Capitolo 38

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Da quella splendida serata, piena di risate, scherzi e chiacchiere, sono passati un paio di giorni.

Tra tutto ciò che è successo avevo quasi dimenticato che questo sabato sarebbe venuto mio padre.

Cavolo, meno di ventiquattro ore e lo rivedrò, dopo quasi un anno.

L'ultima volta che l'ho visto è stato il Natale scorso, quando insieme alla sua compagna abbiamo passato una settimana a Deer Valley, una delle mete sciistiche più belle dello Utah, a mio avviso anche più di Beaver Creek.

Quella settimana è stata davvero divertente. Forse, l'unica occasione in cui ho davvero parlato con la compagna di mio padre. Dio, ricordo quando ci alleavamo contro John e papà per batterli. Oppure quando gli abbiamo fatto perdere la seggiovia. È stata la prima volta in cui ho capito che papà con lei era felice e, nonostante come ogni figlio vorrei che i miei genitori stessero insieme, devo ammettere che sono felice per loro due, si vede che si amano.

Solo adesso mi rendo conto di averla giudicata troppo e me ne pento, perché, infondo, non è così male. Questa volta voglio cercare di comportarmi bene, di non esagerare con le battutine e di cercare di ricordare che se mio padre è felice è tutto merito suo.

Sento il campanello suonare, segno che Jace è arrivato. Infilo velocemente le scarpe e dopo aver preso lo zaino scendo giù, trovandolo a parlare con John.

«Questa volta sono in orario!», esclamo.

Subito si volta verso di me sorridendomi e il mio cuore fa le capriole.

Stiamo di nuovo insieme da pochi giorni e abbiamo deciso di fare le cose con calma. Certo, dai baci che ci scambiamo non si direbbe, ma per il resto cerchiamo di darci delle limitazioni.

Non vogliamo esagerare e io non voglio dover soffrire di nuovo, non per lui.

Tutti i nostri amici sono stati felici di rivederci insieme, anche perché ciò ha comportato un ritorno alle vecchie abitudini. A mensa ci sediamo di nuovo tutti insieme, ridiamo e scherziamo come una volta, come se non fosse successo nulla. Jace è molto più premuroso nei miei riguardi, cerca sempre di avermi vicino, mi da molte più attenzioni, senza mai esagerare o essere oppressivo. Questa separazione è come se abbia rafforzato il nostro legame. Nei suoi occhi, adesso, scorgo una luce diversa, che mi fa pensare che forse possa ricambiare i miei sentimenti.

Lui mi guarda sorridendo. «Beh, almeno per una volta», esclama.

Scuoto la testa per poi andare in cucina per prendere un pacchetto di salatini.

«Clary, Jace è arrivato?», mi chiede mia madre.

Annuisco cercando i salatini nella dispensa. «Sai dove sono i salatini?»

«No, tesoro. Comunque, volevo dirti che io e Luke oggi partiamo per Boston, torneremo domenica sera. Magari esci con Jace sta sera, ti lascio i soldi»

La guardo confusa. «A Boston?»

«Sì, Luke ci deve andare per lavoro», mi spiega.

«D'accordo, papà arriva domani quindi credo che staremo con lui in questi giorni», le comunico.

«Okay, fai la brava e, comunque, i salatini sono nell'altra dispensa», esclama facendomi un occhiolino prima di avviarsi in salotto.

Alzo gli occhi al cielo, non aveva detto di non sapere dove fossero?

«Non fare aspettare troppo Jace!», grida.

Scuoto la testa tornando dal mio ragazzo.

«Pronta?», mi domanda con un sorriso.

Città Dei Mondani || Clace (Prima versione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora