri e, in due minuti, ci troviamo nel cortile.

Mi volto verso Clary e noto che si sta mordendo l'interno guancia per il nervosismo. Le stringo la mano per tranquillizzarla, ma non ha molto effetto. Distolgo lo sguardo da lei e solo ora capisco a cosa sia dovuto: tutti, e dico proprio tutti, ci stanno fissando- solo a me ricorda Twilight? Si lo so, sono un ragazzo, ma Izzy mi ha praticamente costretto a leggerlo e non era tanto male però, andiamo, come si fa a credere all'esistenza di lupi mannari, vampiri? Sono cose talmente assurde!-.

Riporto l'attenzione su di lei.

«Ehi, ignorali. Si abitueranno al vederci insieme!», la rassicuro.

«Lo spero...», sospira.

«Andiamo?», le chiedo.

«Andiamo», risponde.

Iniziamo ad avanzare e nessuno distoglie lo sguardo da noi. Alcune ragazze sono a bocca aperta, altre bisbigliano. I ragazzi, invece, per la maggior parte mi guardano con invidia, altri con gelosia, altri ancora con orgoglio perché sì, anche se non se ne rende conto, Clary è da sempre una delle ragazze più desiderate della scuola. Se non fosse per John avrebbe centinaia di pretendenti ai suoi piedi.

Sospiro ricordando la nostra discussione.

Quando stiamo per entrare dentro l'edificio una voce ci richiama.

«Clary! Che fine avevi fatto?», domanda Izzy, correndo verso di noi «Aspetta, voi due state insieme, ufficialmente, non è vero?», continua eccitata alzando il tono della voce e attirando, così ancora di più l'attenzione su di noi se possibile.

«Si...»,risponde quasi in un sussurro Clary.

«Ah, lo sapevo! State benissimo insieme! Lo avete detto a John?»

Città Dei Mondani || Clace (Prima versione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora